mercoledì 15 Ottobre 2025

È impossibile non vendere un libro su Amazon? La nostra esperienza con “Boicottare Israele”

Il libro “Boicottare Israele” non dovrebbe essere in vendita su Amazon. Non volevamo che ci fosse, perché riteniamo fondamentale agire per primi attraverso scelte coerenti con quanto descriviamo e denunciamo con la nostra attività giornalistica. La multinazionale di Jeff Bezos, infatti, è al centro della campagna di boicottaggio per il suo supporto all’occupazione israeliana della Palestina. Eppure, a distanza di un mese dalla pubblicazione della guida che abbiamo pubblicato con le istruzioni per colpire l’occupazione della Palestina attraverso il consumo critico, questa non solo si trova in vendita su Amazon, ma pure al secondo posto nella classifica dei libri di economia internazionale più venduti sulla piattaforma. Come è successo? La vicenda che stiamo per raccontarvi – per certi versi paradossale – è quella dei nostri tentativi per fare in modo che il libro non sia in vendita sulla piattaforma e del muro di gomma fatto di richieste di mail, compilazione di moduli e inutili chiacchierate con gli addetti della multinazionale che abbiamo incontrato. Un labirinto che per ora non ci ha condotto a nessun risultato e che ci porta a questa denuncia pubblica nonché a una richiesta verso i nostri lettori.

Riavvolgiamo il nastro. Come ha fatto Boicottare Israele a finire su Amazon? Il libro è comparso sulla piattaforma secondo quel meccanismo noto nel gergo tecnico come crawling (letteralmente l’atto dello strisciare), ossia il procedimento di esplorazione e indicizzazione dei nuovi contenuti: Amazon ha accesso alla banca dati ISBN, dove vengono registrate tutte le nuove pubblicazione librarie; attingendo da essa, ha preso la scheda tecnica di Boicottare Israele e ha reso il testo visibile sul sito prima ancora che fosse in vendita. Una volta che abbiamo spedito le copie al nostro distributore, questo ha inviato i libri ai singoli rivenditori che ne hanno fatto richiesta. Sono questi ultimi a usufruire dei servizi di Amazon: i rivenditori hanno effettuato l’accesso alla piattaforma e messo a disposizione le proprie copie del libro tramite il colosso della logistica. Amazon ha poi deciso di puntare sul prodotto, applicandogli un piccolo sconto sul prezzo di copertina e dando accesso alle spedizioni Prime, che permettono a chi lo ordina di riceverlo in un giorno senza costi aggiuntivi.

Abbiamo prontamente contattato l’assistenza della multinazionale per chiedere che venga rimosso dalla piattaforma. Dopo una prima conversazione con un’operatrice non abbiamo ottenuto niente, se non il suggerimento di scrivere agli indirizzi di posta elettronica certificata dell’azienda. Abbiamo così scritto a cinque diverse PEC di Amazon fino a che una di queste non ci ha fornito risposta: «La invitiamo a compilare l’apposito modulo di notifica disponibile nelle Condizioni Generali di Uso e Vendita di Amazon.it con cui i titolari di diritti e i loro rappresentanti possono segnalare le offerte che ritengano in violazione di tali diritti», si legge nella mail. Il modulo a cui fa riferimento l’ufficio di Amazon riguarda i casi in cui viene apertamente violato il diritto di proprietà di un prodotto come per esempio violazioni del copyright, di brevetto, o di marchi registrati; per compilarlo, tuttavia, serve un account Amazon che noi, come L’Indipendente, non abbiamo e non abbiamo intenzione di aprire. Oltretutto, le violazioni coperte dal modulo non c’entrano niente con il nostro caso: non è una questione di diritto; noi semplicemente vorremmo che il nostro libro non venisse venduto su Amazon.

A tal proposito, Amazon ci ha tenuto a sottolineare che «in ragione delle norme in tema di principio di esaurimento dei diritti di proprietà intellettuale e libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione europea, una volta che un bene protetto da un diritto di proprietà intellettuale viene messo in commercio con il consenso del titolare nel territorio di uno Stato appartenente allo Spazio Economico Europeo, non può esserne impedita la successiva commercializzazione». Tradotto: non potete farci niente. Una volta che il libro è in commercio, nessuno può impedire ad Amazon di venderlo. E questo non vale solo per Boicottare Israele, ma per tutto: se qualcuno non volesse che il proprio prodotto, di cui possiede proprietà intellettuale o di altra natura, venga commerciato su Amazon, non potrebbe farci nulla. È la dura legge del cosiddetto “libero mercato”, che in questa maniera genera un vero e proprio cortocircuito: in nome della tutela della circolazione dei beni, colossi come Amazon finiscono per essere avvantaggiati davanti alle piccole e medie attività. È infatti pressoché impossibile competere con una multinazionale come Amazon in fatto di capacità di distribuzione e di offerta nei prezzi. Se a una persona viene data la possibilità di ottenere un prodotto che desidera a prezzo scontato e in tempi di consegna fulminei, perché mai dovrebbe spendere e attendere di più?

Davanti a queste condizioni non ci resta che sottolineare che noi non abbiamo messo né abbiamo intenzione di mettere a disposizione Boicottare Israele su Amazon. Amazon fornisce, tramite il progetto Nimbus, infrastrutture di archiviazione dati, intelligenza artificiale e altri servizi tecnologici al governo e alle forze militari israeliani: per tale motivo invitiamo voi, nostri Lettori, a boicottare l’azienda, come suggeriamo nello stesso libro. E sebbene lo scarto nelle capacità di vendita e distribuzione sia incolmabile, vi chiediamo di comprare il testo direttamente dal nostro negozio online, dai rivenditori fisici o agli eventi pubblici di BDS Italia (il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l’apartheid israeliana che ha collaborato alla stesura e alla distribuzione del testo). Invitiamo, inoltre, gli stessi commercianti a non vendere le proprie copie di Boicottare Israele sulla piattaforma, così da dare un senso concreto al titolo del volume.

Quello che vi chiediamo è un piccolo sacrificio: acquistandolo sul nostro shop online spenderete 48 centesimi di euro in più e dovrete attendere qualche giorno. Ma eviteremo tutti di essere complici di una multinazionale americana che è complice di quanto accade in Palestina e nota per lo sfruttamento dei lavoratori. Grazie.

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2 Commenti

  1. Grazie della puntualizzazione. Sono anni che boicotto Amazon di cui faccio rarissimo uso. Per gli acquisti online mi rivolgo ad altri siti (con un po’ di pazienza e di tempo si trovano addirittura prodotti a prezzi più bassi). Purtroppo il cervello di Jeff, saturo di cavetti, semiconduttori, microchip etc. , non afferra che non c’è solo il business a tutti i costi…

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