mercoledì 8 Ottobre 2025

La scoperta di un enorme porto egizio sommerso potrebbe far luce sul mistero di Cleopatra

La recente scoperta di un antico porto nascosto sotto le acque del Mediterraneo potrebbe essere la chiave per risolvere uno dei più grandi misteri della storia: il luogo della sepoltura di Cleopatra. Lo annuncia ufficialmente il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano, dopo che il team guidato dall’archeologa Kathleen Martínez ha individuato, a pochi chilometri dalla costa di Taposiris Magna, imponenti strutture artificiali sommerse. Si tratterebbe di resti di un porto che suggeriscono come il tempio di Iside, già considerato un importante centro religioso, fosse in realtà anche un nodo commerciale e marittimo di grande rilevanza: «Questo rende il tempio davvero importante», commenta Martínez, sottolineando che il sito «rispondeva a tutte le condizioni per essere scelto per la sepoltura di Cleopatra con Marco Antonio» e aggiungendo che la scoperta segue vent’anni di ricerche ostinate in cui l’archeologa ha cercato indizi ignorati da molti archeologi, convinta che il corpo della regina non sia mai stato deposto ad Alessandria ma proprio a Taposiris Magna.

Parte del paesaggio sommerso scoperto dagli archeologi. Credit: National Geographic

Cleopatra VII, ultima sovrana della dinastia tolemaica, governò tra il 51 e il 30 a.C. ed è ricordata tanto per le sue capacità politiche quanto per le relazioni con Giulio Cesare e Marco Antonio. Gli storici antichi, soprattutto romani, ne hanno tramandato un’immagine distorta, spesso ridotta a quella di “seduttrice pericolosa”, ma fonti archeologiche e documentarie moderne ne restituirebbero invece il profilo di una donna colta, filosofa, esperta di medicina e scienze naturali. Tradizionalmente, gli studiosi avevano ipotizzato che la sua tomba fosse situata ad Alessandria, vicino al palazzo reale. Tuttavia, questa zona è stata devastata nei secoli da terremoti e da uno tsunami nel 365 d.C., che hanno sommerso gran parte del quartiere storico. Martínez, invece, ha adottato un approccio diverso: ha considerato Cleopatra come una figura che orchestrava attentamente i propri gesti pubblici e privati, e ha scelto di indagare nei templi legati al culto di Iside, la dea con cui la regina si identificava. Così, dal 2005, ha concentrato le ricerche a Taposiris Magna, circa 48 chilometri a ovest di Alessandria, dove già erano stati rinvenuti un lungo tunnel sotterraneo e centinaia di reperti tolemaici. Le nuove indagini, però, si sono spinte in mare aperto, con il supporto di sonar e rilievi subacquei realizzati insieme all’esploratore Bob Ballard, noto per la scoperta del Titanic.

Alcune anfore rivenute nel sito. Credit: National Geographic

In particolare, le operazioni hanno portato a risultati impressionanti: i subacquei hanno individuato grandi costruzioni disposte in file, colonne, blocchi di pietra alti oltre sei metri, numerose ancore e anfore, ovvero recipienti usati nell’antichità per il trasporto delle merci. Una struttura in particolare, soprannominata “Salam 5”, mostra basi in basalto simili a quelle delle statue del tempio, mentre un altro complesso con tre pilastri è stato battezzato “le Tre Sorelle”. In aggiunta, sono state trovate sacche di pietra, antichi strumenti da pesca e un pavimento levigato, elementi che confermano l’esistenza di un porto attivo all’epoca di Cleopatra. «Abbiamo iniziato a vedere delle strutture», ha raccontato Ballard, «una serie di costruzioni colossali ricoperte di sedimenti… le prove suggeriscono che potrebbe trattarsi di un porto collegato a Taposiris Magna». Martínez, inoltre, collega questa scoperta ai ritrovamenti precedenti, come il tunnel sommerso e le migliaia di oggetti rinvenuti nel tempio, affermando che il porto «era attivo durante il periodo di Cleopatra e prima, all’inizio della dinastia». Per lei, la possibilità che il corpo della regina e di Marco Antonio siano stati nascosti qui resta aperta: «Nessuno può dirmi che Cleopatra non si trovi a Taposiris Magna», insiste, aggiungendo che «per dirlo bisogna scavare l’intera area e non trovarla». Intanto, gli scavi continueranno sia sulla terraferma sia sott’acqua, seguendo la mappa tracciata da Ballard che individua sei miglia di strutture chiave. «Non mi fermerò», ha concluso Martínez. «Per me è solo questione di tempo».

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Roberto Demaio

Laureato al Dipartimento di Matematica pura ed applicata dell’Università di Modena e Reggio Emilia e giornalista iscritto all'Ordine. È tra i più giovani in Italia con tale doppio titolo. Autore del libro-inchiesta Covid. Diamo i numeri?. Per L’Indipendente si occupa principalmente di scienza, ambiente e tecnologia.

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