giovedì 2 Ottobre 2025

Taranto, le mani della mafia sul Comune di Statte: 35 condanne, 4 anni all’ex sindaco

Un sistema di potere basato sullo scambio tra voti e favori è sfociato in un processo conclusosi con 35 condanne, che complessivamente superano i 200 anni di carcere, nel processo “Dominio” sulla infiltrazione mafiosa nel Comune di Statte, in provincia di Taranto. Il giudice del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, ha emesso la sentenza al termine del rito abbreviato, infliggendo 4 anni e 5 mesi di reclusione all’ex sindaco Francesco Andrioli, alla vicesindaca Marianna Simeone e all’ex assessore Ivan Orlando per voto di scambio politico-mafioso. La condanna più pesante, 20 anni, è toccata a Davide Sudoso, riconosciuto come il capo dell’organizzazione criminale che avrebbe condizionato le elezioni comunali del 2021.

L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, coordinata dal pm Milto De Nozza, ha svelato un meccanismo perverso in cui la cosca guidata da Sudoso avrebbe assicurato il sostegno elettorale ad Andrioli in cambio di benefici economici. Secondo l’accusa, il clan avrebbe ottenuto denaro, buoni pasto, schede carburate, biglietti per le giostre e l’impegno a favorire imprese vicine al clan. Un vero e proprio sistema di dominio che ha compromesso la regolarità della competizione elettorale, tanto che il giudice ha disposto un risarcimento di 100mila euro in favore del Comune di Statte, riconoscendo il danno subito dall’ente. Le elezioni del 2021, che avevano visto la vittoria di Andrioli con ampio margine sulle forze avversarie, si sono rivelate in realtà pilotate. Il crollo dell’amministrazione è arrivato a gennaio dello scorso anno, quando l’operazione della Guardia di Finanza e della DDA ha portato a 29 misure cautelari, decapitando il Comune e arrestando lo stesso sindaco e due assessori.

Oltre a quella comminata a Sudoso, sono pesantissime le condanne per gli altri esponenti del sodalizio criminale: a Francesco Simeone sono stati inflitti 15 anni, a Giuseppe Palumbo 14 e a Luigi Scialpi 12. A seguire, Antonio Pace è stato condannato a 10 anni, Fabiana Notaristefano a 9 anni e 6 mesi, Antonio Paolo Nannavecchia a 9 anni e 2 mesi. L’impianto accusatorio dei magistrati ha messo in luce il lato più sconcertante dell’infiltrazione mafiosa: la capacità di corrompere le istituzioni locali attraverso lo scambio elettorale politico-mafioso, solo uno dei capi d’imputazione a cui si sono aggiunti quelli di associazione di tipo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di armi. Trentacinque condanne che, pur con alcune assoluzioni (Francesco Angarone, Cosimo Lomartire, Giulio Modeo, Luigi Scialpi e William Sudoso per alcuni capi d’imputazione), consegnano alla storia giudiziaria una delle più significative operazioni contro le infiltrazioni mafiose negli enti locali pugliesi.

Il terremoto giudiziario legato ai sempre più evidenti rapporti tra criminalità organizzata e politica pugliese non riguarda soltanto la provincia di Taranto. Solo pochi giorni fa, infatti, il maxiprocesso nato dall’inchiesta “Codice interno” a Bari ha portato alla condanna a 9 anni di reclusione per l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, arrestato all’inizio del 2024 e alla sbarra con altre 103 persone. Il politico era accusato di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione, essendosi assicurato, secondo la ricostruzione della Procura, i voti di tre clan del capoluogo al fine di favorire l’elezione al consiglio Comunale di sua moglie, Maria Carmen Lorusso, nel 2019. La donna effettivamente è risultata eletta. Complessivamente, sono state inflitte 103 condanne, dai 2 anni e due mesi ai 14 anni e 8 mesi di reclusione, con la pena più alta che riguarda Radames Parisi e Silvio Sidella, imputati per reati mafiosi.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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