martedì 23 Settembre 2025

Pfizer punta 4,9 miliardi sul mercato delle cure contro l’obesità

Pfizer ha deciso di investire 4,9 miliardi di dollari per acquisire Metsera, una biotech con una linea di produzione focalizzata sull’obesità e le malattie metaboliche. La società americana dispone già di programmi avanzati: quattro molecole in fase clinica, sia orali sia iniettabili, la maggior parte basata su meccanismi innovativi come gli agonisti del GLP-1 e altri ormoni correlati come l’amilina. Per Pfizer è una strategia per entrare in un mercato in forte espansione, dove finora aveva contribuito poco, rispetto a concorrenti che già offrono farmaci antiobesità approvati. Quest’operazione non è isolata: segue una tendenza consolidata nelle grandi aziende farmaceutiche, che puntano su molecole che migliorano la sazietà, riducono l’appetito o modulano segnali metabolici, intervenendo non solo sul peso, ma sulle complicazioni sanitarie che accompagnano l’obesità. Le prospettive economiche spiegano perché l’industria stia puntando così forte su questo settore: è un business che promette margini elevati, specie nei Paesi con sistemi sanitari disposti a rimborsare, e nei mercati privati dove i pazienti sono pronti a pagare.

Negli ultimi anni il mercato degli agonisti del recettore GLP-1 ha conosciuto un’espansione senza precedenti, trainato da molecole come Ozempic e Wegovy, diventate non solo farmaci, ma veri e propri fenomeni di costume. Nati come trattamenti per il diabete di tipo 2, sono stati rapidamente adottati come strumenti per dimagrire, anche da persone che non soffrono di obesità clinica. L’Ozempic, in particolare, è entrato nell’immaginario collettivo grazie all’utilizzo da parte di star di Hollywood, influencer e manager che ne hanno alimentato la domanda esplosiva. L’idea di perdere peso in modo rapido e senza sforzo ha reso questi prodotti oggetti di desiderio, al punto da generare carenze nelle farmacie e la nascita di un mercato parallelo fatto di vendite online e perfino di versioni contraffatte. Il risultato è un business fuori controllo, dove i numeri parlano chiaro: Goldman Sachs stima che il mercato globale dei farmaci antiobesità, attualmente valutato 28 miliardi di dollari, possa salire a 95 miliardi entro il 2030. Ancora più ottimista Morgan Stanley, che proietta una crescita fino a 150 miliardi di dollari entro il 2035. A fronte di queste cifre, restano però questioni aperte e rischi evidenti: l’uso estetico e non terapeutico, i costi proibitivi, la dipendenza da trattamenti cronici e le incognite sugli effetti collaterali a lungo termine. In molti casi, i pazienti interrompono la cura dopo pochi mesi, recuperando rapidamente il peso perso, mentre il sistema sanitario e i consumatori hanno già sostenuto spese enormi. Dietro l’entusiasmo e la moda globale, il nodo centrale è che questi farmaci rischiano di essere percepiti come scorciatoie miracolose, oscurando la necessità di affrontare le cause profonde dell’epidemia di obesità: cattiva alimentazione, sedentarietà, stress e disuguaglianze sociali. Altri elementi di criticità emergono dalla sicurezza: ci sono segnalazioni di effetti indesiderati rari ma gravi, come patologie oculari con alcuni farmaci a base di semaglutide (neuropatia ottica ischemica) o rischi cardiovascolari da monitorare. Studi clinici e post-marketing stanno evidenziando che, pur se i benefici sono reali, non si conoscono ancora pienamente gli effetti a lungo termine, soprattutto su popolazioni diverse da quelle dei trial (anziani, comorbidità, uso prolungato).

Pfizer non ha ancora alcun trattamento per l’obesità disponibile sul mercato, ma alcuni candidati sono in fase di sviluppo clinico. All’inizio del 2025 l’azienda ha scelto di interrompere il progetto di una pillola da assumere una volta al giorno, rinviando i test di fase avanzata, la più costosa e delicata dell’intero iter. L’ingresso nel settore arriva mentre il governo statunitense esercita una pressione crescente sulle case farmaceutiche: a luglio il presidente Trump ha inviato lettere a 17 produttori, intimando di ridurre i prezzi dei farmaci entro settembre e lasciando trapelare l’ipotesi di dazi commerciali. In questo clima, la sfida per Pfizer sarà trasformare l’acquisizione di Metsera in una strategia sostenibile, capace di coniugare profitti e accessibilità. Il terreno su cui la multinazionale si muove è segnato da contraddizioni profonde. Negli Stati Uniti la malnutrizione da eccesso, fatta di fast food e alimenti ultra-processati, ha prodotto una popolazione in cui un terzo degli adulti è obeso. Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, oltre 100 milioni di americani sono obesi e più di 22 milioni soffrono di obesità grave, con un indice di massa corporea pari o superiore a 40. Ma come spesso accade nel modello capitalistico, il problema di salute pubblica viene affrontato agendo sul sintomo anziché sulla causa. Il sistema che ha contribuito a generare obesità di massa, finisce per arricchirsi di nuovo vendendo la cura, l’ennesima scorciatoia che alimenta il business senza intaccare le vere radici del problema.

Avatar photo

Enrica Perucchietti

Laureata con lode in Filosofia, vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Collabora con diverse testate e canali di informazione indipendente. È autrice di numerosi saggi di successo. Per L’Indipendente cura la rubrica Anti fakenews.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria