Un’indagine di Myanmar Witness, organizzazione che raccoglie prove sulle violazioni dei diritti umani in Birmania, porta alla luce una vicenda che potrebbe costituire una violazione delle sanzioni europee contro il regime birmano. A partire dal 24 settembre 2024, secondo i dati di tracciamento voli, le immagini satellitari e i registri di immatricolazione, almeno tre velivoli prodotti dalla compagnia ceca Let Aircraft Industries, parte del gruppo Omnipol, sarebbero finiti nelle mani della Myanmar Air Force (MAF) — l’aeronautica militare della Birmania, responsabile delle operazioni aeree della giunta al potere dal colpo di Stato del 2021.
Se confermata, la consegna dei tre Let L410 — piccoli aerei turboelica, progettati per collegamenti regionali ma facilmente adattabili al trasporto di rifornimenti e truppe militari — porrebbe interrogativi gravi: come è stato possibile che un’azienda europea abbia permesso a un regime sotto embargo militare di ricevere velivoli potenzialmente impiegati a scopi bellici?
Il caso certo: 3413
Il primo e più documentato caso riguarda l’aereo con numero di serie 3413 — identificativo unico e immutabile attribuito dal costruttore —, immatricolato in Repubblica Ceca come OK-JMA — codice che compare sulla fusoliera e che può cambiare ogni volta che l’aereo viene venduto o trasferito.
Secondo i dati di FlightRadar24, l’aereo OK-JMA ha lasciato l’aeroporto di Kunovice, Repubblica Ceca, il 24 settembre 2024. Sei giorni più tardi, il segnale si è interrotto mentre scendeva verso l’area di Yangon, capitale economica birmana. Un mese dopo, il 24 ottobre 2024, lo stesso aereo ricompare nei tabulati con una nuova registrazione: XY-AMV, immatricolato in Birmania e attribuito alla Myanmar Air Force.
Da quel momento in poi, il velivolo è stato tracciato in voli interni, spesso con partenza o arrivo da basi militari. È stato inoltre osservato sopra zone di conflitto come Wawlay, al confine con la Thailandia, dove a partire dall’estate 2025 si sono registrati scontri fra l’esercito birmano e il Karen National Liberation Army (KNLA). La traiettoria e l’altitudine del velivolo hanno ricordato quelle di altri aerei già in dotazione alla MAF, suggerendo un impiego operativo simile.
Le immagini satellitari rafforzano questa ricostruzione. Il 26 settembre 2024, durante il viaggio verso la Birmania, il velivolo è stato fotografato all’aeroporto di Muscat in Oman, esattamente dove i tracciamenti lo collocavano. Nel gennaio 2025, una foto satellitare dell’Airbus PleiadesNeo ha mostrato un Let L410 parcheggiato vicino Yangon, nella base aerea di Hmawbi. In quei giorni, i dati di volo confermavano che l’aereo 3413, ormai registrato come XY-AMV, era decollato e atterrato dalla stessa base.
I casi sospetti: 3418 e 3419
Altri due velivoli della stessa famiglia, con seriali 3418 e 3419, seguono un copione simile ma con meno prove documentali. Originariamente registrati come OK-AMJ e OK-AMK, sono decollati da Kunovice, Repubblica Ceca, rispettivamente il 9 giugno e l’8 luglio 2025. Entrambi hanno seguito la rotta verso il sud-est asiatico, per poi interrompere i segnali radar una volta entrati nello spazio aereo birmano.
Da quel momento non sono più comparsi con le loro registrazioni ceche. Non ci sono ancora immagini satellitari che li confermino fisicamente in territorio birmano, ma la sparizione dai tracciamenti subito dopo l’ingresso nel Paese ricalca lo schema già osservato con 3413. Elementi che non bastano a parlare di una certezza assoluta, ma indicano una forte probabilità che anche i due aerei più recenti siano stati consegnati alla Myanmar Air Force e ri-registrati con nuove sigle locali.
Registrazioni civili, usi militari e il nodo delle sanzioni
Un dettaglio significativo riguarda la registrazione degli aerei. Normalmente i velivoli militari birmani adottano codici numerici specifici. Tuttavia, nel caso di 3413 e probabilmente degli altri due velivoli, si è preferito utilizzare registrazioni civili, come se appartenessero a compagnie aeree private.
Non è la prima volta che accade in Birmania. In passato, velivoli utilizzati per brevi rotte civili furono acquistati e registrati come civili per poi passare successivamente sotto il controllo della MAF. Uno stratagemma utile a mascherare la natura militare dei mezzi, aggirando i controlli internazionali e presentando le consegne come innocue transazioni civili.
Se i tre aerei L410 risultassero effettivamente in mano alla giunta birmana, ci troveremmo di fronte a una violazione delle sanzioni dell’Unione Europea, che vietano ogni tipo di vendita o trasferimento di equipaggiamenti con potenziale impiego militare al regime militare della Birmania. In passato, Let Aircraft Industries aveva esportato velivoli simili verso altri Paesi, come Kazakistan e Uzbekistan, senza incorrere in restrizioni. Ma nel caso della Birmania la cornice legale è diversa: l’embargo è chiaro e vincolante.