mercoledì 10 Settembre 2025

Francia, scontri con la polizia e centinaia di arresti durante le mobilitazioni antigovernative

Dopo mesi dal lancio della mobilitazione, oggi, mercoledì 10 settembre, in Francia, è iniziata la giornata di blocco totale del Paese. I cittadini sono scesi in piazza all’insegna del motto “Boicottaggio, Disobbedienza, Solidarietà” (in quello che sembrerebbe un richiamo alla campagna BDS contro lo Stato di Israele), per contestare le politiche di austerità e la manovra finanziaria proposta dal dimissionario premier Bayrou. La parola d’ordine era una sola, “indigniamoci”, e i cittadini l’hanno presa alla lettera: i manifestanti hanno interrotto le autostrade, bruciato copertoni, divelto pali e cartelli, travolgendo le regioni di tutta la Nazione, mentre a Parigi il nuovo premier Sébastien Lecornu inaugurava il proprio primo giorno da presidente del Consiglio. Per l’occasione, le autorità hanno schierato 80mila agenti in tutto il Paese; nell’arco di una manciata di ore sono state arrestate centinaia di persone e sono scoppiati violenti scontri tra polizia e manifestanti.

Le manifestazioni in Francia hanno interessato tutto il Paese e sono iniziate sin dalla mattina. A Rennes a partire dalle 9, è stata completamente bloccata la tangenziale. Un video che circola online mostra lunghe code sulla strada e un gruppo di manifestanti con in mano cartelli stradali, situato dietro a delle recinzioni da cantiere in metallo; pare inoltre che sia stato dato fuoco a un autobus. La strada è stata bloccata anche a Quimper, dove tuttavia le forze dell’ordine sono intervenute per allontanare i manifestanti; analoga situazione ad Arles. Ad Aubagne è stato bloccato un tratto stradale della A50 (in direzione Marsiglia), nel dipartimento di Charente è stata bloccata la Statale 10, a Frontignan, a Sète, a Pontivy, e a Saint Brieuc sono state invase le strade cittadine, e a Clermont Ferrand ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia; strade bloccate anche a Lione, sulla Statale 7, e a Marsiglia, dove i manifestanti hanno gettato a terra cassonetti della spazzatura e invaso una sede della catena di supermercati Carrefour; è stato interrotto anche il traffico della autostrada A1. A Tolosa sono stati schierati agenti in tenuta antisommossa: qui, le manifestazioni per strada hanno causato incendi e blocchi del traffico, e i dimostranti hanno divelto pali e cartelli stradali.

Gli episodi di maggior violenza sembrano essersi verificati a Parigi. Nella capitale, in zona Port de Vincennes i manifestanti hanno appiccato il fuoco in strada, e migliaia di persone hanno invaso i viali, impedendo alle auto di circolare. Una analoga situazione si è registrata a Port de Montreuil, a Boulevard Magenta, sulla tangenziale cittadina, e davanti alla stazione di Parigi Nord. In diverse aree della capitale, ci sono stati scontri con la polizia: nel secondo arrondissement, le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogeni verso i manifestanti mentre si trovavano nei pressi di una scuola materna; in centro, decine di poliziotti in tenuta antisommossa hanno caricato un gruppo di manifestanti provando a farli indietreggiare; scontri anche a Place de la Nation, alla stazione Parigi Nord e a quella di Parigi Est.

Per prepararsi alle manifestazioni, le autorità hanno dispiegato un totale di 80mila membri delle forze dell’ordine, che hanno effettuato cariche e arresti in tutto il Paese. Nell’arco delle prime due ore di manifestazione, sono state arrestate oltre 200 persone, di cui almeno 130 nella sola città di Parigi; a ora il bilancio degli arrestati è di 327 persone. Proprio nella capitale, la giornata di mobilitazione è coincisa con la cerimonia di insediamento del premier Lecornu, alimentando ancora di più le proteste parigine. Il movimento del 10 settembre era effettivamente nato per contestare le politiche del Paese, giudicate sempre più lontane dalle esigenze dei cittadini. Con i mesi, esso è finito per muoversi contro la proposta di bilancio avanzata dall’appena dimessosi premier Bayrou, con la quale il primo ministro proponeva un «anno bianco» per le spese sociali, tagliando giorni di ferie dal calendario, congelando i finanziamenti e le spese previdenziali, e un aumento delle franchigie mediche. Contro di essa si è mossa l’intera opposizione, e Bayrou ha chiesto un voto di fiducia, che lunedì 8 settembre è finito per fare crollare il governo.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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