sabato 6 Settembre 2025

La Spagna ha approvato un grande piano per la prevenzione dei disastri climatici

Il governo spagnolo ha presentato una proposta di Patto di Stato per affrontare e prevenire i disastri climatici, un piano di ampio respiro che mira a trasformare la gestione delle catastrofi naturali da risposta emergenziale a prevenzione strutturale. L’iniziativa, annunciata dal premier Pedro Sánchez, intende coordinare su scala nazionale la protezione civile, creare una rete di rifugi climatici e infrastrutture verdi nelle città e nei paesi, istituire fondi permanenti per la ricostruzione e obbligare le imprese a rendicontare le proprie emissioni. Il lancio del piano arriva in una fase cruciale: l’estate del 2025 è stata segnata da incendi devastanti che hanno colpito soprattutto il nord-ovest del Paese: Galizia, Castiglia-e-León, Asturie ed Estremadura hanno visto bruciare oltre 300.000 ettari di boschi, con un elevato bilancio di vittime, oltre a evacuazioni di massa e gravi danni alle infrastrutture che pesano sulle casse dello Stato con danni per 32 miliardi di euro. L’ampiezza e la rapidità di propagazione delle fiamme hanno dimostrato la fragilità del sistema di protezione civile e la difficoltà di coordinare le risposte a livello regionale. A questo si somma il ricordo ancora vivo della tragica alluvione del 29 ottobre 2024, che provocò oltre duecento morti e miliardi di danni, soprattutto nella Comunità Valenciana. L’evento mise in evidenza la debolezza delle previsioni, la scarsa efficacia dei sistemi di allerta e la mancanza di infrastrutture di protezione adeguate.

Al centro della proposta del governo c’è la creazione di un’Agenzia statale per la protezione civile e le emergenze, destinata a coordinare in modo unitario l’azione su tutto il territorio, superando la frammentazione delle competenze regionali. Accanto a questa struttura è prevista la realizzazione di una rete nazionale di rifugi climatici, che i comuni dovranno attivare per proteggere la popolazione dalle ondate di calore sempre più frequenti e fuori stagione. Il piano contempla fondi permanenti per la ricostruzione e la rinaturalizzazione dei territori devastati, la modernizzazione della gestione forestale, il rilancio del pascolo e la reforestazione con specie resistenti. Sul fronte idrico sono in programma nuove infrastrutture per difendersi da siccità e inondazioni. Particolare attenzione viene posta alla tutela dei lavoratori, con regole specifiche per ridurre i rischi dello stress termico, e all’educazione dei più giovani, che nelle scuole dovranno ricevere una formazione orientata alla prevenzione. Il patto ha un’impronta inclusiva: Sánchez ha invitato partiti politici, autonomie regionali, sindacati, comunità scientifiche e mondo rurale a collaborare. È previsto, inoltre, un coordinamento con Francia e Portogallo, per affrontare insieme le emergenze transfrontaliere. A livello economico, il patto introduce l’obbligo per le imprese di rendicontare in maniera trasparente le proprie emissioni di carbonio, rafforzando la dimensione di responsabilità sociale e ambientale. Infine, sono stati incrementati gli aiuti alle vittime di incendi e alluvioni, con l’estensione delle aree di emergenza in sedici comunità autonome. L’ambizione dichiarata dal governo è passare dalla gestione delle catastrofi alla costruzione di un sistema strutturato di protezione e adattamento, valido per tutto l’anno e non limitato ai mesi estivi. In questo senso, il patto non si presenta solo come un insieme di misure tecniche, ma come un cambiamento di paradigma politico e culturale.

Il leader spagnolo, travolto dal “caso Koldo” e bersaglio di numerose critiche per la gestione della sua amministrazione, ha chiesto “lealtà istituzionale” all’opposizione. “Abbiamo bisogno di un patto di Stato”, ha spiegato Sánchez durante un’intervista al canale TVE, in cui ha anche spiegato che “l’emergenza climatica sta superando tutte le stime degli scienziati”. Non mancano, tuttavia, le critiche. Ester Muñoz, portavoce del Partito Popolare, ha subito attaccato le parole del leader socialista in quella che ha definito la sua “prima intervista in un anno”, accusando Sánchez di voler coprire gli errori della passata gestione e considerando la proposta una mera “cortina fumogena” con cui il governo vorrebbe distogliere l’attenzione dalla sua responsabilità nella gestione degli incendi, la cui prevenzione ed estinzione sono di competenza dei governi regionali. Vox, invece, continua a negare che esista un’“emergenza climatica”, mentre i partiti della sinistra radicale giudicano il piano troppo lento nell’attuazione. Molti osservatori sottolineano, inoltre, come l’efficacia dipenderà dalla capacità di applicare le misure in tutte le regioni, spesso restie a cedere competenze allo Stato centrale. Il Patto di Stato si inserisce comunque in una traiettoria più ampia e si propone come un tassello ulteriore, volto ad affrontare in modo organico fenomeni sempre più frequenti e distruttivi. La Ley 7/2021, nota come Ley de cambio climático y transición energética, approvata nel 20 maggio 2021, ha fissato la neutralità carbonica al 2050. Nel 2024, dopo le alluvioni, è stato introdotto un “congedo climatico” retribuito, che consente ai lavoratori di assentarsi per alcuni giorni in caso di emergenze ambientali. Esistono poi piani di adattamento come l’Horizon 2035, dedicato alla riduzione dei rischi naturali. Il governo presenterà una nuova proposta rafforzata entro la fine dell’anno: la sua efficacia dipenderà dalla capacità di applicare le misure promesse, superare le divisioni politiche e garantire che le risorse vengano impiegate con rapidità e concretezza.

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Enrica Perucchietti

Laureata con lode in Filosofia, vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Collabora con diverse testate e canali di informazione indipendente. È autrice di numerosi saggi di successo. Per L’Indipendente cura la rubrica Anti fakenews.

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