giovedì 4 Settembre 2025

In Italia il 90% delle scuole non è in regola con le certificazioni di sicurezza

Nove scuole su dieci in Italia non sono in regola con le certificazioni obbligatorie di sicurezza. Le cifre, raccolte nel dossier di Tuttoscuola, rivelano che su circa quarantamila edifici scolastici statali soltanto il dieci per cento è in regola con tutte e cinque le certificazioni previste per legge: il certificato di agibilità, quello di prevenzione incendi, l’omologazione della centrale termica, il piano di evacuazione e il documento di valutazione dei rischi. In totale, sono trentaseimila i plessi scolastici dove mancano di una o più certificazioni. Ben 3.588 edifici (il 9% del totale) risultano completamente privi di ogni tipo di attestazione, nonostante ogni giorno vi entrino circa settecentomila tra studenti, insegnanti e personale amministrativo. Mentre da decenni si parla di sicurezza, si moltiplicano le normative, si scrivono leggi e decreti, nella quotidianità le scuole restano luoghi insicuri.

L’analisi di Tuttoscuola, testata specializzata nel settore scolastico, realizzata sulla base dei dati ufficiali per l’anno scolastico 2023-24 pubblicati il 14 luglio scorso dall’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, la banca dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è la prima ad aver scandagliato edificio per edificio, ricostruendo un quadro puntuale che smonta ogni illusione: non siamo di fronte a casi isolati, ma a un problema strutturale che attraversa l’intera penisola. Naturalmente, non tutte le Regioni si trovano nella stessa situazione: la distribuzione territoriale mostra squilibri profondi. Al Nord le percentuali di scuole a norma si attestano attorno al cinquanta per cento, con Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia che raggiungono valori poco sopra la metà del totale. La Valle d’Aosta rappresenta un’anomalia virtuosa: lì quasi l’88 per cento dei plessi è dotato di tutte le certificazioni, un dato che stride con quello di altre Regioni e che dimostra come la messa in sicurezza non sia un miraggio impossibile, ma una scelta politica e amministrativa. Scendendo lungo la penisola la situazione peggiora rapidamente. La maglia nera va al Lazio, con appena il 12,7 per cento delle scuole risulta in regola, la percentuale più bassa a livello nazionale. Nelle isole, e in particolare in Sardegna, i numeri precipitano ulteriormente: soltanto il 14,2 per cento degli edifici ha tutte le carte in ordine. Nel resto del Sud e del Centro-Sud si oscilla attorno al trenta per cento, nonostante i plessi scolastici siano spesso situati in luoghi di vulnerabilità sismica e idrogeologica. In Liguria il dato si ferma al 31,1 per cento, mentre regioni come Abruzzo e Campania faticano a superare la soglia del trenta. Lombardia e Marche restano intorno al cinquanta.

Fonti del Ministero dell’Istruzione e del Merito hanno provato a ridimensionare alla stampa l’impatto del dossier, sottolineando che i dati si riferiscono all’anno scolastico 2023-2024 e non tengono conto dei lavori già avviati grazie ai fondi del PNRR e ai finanziamenti ministeriali. Secondo fonti ufficiali, sono in corso interventi su oltre diecimila edifici, che corrispondono al ventidue per cento del patrimonio edilizio scolastico, e si tratterebbe del più grande piano di messa in sicurezza mai avviato in Italia. Il problema, tuttavia, è che i risultati saranno visibili soltanto tra alcuni anni e, nel frattempo, gli studenti continueranno a frequentare scuole che mancano delle certificazioni basilari. Il ministero precisa, inoltre, che la responsabilità degli interventi antisismici e delle manutenzioni spetta in prima battuta agli enti locali. Un rimpallo che dura da decenni e che finora non ha risolto nulla: le amministrazioni comunali e provinciali, spesso prive di risorse, hanno rinviato gli interventi o si sono limitate a tamponare le emergenze. Così si accumula un’eredità di incuria lunga sessant’anni, mentre le nuove generazioni crescono dentro mura che rischiano di crollare o impianti che non rispettano gli standard di sicurezza. Quando si parla di sicurezza scolastica, il discorso pubblico si limita a pochi slogan, mentre il tema scompare rapidamente dall’agenda politica e mediatica, salvo riemergere in seguito a crolli, cedimenti strutturali o tragedie sfiorate, quando l’indignazione dura lo spazio di un giorno. Poi cala di nuovo l’oblio.

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Enrica Perucchietti

Laureata con lode in Filosofia, vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Collabora con diverse testate e canali di informazione indipendente. È autrice di numerosi saggi di successo. Per L’Indipendente cura la rubrica Anti fakenews.

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