Alla fine è successo quello che tutti si aspettavano: a Socrepes, località nei pressi di Cortina d’Ampezzo dove si sta costruendo una cabinovia per le Olimpiadi del 2026, il terreno ha ceduto, aprendo una voragine di 15 metri di lunghezza. Eppure cittadini ed enti locali avevano avvertito tanto la Regione Veneto quanto la Sovrintendenza: questa sarebbe stata la conseguenza più che prevedibile della scelta di aprire un cantiere in un’area ad alto rischio di frane.
La costruzione dell’opera, considerata di cruciale importanza per le Olimpiadi invernali che inizieranno a febbraio 2026 in quanto dovrebbe collegare il centro di Cortina con le piste delle Tofane, era già stata bloccata nel 2024, quando il Comitato Tecnico Regionale ne aveva sospeso l’approvazione proprio per via delle criticità ambientali. Il progetto, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 130 milioni di euro, presentava agli occhi degli esperti «discordanze e carenza di indagini», chiedendo che fossero fatte tutta una serie di integrazioni. La zona risulta infatti di pericolosità compresa tra il livello P2 (pericolosità geologica media) e P3 (periocolosità geologica elevata). Tutto poi evidentemente sistemato, dal momento che i lavori sono ripresi fino a bloccarsi questo fine settimana, dopo che nel terreno si è aperta una spaccatura.

La consigliera comunale di Cortina, Roberta de Zanna, ha dichiarato alla stampa che «è successo quello che tutti temevamo: la coesistenza in un’area ristretta di tre mega cantieri con imponenti opere di scavo ha provocato una frattura nel terreno lunga oltre 15 metri. È noto che tutto il versante è soggetto a frane». Nell’area, oltre al cantiere della cabinovia, sono infatti presenti quello per l’ampliamento del rifugio Ria de Saco e quello della stazione di arrivo della cabinovia. Secondo de Zanna, le problematiche alla radicec dell’apertura della voragine nel terreno possono essere solo due: scarsa accuratezza delle indagini geologiche o un alto livello di compromissione dell’area.
Non si tratta certo di un fenomeno isolato: nel luglio di quest’anno le frane e gli smottamenti nella zona sono stati numerosi e hanno interessato, in particolare, proprio la zona di Cortina. Caduta di massi e cedimento del terreno sono solo gli ultimi, in ordine cronologico, tra i problemi che l’organizzazione delle Olimpiadi di Cortina ’26 deve affrontare, dopo essere già stata oggetto di critiche e mala gestione. Di fatto, molte delle opere in programma sono considerate oggi irrealizzabili, o non giungeranno in tempo per vedere l’inizio dell’evento (alcune si prevede non saranno pronte prima del 2028).