mercoledì 3 Settembre 2025

Putin avvicina l’accordo con l’Ucraina: ok a garanzie di sicurezza e ingresso nell’UE

Nel corso di un incontro con il primo ministro slovacco Robert Fico, svoltosi a Pechino, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca non si è mai opposta a una eventuale adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e che ritiene possibile trovare un accordo sulla sicurezza per entrambe i Paesi. Tuttavia, ha ribadito che l’eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO è «un’altra questione». Il presidente ha poi definito «assordità» l’ipotesi, avanzata da alcuni leader UE, secondo la quale la Russia avrebbe piani di aggressione contro l’Europa. Le radici del conflitto attuale, ha riferito Putin, sono da ricercare nella necessità della Russia di reagire a quello che ha definito un tentativo dell’Occidente e della NATO di assorbire l’intero spazio post-sovietico, con le conseguenti implicazioni di sicurezza per Mosca. Putin si è inoltre detto soddisfatto del fatto che l’amministrazione Trump sia disposta a dialogare con Mosca.

Il conflitto in Ucraina, ha dichiarato Putin, non è scoppiato «a causa del nostro comportamento aggressivo», ma per via «dell’incoraggiamento da parte dell’Occidente al colpo di Stato in Ucraina». Nonostante nel 2014 i funzionari di Francia, Germania e Polonia avessero «firmato come garanti di un accordo tra le autorità di opposizione in Ucraina», pochi giorni dopo «è stato compiuto un colpo di Stato» e i tre Paesi in questione, anzichè intervenire per «per riportare il processo politico in Ucraina nel quadro costituzionale», hanno «sostenuto coloro che hanno organizzato il colpo di Stato». «È così che è iniziato questo conflitto», ha dichiarato Putin, aggiungendo che, successivamente, la situazione è «giunta al culmine» in Crimea e in Donbass. L’aggressione, ha dichiarato il presidente, non è avvenuta per un comportamento aggressivo della Russia, ma «dell’altra parte»: in sostanza, «noi non abbiamo altri obiettivi se non proteggere i nostri interessi». In questo contesto, «la NATO viene usata come strumento per conquistare tutto lo spazio post-sovietico», fattore al quale «dovevamo reagire». Per quanto riguarda le ipotesi, avanzate più volte in sede UE, di un piano russo per aggredire l’Europa, si tratta di «una totale assurdità senza fondamento». I «tentativi incessanti di alimentare l’isteria su una presunta intenzione della Russia di attaccare l’Europa» sono atti di «provocazione o totale incompetenza», dal momento che «qualsiasi persona ragionevole capisce perfettamente che la Russia non ha mai avuto, non ha e non avrà mai alcun desiderio di attaccare nessuno». Quest’ipotesi è stata suggerita in maniera più o meno esplicita, oltre che dall’Ucraina, anche personalità quali l’alta rappresentante europea per gli Affari Esteri Kaja Kallas e il segretario della NATO Mark Rutte.

In merito all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, «non abbiamo mai sollevato obiezioni». L’ingresso nella NATO, invece, «è una questione diversa, poichè riguarda la sicurezza della Federazione Russa» nel lungo termine. Un’eventualità di questo tipo, ha chiarito Putin, è «inaccettabile». Sebbene spetti all’Ucraina garantire la propria sicurezza, questa «non può avvenire a scapito della sicurezza di altri Paesi», come affermato anche in numerosi documenti fondamentali «relativi alla sicurezza in Europa». Facendo riferimento ai colloqui avvenuti a ferragosto con il presidente americano Donald Trump ad Anchorage, in Alaska, Putin ha dichiarato che «esistono opzioni per garantire la sicurezza dell’Ucraina nel caso in cui il conflitto dovesse terminare» e sulle quali «penso che potremo raggiungere un consenso».

Alle parole di Putin hanno fatto eco le dichiarazioni del ministro degli Affari Esteri russo Lavrov. Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano indonesiano Kompas, Lavrov ha dichiarato che la risoluzione pacifica del conflitto rimane «una priorità» per Mosca. Dopo i primi colloqui di pace del 2022, falliti dopo che «il regime di Kiev, seguendo i consigli dei suoi manipolatori occidentali, ha abbandonato il trattato di pace scegliendo invece di continuare la guerra», questi sono ripresi nella primavera di quest’anno e «sono stati compiuti progressi su questioni umanitarie». A questi sono seguiti i colloqui con l’amministrazione Trump, con il colloquio in Alaska che è stato «molto proficuo».

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Valeria Casolaro

Ha studiato giornalismo a Torino e Madrid. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, frequenta la magistrale in Antropologia. Prima di iniziare l’attività di giornalista ha lavorato nel campo delle migrazioni e della violenza di genere. Si occupa di diritti, migrazioni e movimenti sociali.

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