giovedì 7 Agosto 2025

Il Libano ha ordinato il disarmo del movimento Hezbollah

Il governo libanese ha deciso di disarmare Hezbollah. L’annuncio arriva dopo le ripetute pressioni degli USA, che hanno chiesto ai neoinsediati vertici del Paese di smantellare le capacità del gruppo per aprire la strada a una normalizzazione dei rapporti con Israele. A darlo è il primo ministro Nawaf Salam, il quale ha specificato che ora l’esercito ha tempo fino alla fine del mese per presentare un piano per l’approvazione definitiva della misura, che sarà implementata entro l’anno. Sin da prima dell’annuncio, il leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che avrebbe disatteso eventuali ordini di disarmo, che a suo avviso servirebbero solo gli interessi di Israele: in un comunicato rilasciato dopo la decisione del premier ha definito la scelta dei vertici del Paese una «strategia arrendevole e un chiaro abbandono dei fondamenti della sovranità del Libano». Lo Stato ebraico, intanto, non cessa le attività militari nel Paese e continua ad avanzare nel sud del Libano, violando l’accordo di cessate il fuoco.

L’annuncio del governo libanese, ripreso dall’agenzia di stampa statale NNA, è arrivato martedì 5 agosto, a margine di un’attesa riunione di gabinetto che ha visto la partecipazione del governo libanese e del presidente Joseph Aoun. Il gabinetto, nello specifico, ha ordinato all’esercito di elaborare un piano per togliere le armi al movimento libanese, dando ai propri vertici militari un mese di tempo per la sua consegna; entro la fine dell’anno, invece, quello stesso piano dovrà essere applicato ed Hezbollah dovrà cedere le armi. Salam, da tempo oppositore di Hezbollah, ha motivato la propria scelta affermando che «è dovere dello Stato monopolizzare il possesso di armi». Vista l’influenza del movimento, però, le discussioni continueranno oggi, con una nuova riunione di gabinetto. La scelta del governo libanese è stata presa sulla base di un documento presentato dagli Stati Uniti tramite l’inviato speciale Tom Barrack, che propone una serie di passi da compiere per arrivare progressivamente a una normalizzazione dei rapporti con Israele, a siglare una pace tra i due Paesi e ad aprire il Libano agli investimenti.

Hezbollah si rifiuta tanto di disarmarsi, quanto di implementare il piano di Barrack: secondo Qassem e i vertici del movimento, cercare un accordo volto a disarmare definitivamente il movimento non sarebbe necessario, e non farebbe altro che minare la sovranità del Libano, rendendo il Paese vassallo degli interessi israeliani e statunitensi: «il memorandum di Barrack mira a spogliare il Libano della sua capacità militare, privandolo della resistenza e impedendo all’esercito libanese di possedere armi diverse da quelle di portata nazionale, che non influiscono in alcun modo su Israele. Non accettiamo alcun nuovo accordo diverso dal precedente tra lo Stato libanese e Israele, e consideriamo qualsiasi calendario proposto per l’attuazione sotto l’egida dell’aggressione israeliana inaccettabile». Effettivamente, fa notare il movimento, un cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele esiste già e i suoi termini sono sempre stati rispettati da Hezbollah; a non farlo, piuttosto, è lo stesso Stato ebraico.

L’accordo, siglato a fine novembre 2024, prevede la cessazione totale delle ostilità e il ritiro di Hezbollah dal sud del Paese. Esso fissa il limite invalicabile per il movimento al fiume Litani, oltre il quale solo l’esercito e le forze internazionali possono entrare; neanche l’esercito israeliano, in teoria, potrebbe oltrepassare il confine. Nonostante l’accordo, Israele non ha mai cessato di bombardare il Libano e di far progredire le proprie forze terrestri sempre più a fondo nell’area meridionale del Paese. Dopo l’accordo di novembre, Israele ha violato i patti con cadenza quasi giornaliera. L’ultima violazione è stata registrata a fine luglio, quando Israele ha bombardato la valle della Bekaa, situata nell’area nord-orientale del Paese, e preso di mira la zona di Ghaziyeh, nel Libano meridionale, provocando un incendio in un magazzino.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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