Con 156 voti favorevoli, 85 contrari e 6 astenuti, la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al Decreto Sport. Esso include diverse norme, prime fra tutte quelle rivolte a coprire i buchi di bilancio della Fondazione Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali 2026. Il decreto-legge “Sport” stanzia infatti 328 milioni di euro alla istituzione di un nuovo Commissario per le Paralimpiadi, che avrebbe il compito di «subentrare nei rapporti giuridici della Fondazione». Una formulazione che appare come una scusa per scorporare parte dei costi, dal momento che le Paralimpiadi erano già presenti nel Comitato. Nel mentre, significativi ritardi sulla realizzazione di molte opere, numerosi problemi di bilancio e scandali – anche giudiziari – sulla mala gestione dei lavori complicano ulteriormente la situazione, aumentando i timori per la buona riuscita dei Giochi.
Con l’obiettivo dichiarato di «favorire l’inclusione sociale e abbattere le barriere sociali e culturali promuovendo la pratica sportiva delle persone con disabilità e i principi del movimento paralimpico», si legge all’art. 5 del decreto, «è nominato un Commissario straordinario quale soggetto responsabile del processo di indirizzo, coordinamento e attuazione delle attività e degli interventi necessari all’organizzazione e allo svolgimento dei XIV Giochi paralimpici invernali “Milano-Cortina 2026”». E proprio qua si incardina la lievitazione della spesa prevista per le Olimpiadi rispetto alle previsioni originali. A rivelarlo, mettendolo nero su bianco, è infatti la relazione tecnica pubblicata dalla Camera dei Deputati che accompagna il decreto, in cui si conferma l’assegnazione di quasi 400 milioni di euro a Fondazione Milano Cortina, proprio grazie alla creazione del commissario per le Paralimpiadi. A quest’ultimo il governo assegna 248 milioni di euro per «la tempestiva realizzazione degli interventi» e altri 79 milioni per «le esigenze di carattere logistico necessarie allo svolgimento delle competizioni sportive», portando la somma a 328 milioni. Inoltre, vengono veicolati 43 milioni per potenziare la sicurezza attorno alle sedi olimpiche, con l’esborso complessivo che sale a 371 milioni di euro.
Nel frattempo, i lavori per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 affrontano numerosi problemi, tra cui ritardi, difficoltà di bilancio e disastri naturali. Tra giugno e luglio, il bellunese è stato colpito da frane e smottamenti che hanno interessato la statale Alemagna, una delle strade principali su cui si dovrebbero realizzare opere per le Olimpiadi, sollevando molte preoccupazioni circa i rischi idrogeologici nell’area. I comitati locali avevano già avvisato nel 2021 sui pericoli legati alle opere olimpiche, ma senza riscontro, trovandosi anche a dover pagare risarcimenti. Nello specifico, gli smottamenti si sono verificati nei pressi di tre importanti progetti stradali a San Vito di Cadore, Valle di Cadore e Pieve di Cadore, che insieme ammontano a 250 milioni di euro. Inoltre, la società SIMICO ha in programma la costruzione di due varianti stradali, una a Longarone e una a Cortina, ma i lavori non sono nemmeno iniziati, con scadenze di completamento nel 2027 e 2028. Altri lavori legati alle Olimpiadi stanno accumulando ritardi. 21 progetti nel Veneto, di cui 8 non saranno completati prima dell’inizio dei Giochi. Ad esempio, la ristrutturazione dell’Arena di Verona per la cerimonia di apertura e chiusura delle Olimpiadi non sarà pronta prima di dicembre 2026, mentre la riqualificazione di Piazza Mercato e altre infrastrutture cruciali sono in forte ritardo.
A complicare ulteriormente la situazione, ci sono gli scandali e i concreti indicatori di mala gestione che hanno segnato l’organizzazione dei Giochi. Lo scorso aprile la Procura di Milano ha chiesto di archiviare l’inchiesta sulla Fondazione organizzatrice, in cui si ipotizzano reati di corruzione e turbativa d’asta, ma ha sollevato la questione di costituzionalità sul decreto del governo che, trasformandola in ente privato, avrebbe ostacolato intercettazioni e sequestri preventivi di un presunto profitto di reato di circa 4 milioni. Il tutto non considerando un buco milionario generato dalla Fondazione: in un contesto già segnato da deficit patrimoniali accumulati dalla Fondazione – oltre 107 milioni – la stima dei costi è infatti lievitata di ulteriori 180-270 milioni.