lunedì 28 Luglio 2025

Spazio: dall’Italia il primo modulo abitativo permanente che atterrerà sulla Luna

Thales Alenia Space Italia (TAS) ha firmato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) l’accordo per lo sviluppo preliminare del Multi‑Purpose Habitation module (MPH), il primo avamposto umano permanente destinato ad accogliere gli equipaggi sulla superficie lunare nell’ambito del programma Artemis della NASA. Il modulo MPH, interamente progettato e realizzato a Torino negli stabilimenti di TAS, offrirà un ambiente abitativo e di lavoro per astronauti, supporterà esperimenti scientifici sia in presenza di equipaggio sia in modalità robotica e potrà spostarsi autonomamente sulla superficie lunare tramite un sistema di mobilità integrato. In pratica, un camper spaziale pronto a solcare la Luna.

«MPH rappresenta una ennesima sfida scientifica per l’Italia e per l’ASI», ha dichiarato Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, sottolineando l’elevato livello di coinvolgimento che la ricerca italiana ambisce a raggiungere su scala globale. «La firma odierna conferma l’importante e continuo impegno del Governo Italiano nel sostenere lo sviluppo della Space Economy e nel supportare le eccellenze italiane riconosciute nel mondo». 

Sul fronte politico, durante il comizio di due giorni Spazio Made in Italy promosso da Fratelli d’Italia, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sottolineato enfaticamente che «con il modulo MPH l’Italia realizzerà la prima vera casa per la permanenza degli astronauti sulla Luna: un habitat mobile, dedicato alla ricerca scientifica e all’esplorazione. Questo è il risultato di una visione politica chiara: fare dell’Italia una potenza spaziale».

L’Italia intende far leva su questo traguardo per candidarsi a un ruolo di primo piano nella nuova corsa spaziale, puntando a diventare un hub europeo per l’esplorazione umana oltre l’orbita terrestre. A livello puramente contrattuale, il progetto del modulo abitativo si inserisce in una fitta rete di collaborazioni internazionali e rientra in un accordo biennale nel quale Thales Alenia Space svolge il ruolo di operatore principale, venendo affiancato da Altec, società partecipata sia da ASI (36,25%) che da TAS stessa (63,75%). Thales Alenia Space Italia rappresenta poi a sua volta una joint venture composta dall’azienda italiana della Difesa, Leonardo (33%), l’Agenzia Spaziale Italiana e la francese Thales (67%). 

Dal punto di vista operativo, il modulo dovrà garantire la resistenza alle condizioni estreme del suolo lunare: sbalzi termici fino a centinaia di gradi, elevati livelli di radiazione, abrasività delle polveri e micrometeoriti, nonché il regime di gravità ridotta. La prima fase di progettazione includerà lo sviluppo di tecnologie critiche quali la protezione termica, i sistemi di supporto vitale e il controllo della polvere lunare, con la fase di progettazione preliminare che dovrebbe essere terminata entro il 2027.

Successivamente, ASI e NASA coordineranno i test a terra dei prototipi e definiranno le fasi di integrazione, fino al lancio previsto da Cape Canaveral nel 2033, con un ciclo di vita progettuale minimo di dieci anni. Sin da subito si delineano però degli ostacoli: proprio in questi giorni, la NASA ha confermato che si alleggerirà di più del 20% della sua forza lavoro. 3870 dipendenti hanno infatti accolto gli incentivi governativi all’esodo, un alleggerimento pensato formalmente nell’ottica di rendere più efficiente l’infrastruttura dell’Agenzia spaziale. Un presupposto scomodo per il programma Artemis, il quale è già vittima di molteplici ritardi e contrattempi.

Avatar photo

Walter Ferri

Giornalista milanese, per L’Indipendente si occupa della stesura di articoli di analisi nel campo della tecnologia, dei diritti informatici, della privacy e dei nuovi media, indagando le implicazioni sociali ed etiche delle nuove tecnologie. È coautore e curatore del libro Sopravvivere nell'era dell'Intelligenza Artificiale.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

3 Commenti

  1. Thales Alenia Space Italia rappresenta poi a sua volta una joint venture composta dall’azienda italiana della Difesa, Leonardo (33%).

    Ma Leonardo non è coinvolta direttamente con il genocidio di Gaza? Questa ‘gloriosa’ impresa lo rende meno genocidio?

  2. Come no, dopo spezzeremo le reni alla Grecia e l’Impero si piglia l’Abissinia, il glorioso stivale di piglia anche la Luna e lo Spazio tutto impiantandoci il glorioso tricolore! Intanto Von der Leyen si mette a novanta e con lei tutta EU e Italia. Avanti pure così

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria