Dopo che, nel corso di un’intervista, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che, per il momento, l’Italia non riconoscerà lo Stato di Palestina, in quanto la mossa potrebbe risultare «controproducente» per la causa palestinese stessa, 48 ex ambasciatori italiani hanno sottoscritto una lettera nella quale chiedono il governo di ripensare la propria posizione. Secondo i diplomatici, è urgente che il nostro Paese metta in atto una serie di misure, dall’interruzione dei rapporti con Israele al sostenere vere e proprie sanzioni, oltre ad un «immediato riconoscimento dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione a due Stati», prevista per oggi all’ONU.
«Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie»: inizia così il testo della missiva indirizzata alla capo di governo dai 40 diplomatici in congedo, secondo i quali «ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza». «Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all’autodifesa e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio». Per questo motivo, «non servono più le dichiarazioni», ma è necessario passare a fatti concreti: interruzione di ogni forma di cooperazione con Israele, sanzioni e riconoscimento formale dello Stato di Palestina,
In una intervista rilasciata lo scorso sabato 26 luglio a Repubblica, Meloni aveva dichiarato che riconoscere lo Stato palestinese quando questo esiste solo sulla carta potrebbe portare a pensare che il problema sia risolto, quando, in realtà, non lo è. «Quanto ho detto è la ragione per la quale essendo favorevolissima allo Stato della Palestina, non sono favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione», ha dichiarato la presidente del Consiglio. Una posizione volta a mantenere ben saldo l’asse con l’alleato Netanyahu, nonchè in piena linea con la posizione statunitense sul tema. Intanto, nel mondo sono già 147 (su 193) i Paesi delle Nazioni Unite che riconoscono lo Stato di Palestina. A questi si dovrebbe aggiungere la Francia, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente Macron.