lunedì 28 Luglio 2025

Israele sequestra nuovamente la nave della Freedom Flotilla, a bordo due italiani

A circa 50 miglia nautiche dalla costa di Gaza, la nave Handala, della Freedom Flotilla Coalition, il movimento che si batte per rompere l’assedio israeliano su Gaza, è stata fermata illegalmente e sequestrata dalle autorità israeliane. La nuova Freedom Flotilla è stata intercettata in acque internazionali e successivamente condotta fino al porto di Ashdod, dove l’equipaggio è stato fatto sbarcare e arrestato. L’imbarcazione, partita da Siracusa con a bordo 21 attivisti di 12 nazionalità, mirava a portare aiuti simbolici alla popolazione palestinese. L’equipaggio si trova ora di fronte a due possibilità: firmare e rientrare nel Paese di provenienza, oppure rifiutare e rimanere in stato di trattenimento in attesa di espulsione. Tra i fermati figurano anche due italiani: lo skipper barese Tony La Piccirella, che risulta ancora detenuto, e il giornalista siciliano Antonio Mazzeo, che dovrebbe essere rimpatriato.

Le forze israeliane hanno intercettato Handala alle 22:43 di sabato 26 luglio, mentre la nave si trovava a 49,1 miglia nautiche da Gaza, in acque internazionali. In un video condiviso sulle piattaforme social del gruppo si vedono i 21 attivisti seduti uno di fianco all’altro con le mani alzate e i giubbotti di salvataggio indosso, mentre le imbarcazioni israeliane si avvicinano alla nave umanitaria per fare salire un gruppo di circa dieci soldati tutti armati di fucile. Dopo essere stata fermata, la nave è stata condotta al porto di Ashdod e agli attivisti è stata data l’opzione di scegliere se venire rimpatriati subito o venire detenuti. Il giorno dopo, il centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, Adalah, ha dichiarato di avere incontrato 17 dei 21 attivisti affermando di averli trovati in «condizioni relativamente stabili». Adalah ha spiegato che Israele sta trattando gli attivisti come persone entrate clandestinamente sul proprio territorio, malgrado siano stati arrestati mentre si trovavano all’infuori da esso. Il centro legale ha inoltre reso noto che, degli attivisti incontrati, tre, tra cui Antonio Mazzeo, hanno deciso di venire rimpatriati, 12, tra cui Tony La Piccirella, hanno deciso di venire arrestati, e due, entrambi di cittadinanza israelo-statunitense, sono stati interrogati e rilasciati e risultano ora sotto custodia di Adalah.

La Handala era partita da Siracusa il 13 luglio con a bordo latte in polvere per i bambini di Gaza, cibo, acqua e medicine. Il 20 luglio, la nave è salpata dalla Puglia per arrivare a Gaza. Nel corso dell’intero viaggio, scrive il gruppo sui suoi canali social, l’imbarcazione è stata seguita da droni di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) e da quelli greci; arrivata attorno a novanta miglia nautiche dalla costa gazawi, invece, Israele ha mobilitato direttamente i propri droni. Il gruppo ha inoltre reso noto che, quando si trovava a bordo dell’imbarcazione, l’equipaggio ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere ai propri governi di interrompere tutte le proprie relazioni con Israele.

Quella di sabato non è la prima volta che Israele ferma, sequestra o attacca una nave della Freedom Flottilla. La prima volta è capitato alla nave Conscience, attaccata in piena notte da droni al largo delle coste di Malta. In seguito all’attacco, le voci di condanna da parte della comunità internazionale sono state particolarmente deboli, e il Parlamento europeo ha rifiutato di discutere dell’accaduto, malgrado le richieste di alcuni deputati. Dopo Conscience, è stata la volta di Madleen, a bordo della quale si trovava anche la nota attivista ambientale Greta Thunberg. I fatti di Madleen sono stati analoghi a quelli che hanno coinvolto Handala: la nave era partita da Catania, carica di cibo e aiuti umanitari. Nel corso del viaggio, la nave era stata sorvegliata ripetutamente da droni; nella notte tra l’8 e il 9 giugno è stata fermata dall’esercito israeliano, nonostante si trovasse in acque internazionali, dove Israele non ha giurisdizione. La nave è stata sequestrata e dirottata verso le coste israeliane, e gli attivisti sono stati arrestati. Alcuni di essi hanno firmato delle carte per essere rimpatriati, mentre altri sono rimasti in Israele in attesa di processo e sono stati detenuti in carcere. Il 16 giugno, tutti gli attivisti presenti sull’imbarcazione sono stati rimpatriati.

Avatar photo

Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

1 commento

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti