Il governo brasiliano ha annunciato di aver quasi completato un intervento formale contro lo Stato di Israele, che presenterà alla Corte Internazionale di Giustizia nell’ambito della causa per genocidio intentata dal Sudafrica. Nella sua dichiarazione, Brasilia «esprime profonda indignazione per i ricorrenti episodi di violenza contro la popolazione civile nello Stato di Palestina» e critica il senso di impunità che circonda i crimini israeliani contro i palestinesi, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania. Con tale annuncio, il Brasile diventa il quindicesimo Paese a dichiarare la propria intenzione di unirsi al caso contro Israele, nonché il quarto dell’America meridionale dopo Bolivia, Cile e Colombia.
L’annuncio del governo brasiliano è arrivato mercoledì 23 luglio. Brasilia spiega che la sua decisione si fonda sui doveri e sugli obblighi giuridici che il Paese ha – come tutti gli Stati – di muoversi per garantire il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umanitari, «data la plausibilità che i diritti dei palestinesi alla protezione contro gli atti di genocidio siano irreversibilmente compromessi, come concluso dalla Corte Internazionale di Giustizia nelle misure cautelari annunciate nel 2024». Nel suo comunicato, l’esecutivo fa riferimento agli attacchi israeliani contro la popolazione civile, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania, nonché alle infrastrutture civili, religiose e alle sedi di istituzioni umanitarie e internazionali. «La comunità internazionale non può rimanere inattiva di fronte alle atrocità in corso. Il Brasile ritiene che non ci sia più spazio per l’ambiguità morale o l’inazione politica». Brasilia spiega di essere ormai arrivata «nelle fasi finali» per presentare un intervento alla CIG.
Il Brasile è il quindicesimo Paese a dichiarare la propria intenzione di unirsi alla causa per genocidio intentata dal Sudafrica. A dichiarare la propria intenzione di presentare un atto formale contro lo Stato di Israele sono stati il Nicaragua (in data 8 febbraio 2024), il Belgio (11 marzo), la Colombia (5 aprile), la Libia (10 maggio), l’Egitto (12 maggio), le Maldive (13 maggio), il Messico (24 maggio), l’Irlanda (27 maggio), Cuba (22 giugno), la Palestina (3 giugno), la Spagna (6 giugno), la Turchia (7 agosto), il Cile (13 settembre) e la Bolivia (9 ottobre). Di questi, Nicaragua, Colombia, Libia, Messico, Palestina, Spagna e Irlanda hanno fatto richiesta di entrare nella causa o presentato memorie contro Israele.
Visto che l’Italia fascista non si aggiungerà mai, speriamo che la Lista Zaia rompi con la Lega e il Veneto si aggiunga autonomamente a costo di Secessione.