Il 22 luglio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’approvazione del Parlamento, ha firmato un importante disegno di legge che di fatto elimina l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione del Paese. Nello specifico, la normativa prevede la subordinazione dell’Ufficio Nazionale Anticorruzione (NABU) e della Procura Speciale Anticorruzione (SAPO) al Procuratore generale. Secondo gli attivisti e gli esponenti dell’opposizione, ciò renderà impossibile per queste agenzie indagare sui funzionari in carica di alto livello senza l’approvazione dell’amministrazione Zelensky, subordinando così le forze dell’ordine al controllo del governo. La firma del disegno di legge ha suscitato forti proteste in tutto il Paese: si tratta delle prime proteste a livello nazionale dall’inizio della guerra con la Russia nel 2022. Le manifestazioni si sono svolte in diverse città importanti dell’Ucraina, tra cui Kiev, Leopoli, Dnipro e Odessa. Diversi legislatori e esperti ritengono che con questa legge l’Ucraina si sia diretta verso l’autoritarismo e l’illegalità.
Il disegno di legge è stato approvato con il sostegno di 263 deputati, con 13 voti contrari e 13 astenuti e le proteste dei cittadini erano già in corso mentre Zelensky ha firmato il testo. Le due agenzie (l’Ufficio Nazionale Anticorruzione e la Procura Speciale Anticorruzione) erano state create nel 2015, in seguito alla Rivoluzione di Maidan, come parte delle riforme filo-Occidentali, ma quasi subito i governi filoeuropei che hanno guidato l’Ucraina dopo la rimozione dell’ex presidente Viktor Yanukovic, hanno cercato di limitarne i poteri. Solo Zelensky però è riuscito pienamente nell’intento con la firma di un disegno di legge apposito. In particolare, compito della NABU era indagare sulla corruzione ai vertici politici e, successivamente, i suoi casi venivano giudicati dall’Alta Corte Anticorruzione. La nuova legge conferirebbe al procuratore generale l’autorità legale di interferire nel lavoro della NABU e della SAPO e di sottrarre loro qualsiasi caso se lo riterrà opportuno, secondo quanto ha riferito al Kyiv Independent Olena Shcherban, esperta dell’Anti-Corruption Action Center. In Ucraina, il procuratore generale è una figura politica, nominata dal presidente e approvata dal parlamento controllato dal partito di maggioranza.
Secondo alcune testimonianze, il disegno di legge è stato approvato con violazioni procedurali. In particolare, secondo Shcherban, i parlamentari non hanno ricevuto il testo del disegno di legge in tempo utile per visionarlo. «Quello che è successo oggi in aula è stato scioccante», ha dichiarato al Kyiv Independent Inna Sovsun, deputata del partito Holos. «Il disegno di legge è stato approvato nonostante evidenti violazioni procedurali e i deputati del partito Servo del Popolo [il partito di Zelensky, N.d.R.] hanno applaudito». Anche Anastasia Radina, presidente della commissione parlamentare anticorruzione dello stesso partito di Zelensky, ha affermato che l’atto è stato approvato con gravi violazioni procedurali. Inoltre, l’approvazione della legge è avvenuta dopo le perquisizioni a tappeto condotte dalle forze dell’ordine presso le sedi di NABU e SAPO il 21 luglio, proprio nel periodo in cui si sta svolgendo un procedimento penale contro Vitaly Shabunin, uno dei principali attivisti anticorruzione in Ucraina e critici di Zelensky.
Da parte sua, il capo della NABU, Kryvonos, ha esortato senza successo Zelensky a porre il veto al disegno di legge e ha dichiarato di non essere stato contattato dal presidente per discutere dell’intenzione di approvare la nuova normativa. La decisione del governo ucraino rappresenta un ostacolo per le aspirazioni dell’ex Stato sovietico di adesione all’UE, le cui condizioni per l’ingresso comprendono progressi nelle riforme anticorruzione. «Lo smantellamento delle principali garanzie a tutela dell’indipendenza della NABU rappresenta un grave passo indietro», ha affermato Marta Kos, commissaria europea per l’allargamento.
Nel frattempo, è esplosa anche la rabbia degli ucraini: in migliaia sono scesi in piazza dopo la decisione della Verchovna Rada (il parlamento monocamerale ucraino) di smantellare le agenzie anticorruzione, nonostante la legge marziale che vieta gli assembramenti pubblici. Nella capitale, i manifestanti – che comprendevano veterani, soldati in servizio e civili – con bandiere e cartelli gridavano «Giù le mani da NABU e SAP», «Porre il veto alla legge» e «Nessuna corruzione nel governo». A Leopoli diverse centinaia di persone si sono radunate per esternare la loro indignazione e difendere l’indipendenza delle agenzie anticorruzione. Attorno alla statua del poeta più acclamato dell’Ucraina, Taras Shevchenko, i dimostranti hanno esposto cartelli con cui chiedevano al presidente di bloccare la legge. Anche a Kiev, il coro principale, ripetuto più volte, era rivolto al presidente: «Porre il veto alla legge». Secondo alcuni manifestanti, non porre il veto alla legge equivale a calpestare la memoria di tutti coloro che sono morti al fronte. Con questo atto normativo, il governo ucraino si avvia sempre più sulla strada dell’autoritarismo, contraddicendo quelle presunte aspirazioni democratiche che avrebbero spinto l’Ucraina e lo stesso partito di Zelensky (Servo del popolo) ad avvicinarsi all’UE e ad allontanarsi dalla Russia fin dalle proteste di Maidan del 2014.
Questa è la “DEMOCRATICA” Ucraina che vogliono portare in UE? Corrotti criminali (quelli a Bruxelles ovvio)