Sono quasi 200 le persone arrestate nel Regno Unito per avere manifestato a supporto di Palestine Action, il gruppo di attivisti che si batte per i diritti del popolo palestinese recentemente dichiarato terrorista dal Paese. Le proteste in favore del gruppo sono sorte sin dal suo inserimento nella lista delle organizzazioni terroristiche. Inizialmente concentratesi a Londra, le manifestazioni si sono rapidamente estese in tutto il Paese, arrivando anche a Manchester, Bristol, Liverpool, Edimburgo e altre località. Palestine Action è un movimento che organizza atti di sabotaggio contro i giganti dell’industria bellica coinvolti nel genocidio a Gaza. A inizio luglio è stato dichiarato terrorista dopo avere condotto una azione all’interno di una base dell’aviazione britannica, danneggiando due aerei; da allora chiunque collabori con il gruppo, promuova le sue attività o manifesti a suo favore è passibile di arresto.
Le ultime proteste a sostegno di Palestine Action e contro il genocidio in Palestina hanno portato a 110 arresti. Sabato, a Westminster, Londra, si è tenuta una protesta nei pressi della piazza del Parlamento, dove sono state arrestate 55 persone. I media britannici come l’agenzia di stampa BBC riportano che gli arresti avrebbero coinvolto persone di oltre 60 anni, e che sarebbe stata portata via anche una donna di 80 anni con lievi problemi motori. Parallelamente, sempre a Londra, la piattaforma Palestine Coalition, che tiene insieme diversi gruppi che si battono per i diritti del popolo palestinese, ha organizzato una marcia in favore di Palestine Action, e la polizia ha arrestato 10 manifestanti. Sempre sabato, la polizia di Avon e Somerset ha dichiarato al sito di informazione Epigram, di avere fermato una protesta che si stava tenendo presso il Green College di Bristol, arrestando 17 persone; anche in questo caso, tra le persone portate via figurano alcuni anziani, come si vede in un video diffuso dal canale di informazione Bristol 24/7. Altre 16 persone sono state arrestate in una protesta tenutasi a Manchester, vicino alla statua di Gandhi, nei pressi della piazza della cattedrale cittadina. Un’altra piazza di cattedrale sede di una protesta è stata quella di Truro (in Cornovaglia, Inghilterra), dove sono state arrestate altre 8 persone. A Liverpool, arrestate altre 4 persone. In Inghilterra ci sono state proteste anche a Kendal (località situata vicino al fiume Kent) e Canterbury.
Oltre alle proteste in Inghilterra, le mobilitazioni a favore di Palestine Action hanno interessato anche il Galles meridionale, l’Irlanda del Nord e la Scozia. In Scozia, le proteste si sono concentrate a Edimburgo, dove sabato una trentina di persone si sono radunate davanti alla piazza del Parlamento. Malgrado non ci sia stato alcun arresto, il Guardian riporta che la polizia scozzese avrebbe arrestato un manifestante in occasione di un’altra manifestazione in sostegno del gruppo di attivisti. Le proteste in solidarietà a Palestine Action, infatti, vanno avanti sin da quando il movimento è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche, e stanno coinvolgendo persone di tutte le età e le regioni del Regno Unito. Agli arresti più recenti vanno aggiunti quelli delle settimane passate a Londra e Manchester, che portano il totale dei cittadini britannici presi in custodia per avere supportato Palestine Action almeno a 197. La legge britannica contro il terrorismo prevede infatti la detenzione per chiunque supporti in qualsiasi maniera i gruppi inseriti all’interno della lista: sostenere pubblicamente uno di questi gruppi è un reato che prevede fino a 14 anni di carcere. Nel frattempo Palestine Action ha presentato un ricorso in tribunale, e oggi dovrebbe arrivare la sentenza della Corte d’Appello.
Il signor Starmer è un fascista, Macron un autocrate, Merz un folle che non vede l’ora di scatenare la guerra con la Russia: l’europa è in mano a dei pazzi.