«Per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto da parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77° assemblea mondiale della sanità». In una mossa destinata a lasciare il segno nella politica sanitaria internazionale, il ministro alla Salute Orazio Schillaci ha scritto al direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, per ufficializzare che l’Italia rigetta gli emendamenti proposti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), adottati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Schillaci ha notificato il rifiuto del nostro Paese in una lettera, esercitando il diritto sovrano riconosciuto dall’art. 61 dello stesso regolamento.
La decisione italiana, presa in extremis, sul filo del termine ultimo previsto per l’opting-out – il 19 luglio – rappresenta una chiara presa di distanza da un percorso che, a giudizio del governo Meloni, minaccia la sovranità sanitaria nazionale. Una presa di posizione netta che segna un’ulteriore frattura tra Roma e Ginevra, dopo l’astensione dell’Italia sul controverso Trattato pandemico globale. Al centro del rifiuto vi sono preoccupazioni concrete: gli emendamenti introdurrebbero una definizione più ampia e opaca di «emergenza pandemica», conferendo poteri straordinari al direttore generale dell’OMS, tra cui la possibilità di dichiarare uno stato di emergenza anche in assenza del consenso dello Stato interessato.
Il passo dell’Italia segue quello degli Stati Uniti, dove la nuova amministrazione a guida Trump, con Marco Rubio al Dipartimento di Stato e Robert F. Kennedy alla Sanità, ha rigettato gli emendamenti in nome della «difesa della sovranità nazionale» e contro le «interferenze dei burocrati internazionali nelle politiche interne». Anche Roma – che solo pochi mesi fa, nel Parlamento europeo, sembrava orientata a sostenere le modifiche – cambia rotta, segnando una svolta clamorosa in politica estera sanitaria: nessuna delega a un organismo sovranazionale in grado di intervenire sulle decisioni interne in ambito sanitario.
Il senatore Claudio Borghi, tra i promotori della linea del rigetto, non ha esitato a rivendicare il risultato su X, anticipando la notizia, apparsa questa mattina nelle rassegna stampa. Da parte sua, la Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi) – che da mesi sollecitava il governo a respingere gli emendamenti – ha salutato la decisione come una risposta coraggiosa e necessaria a fronte di un processo negoziale opaco e di contenuti potenzialmente lesivi delle libertà fondamentali. Proprio la CMSi aveva inviato al governo Meloni una lettera, per invitarlo a rifiutare le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale: «Gli Emendamenti, benché molto mitigati rispetto a versioni precedenti che l’OMS aveva ripetutamente presentato, contengono comunque molte insidie per la sovranità nazionale», si spiegava nella missiva.
Tra le disposizioni più controverse contenute nella risoluzione WHA77.17, figura il rafforzamento del ruolo del Direttore Generale dell’OMS, cui si estendono di fatto poteri straordinari nella gestione delle emergenze sanitarie, senza adeguati contrappesi democratici. A seguire, l’inclusione dei “prodotti genici” tra le contromisure sanitarie, senza però definire criteri chiari di sicurezza, efficacia e consenso informato. Si prevedono, inoltre, forme di obbligo vaccinale legate non solo alla salute pubblica, ma anche a generici «obiettivi sociali ed economici», un’impostazione che solleva interrogativi costituzionali. Ancora più preoccupante, secondo la CMSi, è l’introduzione di clausole che impegnano formalmente gli Stati membri a contrastare la «disinformazione e misinformazione» secondo definizioni potenzialmente arbitrarie, demandando alla stessa OMS – o a soggetti sovranazionali – il potere di stabilire quali contenuti siano accettabili. Una deriva censoria che rischia di sopprimere il dibattito scientifico indipendente e marginalizzare le voci critiche all’interno della comunità medica, già perseguitate tramite la criminalizzazione del dissenso in epoca pandemica.
In parallelo, l’OMS avrebbe potuto stipulare accordi sanitari bilaterali non trasparenti e rafforzare un meccanismo di risposta pandemica globale che sottrae progressivamente margini decisionali ai singoli governi. A ciò si aggiungono dubbi sul reale impatto finanziario delle nuove disposizioni e sulla sostenibilità economica per i Paesi firmatari.
Con il rigetto degli emendamenti, l’Italia resta formalmente all’interno del sistema OMS e continuerà ad applicare il Regolamento Sanitario Internazionale del 2005, ancora pienamente valido. Tuttavia, questa scelta potrebbe comportare problemi di compatibilità, ad esempio nei confronti del nuovo certificato internazionale di vaccinazione, che verrà adottato da altri Stati. Viaggiatori italiani potrebbero incontrare ostacoli nei controlli sanitari internazionali in caso di emergenze future, ma per il governo Meloni i rischi di «abdicazione alla sovranità» sono ben maggiori di quelli operativi.
La posizione italiana, allineata a Washington, ma isolata rispetto al consenso espresso da larga parte dell’Unione Europea, apre ora a scenari inediti. È auspicabile che segua un serio dibattito parlamentare, scientifico e sociale sul futuro della governance sanitaria internazionale. In un’epoca segnata dalla medicalizzazione della politica e dalla digitalizzazione del controllo, difendere il pluralismo scientifico e la responsabilità democratica dall’oppressione del Leviatano tecno-sanitario è più che mai un atto di resistenza civile.
Bellissima notizia. Una delle poche cose buone che finora ha fatto questo governo e di cui bisogna darne atto all’ On. Borghi per l’ impegno profuso. Mi auguro che il prossimo passo sia l’ annullamento della disgraziata legge Boldrini sull’ obbligatorietà di 12 vaccini. Viva il nostro Senatore ed abbasso quel corrotto biologo direttore dell’OMS.
Cara Enrica Perucchietti, apprezzo spesso il tuo lavoro. Oggi no: Il rifiuto deii poteri della corrotta OMS è UNA BUONA NOTIZIA importante come e forse di più dell’approvazione del primo trattamento antimalarico per neonati al mondo. Con il sovranismo non ha nulla a che vedere così come con una complicità morbosa con gli USA. Bisogna essere onesti cara Perrucchietti quando gli “avversari” fanno una cosa buona!
Almeno su questo siamo tutti d’accordo!😅