Questa volta, non si tratta di strumenti per rompere noci o estrarre insetti, né di altri comportamenti già osservati legati alla sopravvivenza: alcuni scimpanzé hanno iniziato ad infilarsi fili d’erba o bastoncini nelle orecchie e in altre parti del corpo in quella che viene definita una vera e propria “tendenza virale”. È quanto emerge da un nuovo studio condotto da un team internazionale di ricercatori, sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Behaviour. Analizzando il comportamento di 147 individui in otto gruppi sociali all’interno del Chimfunshi Wildlife Orphanage Trust in Zambia, gli scienziati hanno stabilito che questa “moda” si è diffusa tramite apprendimento sociale e senza alcuna funzione apparente: «È più una questione di moda tra gli scimpanzé», secondo il coautore e ricercatore Jake Brooker. Secondo i colleghi, inoltre, la scoperta metterebbe in discussione l’idea che le tradizioni arbitrarie siano esclusive degli esseri umani, visto che gli scimpanzé, in cattività e con molto tempo libero, sembrano adottare e trasmettere comportamenti simbolici simili a quelli culturali. Tutte caratteristiche che, secondo gli autori, potrebbero avere profonde implicazioni sul modo in cui si concepiscono le origini della cultura umana.
Per anni l’apprendimento sociale negli animali è stato studiato in relazione a pratiche utili: l’uso di utensili, la caccia, le tecniche di foraggiamento. Il nuovo studio, quindi, pubblicato sulla rivista Behaviour con il sostegno della Templeton World Charity Foundation, si è concentrato in maniera innovativa su tradizioni non funzionali. Le osservazioni risalgono al 2010, quando al Chimfunshi Wildlife Orphanage una femmina di scimpanzé fu vista indossare fili d’erba dall’orecchio. Ben presto, altri membri del gruppo iniziarono a imitarla e, il comportamento, apparentemente privo di utilità pratica, è stato associato a momenti di relax e gioco, e si manifestava inoltre in un ambiente privo di predatori o competizione alimentare. Una dinamica simile, poi, è riapparsa oltre dieci anni dopo in un gruppo diverso, situato quindici chilometri più a nord. Secondo Ed van Leeuwen, autore principale e professore all’Università di Utrecht, è probabile che il secondo gruppo sia stato influenzato dagli stessi tutori umani, che nella prima area erano soliti pulirsi le orecchie con fiammiferi o rametti. L’ipotesi, quindi, è che gli scimpanzé abbiano appreso il comportamento dai custodi, prima di trasmetterlo tra loro. Un vero e proprio caso di copia interspecie, che secondo la ricercatrice Elodie Freymann dell’Università di Oxford, «è davvero sconvolgente».
In totale, la nuova ricerca ha documentato due tradizioni bizzarre all’interno di uno degli otto gruppi analizzati: cinque scimpanzé hanno adottato la pratica di infilare bastoncini nelle orecchie, sei quella di inserirli nel retto. Le due tendenze si sono diffuse rapidamente nel giro di poche settimane, senza coinvolgere altri gruppi del santuario, a eccezione di due individui legati a una tradizione simile osservata nel passato. Van Leeuwen cita anche un episodio analogo osservato nei Paesi Bassi, in cui una femmina in uno zoo ha iniziato a camminare come se trasportasse un cucciolo. Lo stesso stile di camminata, poi, è diventato la norma tra le femmine del gruppo, al punto che quelle che lo adottavano venivano persino integrate più rapidamente. Per gli autori, questi comportamenti “di moda” non sono semplici bizzarrie, ma strumenti di coesione sociale: come negli esseri umani, imitare uno stile condiviso può favorire l’integrazione e le relazioni: «È una tendenza che diventa virale attraverso l’apprendimento sociale», commenta Van Leeuwen, aggiungendo che il prossimo obiettivo sarà indagare se gli scimpanzé siano in grado di innovare tecniche di foraggiamento sempre più complesse, ponendo così le basi per una cultura cumulativa. Nel frattempo però, gli autori concordano sul fatto che si tratti comunque di una scoperta che apre una nuova prospettiva sul confine tra natura e cultura, dimostrando che il desiderio di appartenere a un gruppo e condividere simboli potrebbe non essere un’esclusiva umana.
Alla fine del tuo interessante articolo, Roberto, c’è la seguente affermazione:
“dimostrando che il desiderio di appartenere a un gruppo e condividere simboli potrebbe non essere un’esclusiva umana”
che potrebbe essere un altro modo per spiegare il comportamento coatto, da cui si potrebbe anche arguire che alcuni umani (che appendono pupazzi alle borse eccetera) si comportano come gli scimpanzè; senza offesa per gli scimpanzè, sottolineo.