Il marchio di abbigliamento di lusso Loro Piana è stato messo sotto amministrazione giudiziaria con l’accusa di avere subappaltato colposamente parte della propria produzione ad aziende che sfruttano i lavoratori. A chiedere e ottenere la misura di prevenzione è stata la Procura di Milano, impegnata in una più ampia indagine sullo stato di salute dei marchi di abbigliamento in Italia. Quella di Loro Piana è la quinta amministrazione giudiziaria che ha investito il settore tra il 2024 e il 2025. Gli altri brand di lusso coinvolti sono Alviero Martini, Armani Operations, Manufactures Dior e Valentino Bags Lab.
Loro Piana è un brand vercellese dell’abbigliamento di lusso specializzato in cashmere, parte del gruppo Moët Hennessy Louis Vuitton (LVMH). L’accusa mossa dalla Procura di Milano a Loro Piana è quella di aver instaurato rapporti stabili “con soggetti dediti allo sfruttamento dei lavoratori” e agevolato “colposamente” il caporalato cinese lungo la filiera della lavorazione del cashmere in Italia. In questo modo, vestiti venduti a migliaia di euro nei negozi Loro Piana nascondevano costi di lavorazione da circa un centinaio di euro, per un sistema di caporalato e sfruttamento a danno degli operai ricostruito dai carabinieri del Comando Tutela Lavoro. È emersa una catena di appalti e subappalti, con al vertice Loro Piana, impegnata nell’ideazione dei capi di abbigliamento. La realizzazione era affidata invece a Evergreen, una società con 7 operai e quasi nessun macchinario, che a sua volta si rivolgeva — come ricostruito dal filone giudiziario — alla Sor-Man, altra azienda italiana che subappaltava a due ditte cinesi: la Clover Moda e la Day Meiying. Secondo il Tribunale di Milano, queste ditte erano impostate su condizioni di lavoro illegali, tra evasione fiscale e contributiva e carenze nella sicurezza degli operai, sottopagati e “di fatto continuamente sorvegliati”. Inoltre, i consumi energetici delle ditte hanno rivelato che “il lavoro era svolto per tutto il giorno, indistintamente” compresi “sabati e domeniche ed i giorni festivi”.
Proprio il Tribunale di Milano ha accolto la richiesta della Procura e disposto per Loro Piana l’amministrazione giudiziaria, una misura preventiva, “volta non a punire l’imprenditore che sia intraneo all’associazione criminale, quanto a contrastare la contaminazione antigiuridica di imprese sane, sottoponendole a controllo giudiziario” — come spiegato dallo stesso Tribunale di Milano in una pronuncia recente. Mentre appaltatori e subappaltatori sono stati denunciati e multati, Loro Piana non risulta infatti indagata dai magistrati. Il brand di lusso vercellese, che conta all’attivo più di 2mila dipendenti e un fatturato da oltre 1,6 miliardi di euro, avrebbe comunque agevolato il sistema di sfruttamento e caporalato, ottenendo la massimizzazione dei profitti dall’abbattimento illegale dei costi di produzione. Pertanto, l’amministratore giudiziario discuterà nei prossimi mesi coi giudici del piano di risanamento aziendale, costringendo la società a rivedere le proprie politiche di appalti e subappalti. Questa misura, insieme alle quattro comminate ai colossi della moda italiana, punta a un radicale cambio di gestione del settore, che, come rivelato dai recenti filoni investigativi, nasconde spesso dietro abiti costosi attacchi alla dignità dei lavoratori. Starà poi alla classe politica decidere di cogliere o meno i segnali della magistratura e procedere con una regolamentazione più stringente sulla catena di appalti e subappalti su cui si regge il lavoro nel nostro Paese.
In sostanza come quasi sempre accade in questo paese quando commetti reati, non gli succederà nulla e potranno trovare altri modi per delinquere