domenica 13 Luglio 2025

La Freedom Flotilla sta ripartendo dall’Italia per rompere l’assedio israeliano su Gaza

Una nave della Freedom Flotilla, la coalizione di attivisti che opera per rompere l’assedio israeliano su Gaza, partirà da Siracusa per consegnare aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia. Una prima parte della missione inizierà oggi, domenica 13 luglio, a bordo della nave Handala, che aveva già tentato di partire lo scorso anno. Handala prenderà la rotta verso Gallipoli, da dove, dopo una breve tappa, salperà verso Gaza, carica di cibo, medicine e aiuti per la popolazione palestinese. La missione di Handala arriva a poco più di un mese di distanza dall’ultima spedizione del gruppo, che si era scontrata con la prevedibile resistenza israeliana: dopo varie intimidazioni, la nave era stata fermata in acque internazionali, e gli attivisti erano stati arrestati e rimpatriati.

Il primo viaggio di Handala verso Gallipoli dovrebbe iniziare fra qualche ora; oggi alle 10:30, gli attivisti della Freedom Flotilla hanno tenuto una conferenza stampa presso il Foro Vittorio Emanuele II di Siracusa. A bordo della nave sono presenti 18 persone, tra cui alcuni dei partecipanti all’ultima missione con la nave Madleen. A bordo ci saranno volontari, medici, avvocati, attivisti e giornalisti. Non è noto se, dopo la partenza da Gallipoli, la nave intenda spezzare il viaggio facendo brevi soste in altri porti; ciò che è certo è che la meta finale sarà Gaza, per rompere l’assedio illegale israeliano: «La nave porterà aiuti umanitari salvavita e un messaggio di solidarietà da parte di persone di tutto il mondo che si rifiutano di stare in silenzio mentre Gaza viene affamata, bombardata e sepolta sotto le macerie».

Handala è la terza nave della coalizione Freedom Flotilla a prendere il largo da inizio anno. La prima era stata Conscience, attaccata in piena notte con droni al largo delle coste di Malta. In seguito all’attacco, le voci di condanna da parte della comunità internazionale sono state particolarmente timide, e il Parlamento europeo ha rifiutato di discutere dell’accaduto, malgrado le richieste di alcuni deputati. Dopo Conscience, era stata la volta di Madleen, a bordo della quale era salpata anche la nota attivista per l’ambiente Greta Thunberg. Madleen era partita da Catania, carica di cibo e aiuti umanitari. Nel corso del viaggio, la nave era stata sorvegliata più di una volta da droni; la notte tra l’8 e il 9 giugno, è stata fermata dall’esercito israeliano nonostante si trovasse in acque internazionali, dove Israele non ha giurisdizione. La nave è stata sequestrata e dirottata verso le coste israeliane, e gli attivisti sono stati arrestati. Alcuni di essi hanno firmato delle carte per essere rimpatriati, mentre altri sono rimasti in Israele in attesa di processo e sono stati detenuti in carcere. Il 16 giugno, tutti gli attivisti presenti sull’imbarcazione sono stati rimpatriati.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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