lunedì 23 Giugno 2025

Diretta – L’Iran ha attaccato le basi USA in Medio Oriente

Lunedì 23 giugno. Dopo che, domenica 22 giugno, gli Stati Uniti sono entrati in guerra contro l’Iran a fianco di Israele (qui il nostro flusso di ieri), continuano gli attacchi di Tel Aviv contro Teheran. Prosegue la nostra diretta del conflitto.


Diversi ufficiali statunitensi starebbero rivelando in condizioni di anonimato ai media del Paese che l’Iran avebbe informato in anticipo gli USA degli attacchi. La notizia è uscita da fonti diversificate su CNN, e sul New York Times, che riportano che Washington non avrebbe intenzione di rispondere a Teheran. La stessa CNN riporta che l’inviato speciale USA per i Medio Oriente, Steve Witkoff, sarebbe tornato in contatto con le autorità iraniane dopo l’attacco di ieri. L’agenzia di stampa Reuters, intanto, riporta di un funzionario iraniano che avrebbe affermato che il Paese sarebbe pronto a sedersi al tavolo dei negoziati, ma senza accettare una pace imposte dall’alto.


I Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Bahrein, Oman) hanno condannato l’attacco iraniano sulle basi militari statunitensi nel Golfo Persico. L’annuncio arriva dal segretario del gruppo, Jasem Mohamed Albudaiwi, e segue una analoga dichiarazione di condanna rilasciata dal Qatar. Doha, di preciso, ha affermato che si riserva il diritto di rispondere agli attacchi iraniani. L’Arabia Saudita ha annunciato che sarebbe pronta a fornire sostegno al Qatar in caso di risposta.


Nel frattempo, le sirene di allarme hanno iniziato a suonare nei centri iraniani di Tabriz (nell’area nord-occidentale del Paese), Esfahan (ieri colpita dagli USA), Karaj (a circa 40 chilometri da Teheran) e Teheran. L’attacco è stato lanciato attorno alle 19:45, ma gli aggiornamenti disponibili sono ancora ridotti. Nella capitale, Israele ha lanciato un attacco sui quartieri di Ekbatan (a ovest) e di Narmark (a nordest), e sono state udite due esplosioni nel centro della città.


Anche Iraq e Kuwait hanno annunciato la chiusura del proprio spazio aereo, mentre in Bahrein ha dato ai propri cittadini il via libera per uscire dai propri rifugi. Nel frattempo, sembra che i segnali GPS nell’area del golfo siano tornati a funzionare. In questo momento, dal sito di monitoraggio Flight Radar, sembrerebbe che alcuni degli aerei in volo nei Paesi che hanno chiuso il proprio spazio aereo stiano venendo dirottati altrove.

Un’immagine scattata sul sito di monitoraggio Flight Radar alle 20:04.

Alla notizia di un imminente attacco, il Bahrein ha chiuso il proprio spazio aereo, mentre sembra che gli USA si starebbero preparando all’arrivo dei missili iraniani. Da quanto riportano alcuni media, i jet statunitensi sarebbero decollati dall’Arabia Saudita.


In seguito all’annuncio del possibile attacco iraniano in Bahrein, le sirene di allarme avrebbero iniziato a suonare nel Paese. Secondo media indipendenti, le autorità avrebbero inoltre invitato ai cittadini e alle persone presenti sul posto di trovare rifugio immediatamente.


In seguito alla conferma dell’attacco missilistico da parte dell’Iran anche gli Emirati Arabi Uniti, come il Qatar, hanno annunciato la chiusura del proprio spazio aereo.


Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha confermato gli attacchi presso le basi statunitensi in Qatar e in Iraq, e sostiene di avere colpito con un missile la base qatariota di Al Udeid. Alcuni media indipendenti rilevano che vicino alla struttura si sarebbe sollevato del fumo. Ancora nessuna conferma degli attacchi alle basi in Bahrein e Kuwait.

Un video dell’attacco iraniano in Qatar condiviso dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim.

È stato segnalato un primo lancio di missili iraniani in Medio Oriente. L’agenzia di stampa Reuters riporta di esplosioni a Doha in Qatar, dove l’Iran ha lanciato 6 missili. Secondo quanto riportano i media, sarebbero stati tutti intercettati. In Iraq l’Iran ha preso di mira la base militare di Al Asad, attaccandola con un missile. Anche questo missile sarebbe stato intercettato.


Nelle ultime ore diversi segnali indicherebbero che l’Iran stia preparando un attacco contro la base statunitense di Al Udeid in Qatar. Nella regione si sono verificate interruzioni ai segnali di GPS, e i media segnalano presunti spostamenti dei lanciamissili iraniani nella regione. In risposta, il Qatar ha chiuso momentaneamente lo spazio aereo, dirottando i voli in Arabia Saudita, e ha invitato i cittadini a rimanere al sicuro. Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno inviato aerei nel Golfo Persico, e alcune squadriglie di aerei statunitensi sono state viste occupare lo spazio aereo saudita.


I media israeliani hanno riferito di almeno 4 siti colpiti da missili iraniani nel Paese, ma non è ancora chiaro dove e cosa sia stato danneggiato. Le sirene israeliane hanno suonato per almeno mezz’ora, l’allarme più lungo lanciato dal’inizio del conflitto. Il Times of Israel riferisce che almeno uno dei missili iraniani ha colpito una “infrastruttura strategica” nel sud di Israele, provocando interruzioni di corrente nelle aree vicine.


Per “eccesso di cautela”, l’ambasciata USA in Qatar ha invitato i cittadini statunitensi a mettersi al riparo “fino a nuovo ordine”. Il messaggio è stato inviato via mail a tutti gli americani che si trovano nello Stato del Golfo, dove si trova la base di Al Udeid. Questa, dove si trovano circa 10 mila soldati USA, funge infatti da quartier generale avanzato del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM).


Israele ha lanciato un massiccio bombardamento sull’Iran, che va ormai avanti da oltre un’ora. La città più colpita è la capitale Teheran, dove Israele ha preso di mira obiettivi civili e militari. In un’area della campagna della capitale, lo Stato ebraico ha preso di mira una sede dei pasdaran, le cui condizioni sono ancora ignote; in generale, sono state colpite diverse basi delle IRGC (Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica), su cui tuttavia non abbiamo alcun aggiornamento. Attaccata anche una delle linee di alimentazione elettrica nel distretto di Evin, nel nord di Teheran, dove si è verificato un blackout. Sempre a Evin, Israele ha preso di mira l’omonimo carcere, noto per detenere prigionieri politici, giornalisti, attivisti e cittadini stranieri. Israele ha inoltre bombardato un edificio della emittente di Stato IRIB, uno della mezzaluna rossa iraniana, e uno dell’Università Shahid Beheshti. Ignoti i danni a tali edifici.

Dopo avere colpito Teheran, lo Stato ebraico ha preso di mira lo stabilimento di Fordo, principale bersaglio del bombardamento statunitense di ieri, 22 giugno. L’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Tasnim, ha affermato che gli attacchi di ieri avrebbero provocato danni ridotti e che anche quelli israeliani non dovrebbero mettere in pericolo la struttura e i cittadini; malgrado ciò, il bombardamento è ancora in corso e non è davvero noto quali saranno le entità dei danni. Israele ha bombardato anche una strada di accesso al sito.

Colonne di fumo si alzano da Teheran.

L’Iran sta lanciando una ondata di missili verso tutto lo Stato di Israele, dove le campane d’allarme suonano da circa un’ora. Nel frattempo iniziano ad arrivare i primi aggiornamenti: nell’area meridionale del Paese, i missili sono riusciti a impattare ad Ashdod, dove tuttavia non è chiaro cosa sia stato stato preso di mira; secondo alcuni dovrebbe essere stata colpita una centrale elettrica. Sempre nel sud, colpita una centrale elettrica ad Ascalona, dove si è è stato segnalato un blackout. I bombardamenti iraniani si sono abbattuti anche sulla capitale Tel Aviv, dove almeno un missile è riuscito a superare le difese israeliane. Nel distretto settentrionale di Israele, almeno due missili sono riusciti a colpire Haifa, mentre uno dovrebbe essersi abbattuto a Safad. Colpita, infine, un’area nel Negev.

L’impatto ad Ashdod.

In un post sul suo social network Truth, il presidente degli Stati Uniti ha adattato il proprio motto “Make America Great Again” all’Iran («Make Iran Great Again»), e iniziato a invocare un ipotetico cambio di regime: «Non è politicamente corretto usare il termine “cambio di regime”, ma se l’attuale regime iraniano non è in grado di rendere l’Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime? MIGA!». La dichiarazione di Trump va contro quanto dichiarato dal proprio vicepresidente JD Vance e dal Segretario di Stato Marco Rubio nella giornata di ieri.


L’esercito israeliano ha dichiarato, in un post apparso sul proprio account X in ebraico, di aver condotto attacchi contro 6 aeroporti nell’Iran centrale, occidentale ed orientale, attraverso aerei pilotati a distanza che hanno distrutto in tutto 15 mezzi da combattimento iraniani. Negli attacchi sarebbero stati distrutti “vie di fuga, bunker sotterranei, un aereo da rifornimeno e aerei F-14, F-5 e AH-1”.


L’attacco lanciato dagli Stati Uniti all’Iran segue giorni di tensione e incertezza, in cui gli USA hanno mobilitato un gran quantità di aerei da guerra nella regione. Venerdì 20 giugno, il presidente Trump ha annunciato che avrebbe deciso se attaccare i siti nucleari iraniani entro 14 giorni. I bombardamenti statunitensi arrivano dopo l’escalation militare tra i due Paesi innescata da un attacco israeliano contro obiettivi militari e nucleari iraniani, con cui Israele ha ucciso diversi vertici militari iraniani. L’aggressione è stata motivata adducendo al contenuto di un recente rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che segnalava gli elevati livelli di arricchimento dell’uranio registrati nelle centrali iraniane: Israele ha accusato l’Iran a un passo da dotarsi di un arsenale nucleare, affermazione smentita dalla stessa AIEA. L’attacco di questa notte arriva dopo le continue richieste di Israele che ha continuato a descrivere il programma di arricchimento nucleare iraniano come una minaccia per Israele e per il mondo.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

8 Commenti

  1. Gli ebrei e gli americani hanno sempre creato problemi al mondo. Di solito chi crea problemi viene isolato non applaudito. E noi guardiamo quasi impassibili all’espressione peggiore dell’essere umano. Dovremmo aggiungere una materia obbligatoria dal primo anno delle scuole elementari, LO STUDIO DELL’ESSERE UMANO, forse tante cose si potrebbero evitare e si comincerebbe a capire che l’uomo non è solo buono o solo cattivo, è entrambe le cose e quello che fa emergere una caratteristica rispetto all’altra è il luogo dove nasce, il contesto e la cultura. E ci sono tante altre cose che si dovrebbero studiare di questo essere umano. I risultati hanno sempre un’origine.

  2. La guerra fa parte del DNA dei bulli americani, e rappresenta una fetta consistente dell’economia. Niente di strano in fondo: coerenza commerciale mascherata (più per paura che altro)
    Noi italiani staremo buoni e zitti così magari nessuno si accorge che ci siamo e non ci coinvolgono…

  3. Certamente da fare i complimenti a Mr Peace, o Mr Bluff “Trump” per averci portato di nuovo in una guerra globale. Attaccare senza una dichiarazione di guerra, ne fa come quel sionista medio-orientale, un criminale di guerra alla pari. La prossima volta che sento ancora dell’attacco “false flag” di Pearl Harbor” vomiterò. Complimenti Mr “Bluff” President!!!!

  4. Impossibile dimenticare quando bombardarono i civili in Sicilia e Città come Padova e Treviso, mentre i conigli Italiani si preparavano a festeggiare l’arrivo dei peggiori invasori della storia del Mondo, i genocidi dei nativi Americani.
    Ora sono ancora in Guerra come sempre e se il risultato delle guerre è in mano a Dio o al Demonio, lo vedremo presto.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

+ visti