È confermato che a Roma, domani (sabato 21/6), a partire dalle ore 14, si terranno ben due cortei contro guerre e riarmo: uno partirà da Porta San Paolo e l’altro da Piazza Vittorio, con punti di arrivo ravvicinatissimi – Piazza del Colosseo e Fori Imperiali.
Questa settimana sono infatti fallite le trattative per arrivare a una piattaforma condivisa e a un corteo unico, nonostante l’impegno dei due gruppi promotori a raggiungere un’intesa sulle rivendicazioni principali, in particolare su quanto queste dovessero essere “essenziali” o “particolareggiate”.
Così, da San Paolo si marcerà «contro il riarmo» – quello voluto dalla Commissione Europea, punto e basta. Anche chi parte da Piazza Vittorio dirà «NO» alla spesa di 800 miliardi per gli strumenti di morte voluta dalla baronessa von der Leyen, ma con l’aggiunta di altri due altolà: «NO» alla richiesta della NATO di spendere il 5% del PIL in armamenti e «NO» alla permanenza dell’Italia nella NATO – punto che i promotori del primo corteo, invece, considerano divisivo.
Da San Paolo si marcerà «contro il genocidio», senza ulteriori specificazioni, mentre da Piazza Vittorio i manifestanti chiederanno – oltre alla condanna del genocidio perpetrato da Israele a Gaza e in Cisgiordania – di rompere le relazioni diplomatiche e militari tra l’Italia e Israele, di sostenere la Resistenza palestinese e di promuovere la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) per penalizzare Israele economicamente.
Da San Paolo si marcerà contro l’autoritarismo, con un ovvio riferimento al cosiddetto «decreto sicurezza», recentemente trasformato in legge. Idem da Piazza Vittorio, ma con l’aggiunta della richiesta di abrogare non solo quella legge, ma anche tutte le altre norme anti-protesta e antisindacali, volute dall’attuale governo e da quelli precedenti: norme definite «guerra sporca contro i movimenti sociali».
In pratica, i promotori del corteo da San Paolo hanno ricercato soprattutto una piattaforma inclusiva e quindi meno particolareggiata. Chi sono costoro? Dietro la sigla Stop Rearm Italia ci sono più di quattrocento associazioni e organizzazioni della società civile, come ARCI, Rete dei Numeri Pari e Rete No Bavaglio, con l’adesione esterna del M5S, di AVS e di una parte del PD.
Invece, tra i promotori del corteo che parte da Piazza Vittorio, riuniti dietro la sigla Disarmiamoli!, figurano diverse formazioni della “sinistra sinistra”, come Potere al Popolo, Unione Sindacale di Base, Patria Socialista, Rete dei Comunisti, Generazioni Future e ben tre associazioni di Palestinesi in Italia. Hanno preferito una piattaforma più specifica e politicamente più impegnativa.
«Infatti, essere generici fa perdere di vista le rivendicazioni che invece dobbiamo proclamare ad alta voce», dice Giorgio Cremaschi di Disarmiamoli!; «niente riarmo ma anche niente NATO, niente genocidio ma anche niente rapporti con Israele, basta con l’autoritarismo della legge sulla ‘‘Sicurezza’’ ma basta anche con le altre norme bavaglio!»
«Invece solo se ci muoviamo in modo convergente, in Italia e in Europa, possiamo farcela», ribatte Raffaela Bolini di Stop Rearm Italia; «solo insieme possiamo avere la forza che serve».
E per far capire quanto il riarmo sia inevitabilmente il preludio alla guerra, Bolini lancia la proposta di inscenare un die-in (la simulazione di una ecatombe) intorno al Colosseo: chiede ai manifestanti di portare un lenzuolo da stendere per terra e, a un segnale sonoro, di sdraiarvisi sopra, per rievocare i morti e la devastazione che le guerre causano tra tutti i contendenti.
Si prevede un’adesione massiccia ai due cortei che approderanno entrambi nel cuore della Roma antica. Infatti, Stop Rearm Italia e Disarmiamoli! hanno già annunciato decine di pullman in arrivo da tutta Italia – anzi, entrambe le formazioni hanno difficoltà a reperire abbastanza pullman, tante sono le richieste. «In fondo, l’esistenza di un doppio corteo può anche essere vista in positivo, come una bella incentivazione a partecipare, perché dà una possibilità di scelta alla gente,» dice Gianni Magini di Allerta Media, che seguirà in diretta l’evento. «Chi preferisce le rivendicazioni concrete di Disarmiamoli! può optare per Piazza Vittorio alle ore 14. Chi invece preferisce la piattaforma ‘‘inclusiva’’ di Stop Rearm Italia, può scegliere di partire da Porta San Paolo alla stessa ora.
Intanto, tutti quanti confluiranno, all’arrivo, nel medesimo cuore della Roma antica, un ravvicinamento che – ci auguriamo – possa proseguire nelle future iniziative dei due gruppi promotori.