martedì 17 Giugno 2025

L’Italia ha aderito ufficialmente all’Alleanza europea per l’energia nucleare

In occasione del Consiglio Energia dell’Unione Europea, andato in scena ieri a Lussemburgo, l’Italia ha formalizzato la propria adesione all’Alleanza europea per il nucleare, passando dal ruolo di semplice osservatore a quello di membro effettivo. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha parlato di una scelta coerente con la strategia energetica nazionale e con il principio della «neutralità tecnologica». L’adesione è il plastico risultato di un chiaro cambio di rotta sul nucleare, rivalutato come fonte «decarbonizzata, sicura e affidabile» nonostante le criticità irrisolte e due tornate referendarie in cui, nel 1987 e nel 2011, i cittadini italiani hanno espresso una netta contrarietà all’uso dell’energia atomica. L’Alleanza, ora a 17 Paesi, chiede che le centrali – incluse quelle con reattori modulari (SMR) – siano nodali nella transizione UE.

L’Alleanza europea per il nucleare è stata istituita nel febbraio 2023 su impulso della Francia, con l’obiettivo di promuovere la cooperazione fra gli Stati membri che riconoscono il nucleare come leva fondamentale per la decarbonizzazione, la sicurezza degli approvvigionamenti e l’autonomia strategica dell’Europa. All’avvio dell’iniziativa avevano aderito 13 paesi — Francia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ungheria — mentre Germania, Spagna e Italia hanno partecipato in veste di osservatori. Fino a pochi giorni fa, Roma sedeva ai tavoli dell’Alleanza senza diritto di voto. Con l’entrata formale, l’Italia potrà invece contribuire attivamente alla definizione delle strategie comuni, specialmente nello sviluppo di reattori modulari avanzati (SMR) e nella ricerca su fonti del futuro. Tra le priorità del gruppo ci sono l’accesso ai finanziamenti verdi, il sostegno pubblico agli investimenti e la cooperazione su ricerca e gestione dei rifiuti. «Con l’adesione all’Alleanza europea per il nucleare, l’Italia compie una scelta coraggiosa che guarda al futuro e ci consentirà di produrre energia pulita, sicura e a basso costo. Siamo pronti a questa grande sfida», ha scritto in un post pubblicato sui social Fratelli D’Italia, principale azionista di maggioranza e partito della premier Meloni.

L’entrata nell’Alleanza avviene pochi mesi dopo l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, della legge delega sul cosiddetto “nuovo nucleare sostenibile” (febbraio 2025), che ha affidato al governo il compito di predisporre decreti attuativi per introdurre nel nostro sistema gli Small Modular Reactors – i quali dovrebbero iniziare a essere operativi già dal 2030 – e istituire un’Autorità indipendente di vigilanza nucleare. Il provvedimento prevede la sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio di nuovi reattori, insieme alla gestione dei rifiuti radioattivi e allo smantellamento delle vecchie centrali. Inoltre, è in programma l’istituzione di strumenti di formazione per nuovi tecnici.

In Italia, la scommessa nucleare si scontra con la volontà popolare: due referendum (1987 e 2011) hanno infatti bocciato l’atomo con punte tra il 71% e il 94%, manifestando un rifiuto netto da parte dei cittadini. Nonostante ciò, nel disegno di legge delega il governo definisce il «nucleare sostenibile» una fonte «sicura e pulita», ignorando il passato e le evidenze internazionali. A spianare la strada alla nuova strategia è anche la ridefinizione dello scacchiere politico: tutti i partiti di centrodestra, che reggono la maggioranza, si dicono favorevoli all’introduzione dell’energia nucleare; il PD non ha mai manifestato una posizione chiara, mentre i più critici sono storicamente M5S e AVS. Ma a far pendere l’ago della bilancia a favore dei desiderata del governo c’è la posizione dei “centristi” Carlo Calenda e Matteo Renzi, da sempre favorevoli al nucleare di nuova generazione.

L’entusiasmo verso gli Small Modular Reactors (SMR) tanto cari a questa maggioranza per certi versi trasversale, in realtà, è peraltro stato recentemente smontato dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) all’interno di un report. Seppure siano stati promossi come più economici delle centrali tradizionali, secondo gli studiosi i costi degli SMR lievitano ben oltre le previsioni iniziali in progetti avviati in Russia, Cina, Argentina e Stati Uniti. E anziché costruirsi in tempi rapidi, soffrono importanti ritardi, mentre solare ed eolico avanzano a grande velocità: un evidente fallimento della retorica governativa sull’«efficienza» nucleare sperimentale. Il rapporto IEEFA ha inoltre messo in luce un alto grado di rischio tecnico, tipico di una tecnologia ancora acerba, che rende l’investimento in SMR un azzardo molto più che un’opportunità. Al contrario, solare, eolico, sistemi di accumulo e reti intelligenti emergono come alternative concrete e mature, già in grado di ridurre emissioni e costi.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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5 Commenti

  1. Credo che per scrivere questo articolo siano stati considerati solamente i lati negativi del nucleare, prendendo come riferimento un report dell’IEEFA “leggermente” di parte.
    Inoltre bisogna fare un discorso riguardante anche al fabbisogno energetico di una nazione e relazionarlo alla capacità produttiva di un certo tipo di energia. Mi spiego meglio: credete veramente sarebbe possibile coprire tutto il fabbisogno energetico italiano con l’eolico o il solare?

    • Se si direzionasse la ricerca verso l’eolico e il solare, chissà? Magari sì…
      Inoltre io in questi casi chiedo sempre: vicino a casa di chi mettiamo i bei reattorini e le belle discariche di scorie? Difficile che ottenga risposta, almeno di solito.
      Tutto questo naturalmente senza considerare (indipendentemente da ogni altra considerazione) l’ennesimo schiaffo in piena faccia alla volontà dei cittadini.

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