Una marea di persone, circa cinquemila secondo gli organizzatori, ha attraversato sabato pomeriggio le vie di Jesi (Ancona) per dire un secco e deciso “no” al progetto del maxi-impianto di smaltimento rifiuti tossici proposto da Edison, che dovrebbe trattare fino a 312mila tonnellate l’anno. Il corteo, promosso dall’assemblea permanente Stop Edison, ha seguito un anno di mobilitazione culminato in una consultazione popolare in cui il 96% dei partecipanti si è detto contrario. Alla manifestazione hanno partecipato comitati da varie aree delle Marche e dall’Abruzzo, rafforzando una protesta territoriale sempre più partecipata e determinata.
Un lungo corteo, partito da Porta Valle e conclusosi in Piazza della Repubblica, ha colorato la città in una manifestazione che ha superato ogni aspettativa. Nessuna bandiera, nessun simbolo di partito: solo volti, voci, cartelli e l’unione della comunità per la difesa del proprio territorio. Il progetto contestato, presentato da Edison Next Recology, prevede la costruzione di un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, capace di lavorare tra le 270mila e le 312mila tonnellate annue e produrre materiali cosiddetti “End of Waste” (cessazione della qualifica di rifiuto). Il sito individuato si trova nella zona industriale della Zipa, già al centro di criticità ambientali, in un’area densamente frequentata, tra insediamenti produttivi, centri commerciali e flussi continui di cittadini. Il contesto ambientale e sanitario resta al centro delle preoccupazioni. A pochi chilometri da Jesi, a Falconara, appena 24 ore prima del corteo, un incendio all’interno di un’azienda elettrica ha generato picchi anomali di benzene e polveri sottili, rinnovando timori e polemiche sulla gestione delle emergenze ambientali nella regione.
Il corteo si è snodato lungo le principali arterie della città, passando per via Setificio, via Garibaldi, via Mura Occidentali, Viale della Vittoria e Corso Matteotti. Lungo il percorso, gli applausi dei negozianti, i saluti dalle finestre e la partecipazione spontanea di chi ha deciso di unirsi anche solo per un tratto hanno reso la manifestazione un momento corale di condivisione. Tra i partecipanti, anche comitati e delegazioni provenienti da altri territori delle Marche e dell’Abruzzo impegnati nella difesa ambientale contro progetti ritenuti impattanti. Hanno sfilato anche il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e vari rappresentanti della maggioranza, mentre in apertura corteo si è registrato un passaggio silenzioso del presidente della Regione Francesco Acquaroli. Presenti anche esponenti di Fratelli d’Italia e dei centri sociali marchigiani, a testimonianza di una partecipazione ampia e trasversale. Non sono peraltro mancati volti noti della città, come gli sportivi Elisa Di Francisca e Roberto Mancini, che nei giorni scorsi avevano espresso pubblicamente il loro dissenso al progetto.
Promossa dall’Assemblea Permanente Stop Edison, la manifestazione ha rappresentato il culmine di oltre un anno di mobilitazione che ha coinvolto l’intera città attraverso petizioni, assemblee pubbliche, sit-in e una consultazione popolare che, tra giovedì 29 maggio e domenica 8 giugno, ha visto il 96% dei partecipanti esprimersi contro il progetto. I cittadini hanno potuto esprimere il loro voto in presenza o, in alternativa, sulla piattaforma Jedi Partecipa, di cui il sito ufficiale del Comune è dotato dallo scorso marzo. Ora l’attenzione si sposta sulle sedi istituzionali. Lunedì 16 giugno è prevista l’istruttoria pubblica sul progetto, mentre il 26 il Consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi sulla valutazione ambientale e sull’eventuale deroga all’altezza degli edifici prevista in zona industriale. Poi la palla passerà alla Conferenza dei Servizi, già avviata lo scorso maggio in Provincia.