lunedì 16 Giugno 2025

Favori, finanziamenti e voti dalla massoneria: indagata la sindaca di Prato

La sindaca di Prato Ilaria Bugetti è indagata dalla Procura di Firenze con l’accusa di aver favorito l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, ex amministratore del Gruppo Colle, in cambio di soldi e voti. Per i magistrati fiorentini, Bugetti – definita «compromessa e ricattabile» fin dai tempi in cui era sindaca di Cantagallo, Comune della provincia in cui ha sede il Gruppo Colle – avrebbe aiutato l’azienda di Matteini a ottenere agevolazioni su tariffe e limiti ambientali. In cambio avrebbe ricevuto 48mila euro da una società a lui riconducibile e 27mila euro per la campagna elettorale. In alcune conversazioni intercettate Matteini si sarebbe vantato di averle portato 4mila voti per le Regionali 2020. Garantiti, secondo i pm, dal network di influenze legato a una loggia massonica locale.

Lo scenario delineato dalla Procura di Firenze è un intreccio tra politica, massoneria e interessi imprenditoriali. Secondo i magistrati, Ilaria Bugetti, 52 anni, sarebbe stata legata da un patto di ferro all’imprenditore pratese Riccardo Matteini Bresci, ex gran maestro della loggia massonica “Gran Loggia d’Italia” di via Lazzerini e figura di spicco dell’industria tessile locale attraverso il Gruppo Colle. Un’alleanza che avrebbe avuto origine nella fase in cui Bugetti era sindaca del piccolo comune di Cantagallo – da lei governato tra il 2004 e il 2014 -, dove ha sede l’azienda di Matteini, e che si sarebbe consolidata nei successivi anni della sua carriera istituzionale. I magistrati sostengono che il supporto dell’imprenditore a Bugetti si sarebbe concretizzato in due campagne elettorali: nel 2020 per il Consiglio regionale e nel 2024 per la corsa a sindaca di Prato.

La sindaca, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe orientato il proprio operato amministrativo per favorire direttamente gli interessi del suo presunto sponsor. In particolare, sarebbe intervenuta su normative e procedure regionali legate alla depurazione delle acque reflue, un nodo cruciale per l’industria tessile. Gli interventi sarebbero stati mirati a ridurre i costi per il Gruppo Colle e a evitare sanzioni e controlli ambientali, anche facendo pressioni sull’assessora regionale Monia Monni (che non risulta indagata). Bugetti avrebbe inoltre favorito la cessione delle quote pubbliche del consorzio di depurazione Gida alla multiutility Alia Spa, con vantaggi ipotizzati per il fronte imprenditoriale. Tra gli elementi chiave inquadrati all’interno della richiesta di misura cautelare c’è inoltre un impiego part time non dichiarato che Bugetti avrebbe avuto fino al 2024 presso un’azienda di Matteini, remunerato, secondo la ricostruzione dei pm, senza una reale prestazione. Una circostanza che testimonierebbe il livello di asservimento della funzione pubblica.

I toni usati dall’imprenditore per riferirsi alla sindaca non lasciano dubbi sulla presunta subordinazione: in un’intercettazione la definisce «un mio attrezzo». Per i magistrati, entrambi vanno arrestati per rischio di inquinamento delle prove e pericolosità della reiterazione. L’ipotesi è quella di un sistema consolidato, in cui favori e decisioni pubbliche sarebbero stati sistematicamente piegati agli interessi privati di Matteini Bresci. La sindaca, difesa dagli avvocati Salvatore Tesoriero e Piernicola Badiani, ha respinto le accuse. In una nota ha dichiarato: «Mi sono subito messa a disposizione dell’autorità giudiziaria nel rispetto reciproco dei ruoli – ha dichiarato in una nota ribattuta dalle agenzie –. Ho piena fiducia nella magistratura e sono certa di poter chiarire ogni aspetto. Il mio operato è sempre stato improntato alla correttezza personale, istituzionale e giuridica». Il Partito Democratico, attraverso i suoi rappresentanti regionali e parlamentari, ha espresso solidarietà alla sindaca e fiducia nell’operato della magistratura.

Avatar photo

Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria