venerdì 13 Giugno 2025

Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto è indagato per corruzione

«Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia, mi dicono nell’ambito di un’inchiesta più ampia, che coinvolgerebbe più persone». Con queste parole, in un video pubblicato su Instagram, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha annunciato di essere indagato per corruzione dalla Procura di Catanzaro. Dopo giorni di voci e smentite, il governatore ha scelto di confermare personalmente l’indagine a suo carico, affermando: «Solitamente si dice “sono sereno, confido nella magistratura”. Sono sereno un piffero. Non sono sereno, perché essere iscritto nel registro degli indagati, anche a mia tutela, come mi dicono, per me è una cosa infamante: è come se mi avessero accusato di omicidio». L’atto nasce da una serie di accertamenti sui rapporti personali, politici e di affari che Occhiuto avrebbe intrattenuto con alcuni collaboratori e imprenditori locali.

L’avviso di garanzia porta la firma del procuratore Salvatore Curcio. Le informazioni sul contenuto dell’indagine sono ancora scarse, ma alcune indiscrezioni fanno risalire l’origine dell’inchiesta a una serie di articoli pubblicati dal quotidiano Domani, che aveva messo in luce una fitta rete di relazioni tra Occhiuto, l’imprenditoria locale e alcuni uomini delle istituzioni. In particolare, sotto i riflettori ci sarebbe Paolo Posteraro, ex socio di Occhiuto, consulente di Ferrovie della Calabria fino al 2024 e attualmente capo della segreteria della sottosegretaria Matilde Siracusano, compagna del governatore. Secondo quanto riportato dal quotidiano, Posteraro sarebbe anch’egli indagato per concorso in corruzione. I legami economici tra i due risalirebbero a prima dell’elezione di Occhiuto, in un contesto in cui, sempre secondo le indiscrezioni, l’Antiriciclaggio di Bankitalia avrebbe già acceso un faro su alcuni flussi finanziari: tra questi, un pagamento da 21mila euro proveniente da una società all’epoca gestita da Posteraro e un prestito pubblico da 350mila euro ricevuto da un’altra azienda dello stesso gruppo.

Occhiuto si difende con fermezza: «Indagate, indagate, indagate col massimo rigore, controllatemi tutto, perché io non ho fatto nulla di male». Il governatore ha chiesto di essere interrogato «al più presto» per chiarire la propria posizione, dichiarando di non essere a conoscenza dei fatti di cui viene accusato. Intanto, la vicenda scuote la politica nazionale. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha espresso il suo sostegno: «Conosco Roberto Occhiuto da moltissimi anni. È una persona perbene e onesta. Sono certo della sua innocenza, non ho alcun dubbio sulla sua estraneità ai fatti contestati».

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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1 commento

  1. Il problema in Italia è che non si sa se siano peggio i corrotti oppure i burocrati puri e veri, quelli corrotti almeno si avvicinano ai cittadini e ascoltano le loro necessità, quelli puri e veri pensano solo al partito e opprimono i cittadini come gli Israeliani coi Palestinesi, in sostanza la mancanza di democrazia partecipativa in Italia è totale al punto, che criminali e servitori dello Stato, sono gli uni peggio degli altri.

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