L’immagine di Israele in Europa sta crollando. A metterlo nero su bianco, dopo un anno e mezzo di genocidio a Gaza, è un sondaggio che l’agenzia YouGov ha condotto per misurare “il sostegno pubblico e la simpatia per Israele”. Nel sondaggio condotto l’Italia è risultato essere il Paese con la maggiore disapprovazione nei confronti di Tel Aviv. Alla domanda: «Israele aveva il diritto di inviare truppe a Gaza dopo il 7 ottobre 2023?», solo il 6% degli intervistati ha risposto positivamente (a fronte di una media tra gli altri 5 Paese pari a 13,4%), giudicando proporzionata la risposta all’attacco della resistenza palestinese. Per il 29% degli italiani (35,6% degli europei) Israele aveva il diritto di attaccare la Striscia ma «è andato oltre e ha causato troppe vittime civili». Un 24% sostiene invece che lo Stato ebraico non avrebbe dovuto intervenire militarmente in Palestina, a fronte di una media del 16,8% rilevata negli altri intervistati europei. Il restante 41% degli italiani interpellati non sa o preferisce non rispondere alla domanda principale del sondaggio.
Il principale indicatore utilizzato è stato quello del “consenso netto”, che si ottiene sottraendo la percentuale di opinioni negative da quella delle opinioni positive verso un soggetto. In base al segno, positivo o negativo, si capisce il sentimento dominante, che diventa via via più intenso al crescere della cifra rilevata, espressa come numero senza il simbolo della percentuale. Nei 6 Paesi analizzati dominano le opinioni negative: in Germania (-44), Francia (-48) e Danimarca (-54) si è registrato il consenso netto più basso dall’inizio delle rilevazioni, risalente al 2016. Nel Regno Unito il consenso netto è pari a -46, mentre in Spagna e in Italia cresce rispettivamente fino a -55 e -52. Nel complesso, solo tra il 13% e il 21% degli intervistati aveva una visione favorevole di Israele, rispetto al range tra 63% e 70% le cui opinioni erano sfavorevoli.
All’interno della rilevazione è stato poi chiesto alle persone intervistate di schierarsi, dal lato palestinese o israeliano. Uno su due l’ha fatto, scegliendo principalmente lo schieramento palestinese (un range tra il 18% e il 33% nei 6 Paesi coinvolti a fronte di un range tra il 7% e il 18% che preferisce la parte israeliana) — per un dato in crescita rispetto al 2023. In aumento è anche la percentuale di persone che considerano giustificato l’attacco di Hamas, in termini di reazione al regime israeliano di apartheid e colonialismo: nei sei Paesi europei oscilla tra il 5% e il 9%, toccando quota 8% in Italia (+2 punti percentuali rispetto al 2023). Il crollo — non scontato vista la comunicazione non proprio obiettiva di media e governi occidentali — dei consensi verso Israele trova una certa corrispondenza nel fermento della società civile a sostegno del popolo palestinese.
Ad esempio, nelle stesse ore in cui la Freedom Flottilla che viaggiava via mare per rompere l’assedio di Gaza è stata sequestrata in acque internazionali dalle autorità israeliane; via terra sta per partire la marcia che dal Cairo vuole raggiungere il valico di Rafah, in protesta contro il genocidio in corso e per chiedere l’apertura della frontiera e il passaggio degli aiuti umanitari. Nel frattempo i portuali di Marsiglia e Genova hanno impedito a un container con 14 tonnellate di componenti per mitragliatrici di arrivare all’esercito israeliano, inviando un messaggio di sostenibilità del boicottaggio a tutti i solidali col popolo palestinese.
Mi piacerebbe sapere se il 41% di conigli che in Italia non sanno o preferiscono non schierarsi, risulta in linea con i livelli europei oppure è sensibilmente più alto, come temo