È stata assaltata nella notte da mezzi dell’esercito israeliano (IDF) la Madleen, l’imbarcazione della Freedom Flotilla salpata lo scorso 1° giugno da Catania per tentare di rompere l’assedio di Gaza e portare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia. Intorno alle 2 di notte (ora italiana), l’imbarcazione è stata intercettata prima da droni e poi da motoscafi israeliani mentre si trovava in acque internazionali, nelle quali Tel Aviv non ha alcuna giurisdizione. Successivamente, l’esercito ha sequestrato l’intero equipaggio e dirottato l’imbarcazione verso le coste israeliane. Prima che i contatti fossero interrotti, l’equipaggio ha dichiarato che dai droni è stata sparata una sostanza bianca, simile a vernice, con effetti urticanti – non è ancora chiaro di cosa si trattasse. Il ministero degli Esteri israeliano ha fatto sapere questa mattina che tutti i membri verranno fatti rientrare nei propri Paesi.
«Siamo circondati dalle loro navi» ha dichiarato Thiago Avila, capitano dell’imbarcazione, in un video apparso sui social della Flotilla intorno all’una di notte di lunedì 9 giugno. «Non abbiamo paura di loro, ma un crimine di guerra sta avvenendo proprio ora. Per favore, diffondete l’allarme». Circa un’ora dopo, droni quadricotteri hanno cominciato a sorvolare la Madleen e, poco dopo, il segnale radio e quello dei cellulari è stato bloccato, impedendo ai membri dell’equipaggio di chiedere aiuto. Nel frattempo, dai droni è stata spruzzata una sostanza bianca urticante, che ha costretto i volontari a coprirsi il volto e ritirarsi all’interno della nave – anche per il timore che i droni potessero sparare proiettili. Subito dopo l’attacco israeliano, le pagine social della Freedom Flotilla hanno pubblicato una serie di messaggi preregistrati dell’equipaggio, nei quali si invitano i vari governi a fare pressione su Israele in caso di aggressione da parte di Tel Aviv.
Secondo quanto dichiarato da Francesca Albanese, che è rimasta al telefono con il capitano fino a che il segnale non è stato interrotto, poco dopo la mezzanotte di ieri (ora italiana) cinque imbarcazioni israeliane avevano raggiunto la Flotilla e le stavano girando intorno. Il capitano ha dato istruzioni di stare calmi e seduti, con i giubbotti salvavita indosso. «Li sento parlare con soldati israeliani mentre scrivo questo post» riporta Albanese, che riferisce di aver registrato l’intera conversazione, «stanno dicendo che portano aiuti umanitari e che arrivano pacificamente». Intorno alle due, la comunicazione è stata interrotta.
Sono 12 gli attivisti a bordo della Madleen: Greta Thunberg, attivista svedese; Rima Hassan, europarlamentare franco-palestinese; Yasemin Acar, tedesca; Baptiste Andre, Omar Faiad, Pascal Maurieras, Yanis Mhamdi e Reva Viard dalla Francia; Thiago Avila, brasiliano; Suayb Ordu, turco; Sergio Toribio, spagnolo; Marco van Rennes, olandese. Al momento dell’arresto, la Madleen si trovava in acque internazionali, motivo per cui il loro arresto è «illegale», ha dichirato ad Al Jazeera l’organizzatrice della spedizione, Huwaida Arraf. «Tutti coloro che sono a bordo sono stati rapiti. Sono stati presi contro la loro volontà mentre stavano navigando pacificamente in acque internazionali. Bisogna che sia estremamente chiaro che Israele non ha giurisdizione nè autorità legale per prendere il controllo dell’imbarcazione».
Intorno alle due di notte, il ministero dell’Interno israeliano ha dichiarato che la marina era in comunicazione con «lo yacht dei selfie», come è stato rinominata dagli israeliani l’imbarcazione, e alle 10 di questa mattina ha riferito che sta navigando verso le coste di Israele, che tutto l’equipaggio è al sicuro e che ciascun membro sarà rispedito al proprio Paese d’origine. «Il piccolo quantitativo di aiuto che non è stato consumato da queste “celebrità” sarà trasferito a Gaza attraverso veri canali umanitari». Tuttavia, l’unico canale autorizzato da Israele a distribuire aiuti umanitari nella Striscia – la Gaza Humanitarian Foundation, ONG americana – ha sospeso le attività dopo nemmeno una settimana dopo le stragi di civili avvenute per mano dell’IDF durante le operazioni di distribuzione. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha inoltre fatto sapere di aver dato istruzioni ai soldati che hanno sequestrato l’equipaggio della Flotilla di costingere «l’antisemita Greta e i suoi compagni sostenitori di Hamas» a visionare video «del massacro del 7 ottobre» una volta giunti al porto israeliano di Ashdod.
L’attacco ha ricevuto la condanna di alcuni governi, tra i quali quello iraniano che ha parlato di «atti di pirateria» da parte di Israele, e di quello turco. Anche un senatore australiano ha parlato di «violazione delle norme internazionali» da parte di Israele, mentre gruppi ebrei australiani hanno condannato le azioni di Tel Aviv. Al momento, tuttavia, la reazione dei governi europei – la Svezia, Paese d’origine di Greta Thunberg, ha dichiarato che offrirà aiuto ai membri dell’equipaggio della Madleen, se necessario. Dal governo italiano, nemmeno a dirlo, non è giunto alcun segnale.