mercoledì 4 Giugno 2025

L’Indonesia ha ottenuto un’importante vittoria contro l’inquinamento ambientale

La Corte Suprema indonesiana ha confermato la bancarotta del colosso tessile Sritex, fornitore di marchi globali come H&M e Uniqlo. Contestualmente, ha accolto la class action di 185 residenti della provincia di Giava Centrale contro la controllata PT RUM, colpevole di inquinamento atmosferico e fluviale vicino al fiume Bengawan Solo. Ai cittadini sono stati riconosciuti oltre 500 milioni di rupie in risarcimenti e l’obbligo per l’azienda di bonificare l’ambiente. Dopo la chiusura dello stabilimento, la fauna è tornata e l’ambiente ha mostrato segni di ripresa.

RUM era finita al centro delle polemiche già nel 2022, quando l’agenzia ambientale del distretto di Sukoharjo aveva denunciato lo scarico di sostanze tossiche nel fiume Bengawan Solo, il più lungo di Giava. Per mesi, una condotta difettosa aveva riversato acido solforico, zinco e disolfuro di carbonio nel fiume e nell’aria circostante, senza controlli né sanzioni, complice una legge omnibus del 2020 che aveva indebolito i poteri delle autorità locali. Le proteste delle comunità hanno portato alla chiusura dell’impianto nel 2023. In ultima battuta, si è arrivati alla class action vinta dai cittadini e alla conferma della bancarotta dell’azienda da parte della Corte. Un colpo durissimo per la Sritex, nata come negozio locale negli anni Sessanta e diventata il maggiore produttore tessile indonesiano, con oltre 50mila dipendenti. Il crollo delle vendite durante la pandemia, da 1,3 miliardi di dollari nel 2019 a meno di 850 milioni nel 2020, ha reso insostenibili gli impegni finanziari, portando al default.

Le ombre sulla gestione finanziaria di Sritex si sono infittite con l’arresto di Iwan Lukminto, presidente e amministratore delegato del gruppo, accusato di corruzione. Fermato il 20 maggio 2025 dalla Procura Generale nella sua residenza di Solo, in Giava Centrale, Lukminto è ora al centro di un’inchiesta che potrebbe svelare gravi irregolarità nella gestione delle risorse aziendali. L’indagine della Divisione Crimini Speciali è in corso, e molti cittadini chiedono che siano recuperate le risorse sottratte e che venga fatta piena luce sulle responsabilità del disastro ambientale e sociale.

Il fallimento di Sritex, con oltre 10mila operai che hanno perso il lavoro, rappresenta una crisi per l’industria tessile nazionale, che rimane uno dei principali motori occupazionali del Paese. Tuttavia, per le organizzazioni ambientali e le comunità locali, la sentenza costituisce un precedente fondamentale nella lotta per il diritto alla salute, alla trasparenza e alla tutela dell’ambiente. Il caso solleva anche interrogativi più ampi sulla sostenibilità del modello produttivo del fast fashion, che continua ad appoggiarsi su filiere opache e spesso responsabili di gravi violazioni ambientali e sociali.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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1 commento

  1. Un tempo le multinazionali americane corrompevano i governi e ergenti acquistando parte del loro debito pubblico – storia iniziata dai Signori dei Soldi nel 1464 – per ridurre i loro controlli sulla legislazione del lavoro, le conseguenze sull’ambiente, ecc.
    Motivo per il quale l’Italia si considera un Paese emergente…

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