mercoledì 4 Giugno 2025

La Polonia ha eletto presidente il “patriota” Karol Nawrocki

Lo spoglio, incerto fino all’ultimo, ha consegnato alla Polonia un nuovo presidente della Repubblica appartenente a Diritto e Giustizia, il partito conservatore già espressione del presidente uscente Andrzej Duda. Il nuovo capo dello Stato sarà Karol Nawrocki, che con un risicato 50,89% ha sconfitto il candidato europeista Rafal Trzaskowski. Alta l’affluenza, pari al 71,63%. Si infrange così l’obiettivo di riprendere anche la presidenza da parte degli europeisti polacchi di Coalizione Civica, che appena due anni fa erano riusciti a riportare sullo scranno di presidente del Consiglio Donald Tusk.

Dal punto di vista politico gran parte del programma di Nawrocki corrisponde a quella che è ormai la piattaforma comune a tutti i partiti europei che amano definirsi “patrioti” (dopo aver smesso l’etichetta di sovranisti). In Europa è membro del Partito dei Conservatori e dei Riformisti: lo stesso del partito Fratelli d’Italia della premier italiana Giorgia Meloni, con la quale condivide molte posizioni. Si schiera vagamente sul fronte euroscettico, ma senza mettere in discussione l’adesione della Polonia all’Unione Europea. Ha inoltre annunciato che non intende fare aderire la Polonia all’euro (il Paese è membro dell’UE ma ancora non ha adottato la moneta unica). In politica estera si mostra particolarmente vicino a Donald Trump e in generale mira a consolidare l’alleanza con Washington; in merito alla questione Palestinese nulla lascia presagire che non manterrà la posizione saldamente filo-israeliana del suo predecessore Duda. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, sostiene l’assistenza militare a Kiev contro l’invasione russa, ma è critico nei confronti del governo Zelensky, in una posizione che grossomodo ricalca quella di Donald Trump.

La campagna elettorale in Polonia, come ormai è diventato usuale, si è giocata moltissimo sulle fratture etiche e religiose tra la popolazione conservatrice e quella progressista. Durante la sua campagna elettorale, Nawrocki ha dichiarato che l’aborto dovrebbe essere vietato in quasi tutte le circostanze, riflettendo una visione in linea con la dottrina cattolica tradizionale. Ha inoltre fatto proprio tutto quel collante ideologico che unisce i movimenti politici conservatori e reazionari in Europa: opposizione alle unioni omosessuali, promesse di frenare quelli che ha definito gli «ambienti radicali LGBTQ+» e la presunta «propaganda gender nelle scuole».

Più interessanti le promesse di Nawrocki in politica economica, in quanto piuttosto distanti dal liberismo acritico che contraddistingue i suoi alleati europei. In campagna elettorale ha proposto l’introduzione di una tassa per i proprietari di tre o più appartamenti, con esenzioni per le famiglie con figli, al fine di combattere la speculazione immobiliare e favorire l’accesso alla casa. Ha inoltre annunciato l’intenzione di sostenere programmi di welfare e investimenti pubblici, come lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie e l’espansione dell’edilizia sociale.

In Polonia, il presidente della Repubblica detiene un ruolo importante ma limitato rispetto al governo. È eletto direttamente dal popolo per un mandato di 5 anni e rappresenta la nazione nei rapporti internazionali. I suoi poteri includono la nomina del primo ministro (che dev’essere approvata dal Parlamento), il comando supremo delle forze armate, la possibilità di porre il veto alle leggi del Parlamento (che può essere superata con un voto qualificato dei 2/3 dell’assemblea) e la facoltà di proporre leggi o indire referendum. Tuttavia, non può governare direttamente: non gestisce l’economia, la sanità o l’istruzione, né dirige l’attività legislativa quotidiana. Queste competenze spettano presidente del Consiglio e al suo governo, che detengono il potere esecutivo effettivo. Il presidente, pur influente, ha quindi un potere principalmente di garanzia, rappresentanza e intervento nei momenti di crisi o conflitto istituzionale.

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