Sarebbero circa 150 mila, secondo alcune fonti, le persone che hanno preso parte alla manifestazione in corso a Roma contro il dl Sicurezza, partita alle 14 da piazza Vittorio e diretta verso la piazza di Porta San Paolo. I manifestanti si oppongono al provvedimento, fortemente voluto dal governo, in quanto «pericoloso e incostituzionale», dal momento che introduce 14 nuovi reati e aggrava le pene per almeno 9 tra quelli già esistenti. Prima della manifestazione, 15 attivisti di Extintion Rebellion che si stavano recando al corteo hanno denunciato di essere stati pedinati, perquisiti e identificati senza motivo dalla polizia, alla ricerca, secondo quanto denunciato, di «armi atte a offendere e materiale pirotecnico ed esplosivo».
Gli unici oggetti sequestrati, riportano gli attivisti, sono 10 fumogeni colorati «che possono essere acquistati liberamente». Il gruppo di attivisti ha parlato di «azioni intimidatorie arbitrarie» della Polizia, le cui operazioni sarebbero «illegittime» in quanto «non si può perquisire se non c’è un motivo fondato o se non c’è da trovare un corpo del reato». Secondo quanto riportato, la polizia avrebbe inoltre minacciato i ragazzi di portarli in questura se non si fossero sottoposti volontariamente alla perquisizione. «I reati che il Decreto Sicurezza introduce vanno proprio in questa direzione: colpire chi oggi è già marginalizzato e punire in maniera sproporzionata chiunque dissenta» commenta uno degli attivisti identificati.
Sono tante le realtà presenti al corteo oggi, dalla CGIL al Collettivo di fabbrica GKN, all’ARCI, insieme a numerosi esponenti politici e a varie realtà facenti parte della Rete No Ddl Sicurezza, oltre ai collettivi studenteschi. La manifestazione segue le proteste dello scorso lunedì 26 maggio, quando un gruppo di dimostranti si era riunito all’esterno del Parlamento mentre all’interno il governo votava la fiducia al provvedimento (approvato definitivamente dalla Camera il 29 maggio successivo). Tra i manifestanti e i poliziotti, che facevano cordone in tenuta antisommossa all’ingresso dell’edificio, vi sono stati alcuni momenti di tensione, che hanno portato al ferimento di alcuni dei presenti – compreso l’assessore alla Cultura del III Municipio, Luca Blasi.
Rispetto al pacchetto come originariamente pensato, a mutare all’interno del provvedimento approvato sono solo alcuni dei già pochi punti su cui si era concentrata la polemica durante il dibattito politico: madri incinte, accesso alle schede telefoniche per i migranti, obbligo per le istituzioni pubbliche di contribuire coi servizi segreti, e poco altro. L’impianto generale del testo, tuttavia, rimane sempre lo stesso, di natura securitaria e liberticida. Sul fronte dell’inasprimento del codice penale, il DL prevede 14 nuove fattispecie incriminatrici e l’inasprimento delle pene di altri 9 reati. Esso inaugura il reato di «occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui» (che prevede fino a 7 anni di reclusione per tutte le fattispecie già punite con il reato di «occupazione»), quello di blocco stradale (massimo 2 anni di reclusione), quello di rivolta nelle carceri e nei CPR (previsti anche in caso di resistenza passiva). Il decreto, inoltre, conferma le cosiddette “zone rosse” nelle città, potenzia lo strumento del DASPO urbano, e vara una stretta contro chi protesta contro le grandi opere.