Dieci studenti dell’Università di Bologna sono stati denunciati per aver occupato un’aula inutilizzata. La notizia arriva dal collettivo studentesco Cambiare Rotta, che sostiene che l’esposto sarebbe stato presentato dalla stessa Università. L’occupazione, spiega il collettivo, risale al 25 novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le denunce sono arrivate ad alcuni candidati alle elezioni studentesche proprio a una manciata di giorni prima della chiusura della campagna elettorale: un atto «repressivo», denunciano gli studenti, che attaccherebbe la «democrazia» universitaria. Dopo l’arrivo delle denunce, gli studenti hanno lanciato una raccolta firme per chiedere il ritiro immediato delle querele al rettore Giovanni Molari, alla quale hanno partecipato alunni e docenti dell’ateneo; mentre la campagna continua, la richiesta è stata inoltrata a Molari, che è stato invitato ad affrontare la questione a un incontro organizzato dagli stessi studenti per domani, venerdì 30 maggio, in rettorato.
Le denunce agli studenti sono arrivate lo scorso 7 maggio. «L’Università ha deciso di denunciarci dopo aver liberato e restituito agli studenti uno spazio lasciato all’incuria e all’abbandono dallo stesso Ateneo», hanno dichiarato all’indomani della notifica gli studenti di Cambiare Rotta. «Uno spazio che abbiamo deciso di riaprire il 25 novembre, nella Giornata contro la violenza sulle donne e in un ateneo nel quale le violenze e i ricatti non sono da meno». Quel giorno, gli studenti avevano occupato uno spazio in via Belmeloro abbandonato da oltre cinque anni, in un’iniziativa, spiega il collettivo, simbolica non solo per lo stato di abbandono dell’aula, ma anche per la scelta della data. Le denunce sono arrivate ai candidati per le elezioni studentesche a sei giorni dalla chiusura della campagna elettorale. Una misura «repressiva», denunciano gli studenti, che mirerebbe a delegittimare la lotta studentesca in un clima di crescente tensione dentro e fuori l’ateneo: «La chiusura degli spazi di agibilità politica si fa sempre più stretta e proprio nel momento in cui viene fatto diventare legge il DL Sicurezza», dichiarano infatti gli studenti.
Qualche giorno dopo l’arrivo delle notifiche, l’11 maggio, Cambiare Rotta ha lanciato un appello alla cittadinanza per promuovere la richiesta di ritiro immediato delle denunce ai candidati, che nell’arco di due settimane ha raggiunto oltre 700 firme. Tra queste, quelle di studenti, ma anche di docenti, avvocati e lavoratori esterni all’università. Gli studenti hanno anche continuato a promuovere incontri e campagne sui temi su cui si sono sempre espressi, come per esempio contro il DL Sicurezza, che ha recentemente ottenuto la fiducia alla Camera dei Deputati in vista del voto finale. Il 27 maggio, in occasione dell’arrivo della premier a Bologna, hanno organizzato un corteo di protesta per contestare, oltre al DL Sicurezza, le politiche di riarmo dell’Unione Europea e il ruolo italiano nel genocidio in Palestina, bruciando una bandiera dell’UE. Nel frattempo, la raccolta firme ha ottenuto più adesioni e il collettivo ha indetto un incontro pubblico presso il rettorato, che si terrà domani a partire dalle 17, invitando il rettore a partecipare per fornire spiegazioni sulle denunce presentate contro gli attivisti.
Viva i giovani studenti che come tutti i giovani hanno (ancora) ideali di pace, fratellanza e solidarietà. Al contrario della maggior parte dei docenti e dei rettori che amano sé stessi e la carica che ricoprono…