giovedì 22 Maggio 2025

L’Europol fa un passo verso la sorveglianza massiva dei migranti

Martedì 20 maggio, la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento Europeo ha approvato l’ampliamento del mandato di Europol per rafforzare il contrasto al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani. Diverse organizzazioni della società civile hanno espresso preoccupazione, sostenendo che l’enfasi sulla sicurezza e sul controllo delle frontiere possa compromettere il rispetto dei diritti umani e il principio di accoglienza, nonché portare a un futuro ancorato alla sorveglianza di massa.

Passata con 56 voti a favore, 10 contrari e 3 astensioni, la riforma si inserisce in un contesto politico derivante dall’instabilità amministrativa del 2023, ovvero in un’epoca in cui i partiti moderati e di sinistra hanno cercato di adottare una linea più rigida sulla migrazione in vista delle elezioni europee del 2024, nella disperata speranza di attrarre il sostegno del centrodestra.

La rivoluzione dell’agenzia europea di coordinamento poliziesco porterà alla creazione di un nuovo organismo dedicato, ovvero Centro europeo contro il traffico di migranti (ECAMS), che fungerà da hub operativo per coordinare le attività degli Stati membri, di Eurojust e di Frontex. Per sostenere questa espansione, l’Europol riceverà per il biennio 2025-2027 un finanziamento aggiuntivo di 50 milioni di euro e 50 nuovi membri dello staff. La riforma prevede anche un ampliamento delle capacità dell’Europol nella raccolta e analisi dei dati, inclusi quelli biometrici come impronte digitali e riconoscimento facciale. 

Gli Stati membri saranno tenuti a rafforzare le infrastrutture dedicate alla lotta contro la tratta di migranti o a crearne di dedicate e a condividere con l’Europol le informazioni raccolte alle frontiere, indipendentemente dal fatto che le persone siano sospettate o meno di alcun crimine. Inoltre, l’Europol potrà collaborare con paesi terzi, anche non democratici, per estendere la portata delle sue banche dati. Sono già in corso valutazioni per stabilire partenariati con paesi come Egitto, Giordania, Israele, Marocco, Tunisia e Turchia.

La riforma rischia di instaurare un sistema binario in cui i migranti godrebbero di diritti inferiori rispetto ai cittadini europei. Questo sacrificio, giustificato con la promessa di “salvare vite umane”, solleva dubbi persino all’interno della classe politica europea. Già nel 2023, Finlandia, Germania e Polonia avevano espresso perplessità riguardo alla proporzionalità dell’intervento e al potenziale superamento della sovranità nazionale da parte di Europol. Le preoccupazioni della società civile si concentrano anche sull’espansione dei poteri dell’agenzia, la quale ha mostrato nel tempo diversi lati oscuri. 

Nonostante la sua ultima riforma sia risalente solamente al 2022, l’Europol chiede costantemente maggiori competenze e minori controlli, lamentando di dover impiegare tempo e risorse per rendere conto delle proprie azioni. L’agenzia non è particolarmente immacolata neppure sul frangente della legalità: in passato ha violato le normative UE sulla gestione dei dati, conservando informazioni che non aveva il diritto di archiviare. Questa illegittimità è stata successivamente sanata tramite un emendamento retroattivo approvato in fretta e furia da un Consiglio Europeo ansioso di soddisfare le esigenze securitarie dell’agenzia.

Alla vigilia del voto, la campagna “Protect Not Surveil“, sostenuta da 120 organizzazioni e accompagnata da una significativa raccolta firme, ha chiesto il rigetto totale della riforma, definendola un “cavallo di Troia” destinato ad ampliare la sorveglianza di massa. La coalizione ha sottolineato che la proposta di riforma di Europol rappresenta un’espansione opaca dei poteri di sorveglianza, criminalizzando ulteriormente migranti e organizzazioni solidali, aumentando il rischio di discriminazioni da parte delle autorità.

La posizione del Parlamento sulla riforma sarà annunciata durante la riunione plenaria prevista per il 16-19 giugno. Se non saranno sollevate obiezioni, inizieranno i negoziati per l’attuazione della riforma.

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Walter Ferri

Giornalista milanese, per L’Indipendente si occupa della stesura di articoli di analisi nel campo della tecnologia, dei diritti informatici, della privacy e dei nuovi media, indagando le implicazioni sociali ed etiche delle nuove tecnologie. È coautore e curatore del libro Sopravvivere nell'era dell'Intelligenza Artificiale.

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