Niente cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. I primi colloqui dopo tre anni di guerra hanno confermato la distanza tra le parti e le sensazioni della vigilia, caratterizzate da uno scambio reciproco di accuse e insulti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, atterrato ieri ad Ankara, ha fortemente criticato l’assenza dell’omologo Vladimir Putin e la scelta di inviare in Turchia una delegazione di basso livello. Quest’ultima ha comunque incontrato la controparte ucraina oggi pomeriggio, a un tavolo durato appena due ore, durante le quali è stato raggiunto un accordo per il rilascio di mille prigionieri di guerra per parte. Il presidente americano Donald Trump, che fino all’ultimo non aveva escluso un viaggio in Turchia, ha commentato: «non succederà nulla finché io e Putin non ci incontreremo».
Dalle prime indiscrezioni emerse, quello di oggi non dovrebbe essere l’unico round di negoziati previsti nell’immediato futuro. L’Ucraina spinge per un incontro diretto tra i capi di Stato – richiesta che la delegazione russa ha preso in considerazione, come fatto notare dal consigliere di Putin Vladimir Medinsky, presente a Istanbul. L’accordo del rilascio reciproco di una parte dei prigionieri non esaurisce di certo il confronto tra le parti: sul tavolo scotta il raggiungimento del cessate il fuoco dopo tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina. La priorità di Kiev è una tregua incondizionata di 30 giorni, mentre Mosca avrebbe avanzato la richiesta di ottenere la cessione dei territori occupati prima di un accordo del genere.
Pochi minuti fa, Zelensky ha incontrato in Albania il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier polacco Donald Tusk e il primo ministro britannico Keir Starmer, a margine della sesta riunione della comunità politica europea. I leader si sono poi collegati con Trump, in un aggiornamento di quanto avvenuto a Istanbul.