martedì 13 Maggio 2025

Le proteste per la Palestina assediano l’Eurovision

Con la sfilata delle 37 delegazioni sul Turquoise Carpet, si è aperta domenica a Basilea la settimana dell’Eurovision Song Contest. C’è però qualcosa che non sarà trasmesso nello show, cioè le vibranti proteste che stanno scuotendo l’inizio del festival con la richiesta del boicottaggio di Israele. Sin dal suo arrivo, la cantante Yuval Raphael, che rappresenta Israele, è stata contestata da decine di manifestanti. I dimostranti hanno sventolato bandiere della Palestina, accusando Tel Aviv del genocidio a Gaza, venendo in risposta identificati dalla polizia. “Welcome to genocide song contest” e “Israele: aprite i confini di Gaza”, si è letto sui cartelli. La manifestazione sul Turqoise Carpet si colloca sulla scia di un ampio movimento di protesta contro la partecipazione israeliana al festival della musica europea, che ha coinvolto movimenti per la Palestina, ex vincitori della manifestazione, ed emittenti nazionali.

L’Eurovisione Song Contest inizierà oggi, martedì 13 maggio, con l’avvio della prima serata di semifinali che vedrà esibirsi i primi 15 artisti. La cantante israeliana debutterà sui palchi di Basilea in occasione della seconda semifinale, giovedì 15 maggio, mentre la finale è prevista sabato 17. All’arrivo del mezzo con a bordo Yuval Raphael, decine di manifestanti hanno accompagnato la parata per le strade di Basilea, sventolando bandiere della Palestina. La polizia cantonale svizzera ha fatto sapere di avere bloccato un gruppo di 150 manifestanti per «evitare che il corteo venisse disturbato», e di avere identificato alcuni dei presenti. Il mezzo con a bordo la cantante è stato momentaneamente fermato da un manifestante portato via di peso dalla polizia, e durante la parata la cantante sarebbe stata minacciata da un manifestante che ha mimato il gesto del taglio della gola. L’emittente israeliana Kan ha presentato denuncia e chiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) di collaborare per identificare il sospetto. Non sono mancate le proteste neanche sul Turqoise Carpet, dove i manifestanti armati di cartelli hanno intonato cori in solidarietà alla Palestina e contro il genocidio.

Le proteste per la presenza israeliana all’Eurovision Song Contest vanno avanti da settimane. Anche quest’anno il movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) ha lanciato un appello per boicottare la manifestazione, a cui si sono uniti oltre 70 ex vincitori del festival, scrivendo una lettera in cui si schierano contro la partecipazione di Israele all’evento. I musicisti evidenziano l’incoerenza nell’esclusione di Russia e Bielorussia dalla manifestazione criticando il doppio standard dell’Occidente quando si tratta di Israele, e chiedono che l’emittente israeliana Kan venga esclusa dall’UER per la sua «complicità nel genocidio del popolo palestinese». Le contestazioni sono arrivate anche a livello istituzionale, con le emittenti di Islanda, Slovenia e Spagna che hanno chiesto formalmente l’esclusione di Israele dalla competizione e il ritiro dell’emittente Kan dall’UER.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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