domenica 16 Giugno 2024

Dopo ore dall’incidente, l’elicottero con a bordo il Presidente iraniano Raisi non è stato trovato

Sono passate più di quattro ore dall’incidente che ha visto coinvolto l’elicottero dove si trovava il Presidente iraniano Ebrahim Raisi, ma ancora non è davvero trapelata alcuna notizia sulle sue possibili condizioni. Al momento di quello che è stato definito “atterraggio duro”, Raisi stava rientrando dalla provincia di Khoda Afarin, presso la regione iraniana dell’Azerbaijan Orientale, al confine con la Repubblica dell’Azerbaijan, dove era appena stato ospite della cerimonia di apertura di una diga. L’elicottero su cui si trovava Raisi era parte di un convoglio composto da altri due velivoli su cui viaggiavano il Ministro dei trasporti, il Ministro dell’Energia e altri funzionari del Paese, che sono arrivati indenni a destinazione. Il Presidente viaggiava con il Ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, l’Ayatollah della città di Tabriz Seyyed Mohammad Ali Ale-Hashem, e il Governatore dell’Azerbaijan Orientale Malik Rahmati, anch’essi tutt’ora dispersi.

Le prime indiscrezioni mediatiche riguardo alle dinamiche dell’incidente sono risultate sin da subito molto confuse e contraddittorie, e non è risultato chiaro se l’elicottero si fosse schiantato, se fosse precipitato, o se avesse dovuto effettuare un atterraggio di emergenza. La conferma dell’opzione «atterraggio duro» e la smentita ufficiale delle altre è arrivata da parte del Ministro dell’Interno solo tre ore dopo l’incidente. Questo è avvenuto attorno alle 14.30 (ora italiana), e subito dopo l’elicottero è risultato disperso e sono state avviate le operazioni di ricerca anche attraverso l’uso di droni. L’area dell’incidente è stata individuata attorno alle 16.10, facendo anche riferimento agli ultimi segnali trasmessi dal velivolo: di preciso, l’atterraggio sarebbe avvenuto vicino al villaggio di Uzi situato tra le città di Varzaqan e di Jolfa, e nello specifico nelle foreste di Dizmar presso i rilievi montuosi di Arasbaran. Qui sono state rapidamente inviate 40 squadre di soccorso e 8 ambulanze, a cui si sarebbe aggiunta una delegazione con a capo il Vicepresidente iraniano, e sarebbero inoltre state montate delle strutture di medicina d’urgenza e chirurgia. Nonostante l’ingente mobilitazione, le ricerche sono state rese difficili dalla presenza di una folta coltre di nebbia, e il clima si è poi inasprito ancor di più per l’arrivo della pioggia. A causa delle condizioni climatiche, le ricerche sono potute proseguire solo via terra.

Alcune delle squadre avrebbero effettuato una serie di ricerche a bordo di auto nei pressi dell’area attorno alla miniera di rame di Sungun, ma essendo la zona difficilmente transitabile, sono potuti passare solo pochi veicoli: l’agenzia di stampa semi-ufficiale Tasnim descrive infatti l’area della miniera (dove sarebbe assente la copertura a internet) come una zona particolarmente impervia, dotata di “enormi massi alti più di 70 metri”, resa ancora più inagibile a causa delle condizioni climatiche e della scarsa visibilità. Dopo una certa ora è infatti calata anche la notte, e le ricerche sono continuate esclusivamente a piedi. Attorno alle 17.30 una squadra di soccorritori sarebbe arrivata nell’area dove è stato localizzato l’incidente, ma non sono ancora arrivati aggiornamenti. L’agenzia di stampa ufficiale IRNA scrive che la squadra di soccorritori non sarebbe ancora riuscita a individuare il luogo esatto dove si troverebbe l’elicottero, e smentisce invece le voci che la davano per dispersa. La situazione risulta insomma ancora molto in bilico e particolarmente delicata, tanto che un funzionario iraniano avrebbe comunicato a Reuters che la vita delle persone coinvolte nell’incidente sarebbe in pericolo.

[di Dario Lucisano]

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