Dopo l’assedio totale imposto a Gaza da quando è iniziato il conflitto, Israele ha deciso anche di sospendere l’erogazione di energia elettrica e acqua potabile ai detenuti politici palestinesi reclusi nelle proprie carceri. Il motivo, o più probabilmente la scusa, secondo quanto fatto sapere dai funzionari, è che in questo modo verrebbe bloccato ogni accesso ai mezzi di comunicazione ai detenuti, che potrebbero comunicare con i combattenti della resistenza palestinese o fornire loro assistenza. Più probabile che la mossa sia mirata a isolarli al fine di evitare che la conoscenza di quanto avviene a Gaza possa scatenare rivolte. Ad ogni modo privare i detenuti delle necessità primarie costituisce una grave violazione dei diritti umani sanciti dalle Convenzioni internazionali, e va ad aggiungersi a una serie di violazioni ai danni dei detenuti palestinesi che commette da anni impunemente.
Così, da una settimana nelle carceri israeliane i prigionieri palestinesi sono tenuti senza acqua né luce. «L’elettricità è stata tagliata a tutti i prigionieri palestinesi», ha dichiarato il quotidiano Yedioth Ahronoth, citando alti funzionari del Servizio carcerario. La decisione di sospendere la fornitura di energia elettrica ai prigionieri palestinesi arriva dal Commissario del Servizio carcerario Katy Perry, che ha anche ordinato che tutti i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane fossero messi in isolamento e confinati nelle loro celle da sabato scorso. Secondo il Palestinian Prisoner’s Club anche l’acqua è stata tagliata. «Più di 5.250 prigionieri palestinesi corrono il rischio di un vero disastro nelle carceri israeliane dopo la decisione dell’occupazione israeliana di tagliare l’elettricità e l’acqua nelle carceri», ha detto il Club a Middle East Monitor. Una ritorsione giustificata per bloccare ogni accesso ai media e ai mezzi di comunicazione da parte dei prigionieri che altrimenti – non si sa come – potrebbero fornire assistenza o istruzioni ai combattenti della resistenza palestinese sula Striscia. Sono almeno 5.800 i detenuti palestinesi nella carceri israeliane, tra cui 36 donne e 170 bambini. Togliere acqua e luce va contro ogni convenzione dei diritti umani, ed è qualificabile come tortura soprattutto nelle carceri, dove i detenuti non hanno accesso a nessuna altra fonte di approvvigionamento autonoma. “Israele ha la peculiarità di essere l’unico paese al mondo che detiene e persegue i bambini nei tribunali militari, privando così questi imputati minorenni dei diritti e delle protezioni fondamentali del giusto processo”, ha precisato in un rapporto l’organizzazione Save The Children.
Le condizioni dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane
Con quasi 500 persone arrestate solo dal 7 ottobre, sono migliaia i palestinesi rinchiusi nelle prigioni d’Israele. Venire incarcerato non é una novità in Palestina. Circa una persona ogni 5 subisce una prigionia, una percentuale che raddoppia tra gli uomini. Secondo un report delle Nazioni Unite dell’anno scorso, dal 1967 ad oggi un milione di palestinesi sono passati dalle galere israeliane. Ci sono 19 prigioni in Israele e una nella Cisgiordania occupata che ospitano prigionieri palestinesi. Secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, è contro il diritto internazionale che una potenza occupante trasferisca un popolo occupato dal territorio occupato. «È illegale e crudele e le conseguenze per la persona imprigionata e per i suoi cari, che spesso non possono vederla per mesi e a volte per anni, possono essere devastanti», ha dichiarato Amnesty International.
Sono 1.264 i detenuti amministrativi palestinesi, il che significa che sono trattenuti a tempo indeterminato dietro le sbarre senza affrontare un processo o un’accusa. Questa pratica, un residuo dall’epoca della colonizzazione britannica, può essere estesa indefinitamente sulla base di “prove segrete”: significa che un detenuto può passare anni in prigione senza essere formalmente accusato di nulla. Sono almeno 700 i minorenni palestinesi della Cisgiordania occupata perseguiti ogni anno dai tribunali militari israeliani dopo essere stati arrestati, interrogati e detenuti dall’esercito israeliano. Addameer descrive l’arresto e l’incarcerazione dei bambini come sistematici e parte di una campagna di punizione collettiva. L’accusa più comune è il lancio di pietre, punibile con una pena massima di 20 anni.
Secondo i gruppi per i diritti dell’infanzia, i minorenni sono spesso sottoposti a torture fisiche e psicologiche. Vengono interrogati senza la presenza di un genitore o di un avvocato e i critici hanno accusato Israele di sfruttare la loro detenzione per trasformarli in informatori e per estorcere denaro alle loro famiglie costringendole a pagare multe salate.
La tortura é normalizzata contro tutti i detenuti palestinesi. Nonostante Israele abbia ratificato la Convenzione contro la Tortura (UNCAT) nel 1991, fino al 1999, la tortura era considerata un mezzo legale per estorcere confessioni in Israele, soprattutto per contro detenuti palestinesi per motivi “di sicurezza”. Ma la formula di fatto é ancora valida, perché Israele non ha vietato per legge l’uso della tortura, e i suoi tribunali autorizzano il ricorso alla tortura in caso di “necessità”. Ciò ha lasciato ampi margini all’ISA per ricorrervi ampiamente contro i prigionieri politici palestinesi.
La tortura é fisica e tipica negli interrogatori, con percosse, obbligando il detenuto a mettersi in posizioni dolorose per ore – la cosiddetta sedia palestinese, con mani e piedi legate -, isolamento prolungato, privazione del sonno, minacce ai familiari, stupri e violenze sessuali. Anche le celle in cui sono obbligati i reclusi sono spesso piccolissime e sovraffollate, gelate in inverno e caldissime in estate, pensate per alimentare il malessere fisico e psicologico quotidiano dei prigionieri. I medici sono complici del sistema di tortura, colpevoli di redigere false dichiarazioni a giustificazione delle ferite provocate dalle violenze della polizia in carcere e spesso di obbligare all’alimentazione forzata i detenuti che rifiutano l’alimentazione. La morte in carcere di Khader Adnan a maggio di quest’anno é un esempio della violenza del sistema israeliano; Adnan é deceduto dopo 87 giorni di sciopero della fame avviato contro la sistematica detenzione arbitraria dei palestinesi e il trattamento crudele e inumano cui sono sottoposti i prigionieri. “Adnan è il primo palestinese morto a seguito di uno sciopero della fame dal 1992. Quando la sua vita era in pericolo, le autorità israeliane gli hanno negato l’accesso a cure mediche specialistiche in un ospedale civile, lasciandolo morire da solo in cella” ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
[di Moira Amargi]




L’elettricita’ è stata tagliata gia’ dal 11 ottobre e fare riferimento al “Palestinian Prisoner’s Club” non mi sembra molto professionale. E’ un gruppo che non esiste. In quanto in realta’ il taglio dell’acqua è stato riportato da “Prisoner Support and Human Rights Associaton” https://www.addameer.org/news/5164
L’articolo mi sembra fatto solo per aumentare l’odio tra le parti.
Su Wikipedia, che ok non è il massimo dell’affidabilità ma perlomeno quella in inglese è discretamente rigorosa sulle fonti, viene citato il Palestinian Prisoner’s Club (https://en.wikipedia.org/wiki/Palestinian_prisoners_in_Israel sotto la sezione “Political and social activism”). Dire che non esiste è una falsità. Il resto che dici mi pare un semplice refuso su due nomi di due diverse associazioni per i diritti dei carcerati palestinesi in Israele.
Il tuo commento sembra fatto solo per fare apologia a uno stato criminale che da 70 anni affama un popolo.
Gli ebrei d’Israele applicano le leggi della guerra, ossia nessuna legge, mentre noi indignati ragioniamo da una realta’ di pace…
Il frutto avvelenato fu la creazione dal nulla di uno stato che non esisteva, complice il senso di colpa mondiale susseguente al nazismo che diede agli ebrei una levatura morale, in nome di quanto subito con l’olocausto, che ora dimostrano di non avere: sono uguali ad ogni altro popolo, nel bene ma anche nel male, e come tali vanno considerati, e anche compresi… come vanno compresi quei palestinesi che da un giorno all’altro si son visti fagocitati da navi di profughi in arrivo da tutto il mondo pronti a vantare diritti sulla loro terra risalenti a tempi remoti…
Diversita’ di religione, di morale, di cultura, storie confliggenti senza possibilita’ di soluzione…ecco perche’ a Netanihau non gli e’ parso vero poter creare un pretesto per scatenare la reazione di Hamas…ecco perche’ il popolo martoriato di Gaza e’ in commistione col sentire di Hamas…
Si, l’unica soluzione e’ due stati saparati…ma una volta creati sapranno tollerarsi (perche’ di piu’ storicamente non si puo’ chiedere) senza scannarsi?…E gli ebrei sapranno evitare di annettersi le terre piu’ ricche lasciando ai palestinesi solo lande brulle buone per le capre? E gli ebrei accetteranno di espellere dalle terre palestinesi i famigerati coloni che continuano a depredare la terra altrui?
Le lobby finanziarie e del mondo della “cultura” ebraiche statunitensi e d’Europa sono gia’ all’opera affinche’ Israele non demorda…e anche da noi c’e’ chi ha, tra i potenti, tre passaporti di cui uno ebraico…una torbida situazione…
In realtà lo stato palestinese non è mai esistito, c’era una terra chiamata Palestina, abitata da arabi sotto protettorato inglese che il 2 novembre 1917 ha riconosciuto il diritto degli ebrei a tornare nella loro terra di origine. Nel 1932 nella terra di Palestina vivevano 70000 Ebrei in pace, con un loro ordinamento, leggi, istituzioni scolastiche e sanitarie e 700000 arabi, divisi in tribù, belligeranti senza alcun tipo di legislazione comune né di istituzioni scolastiche o sanitarie. Dal 1933, a causa di quello che sta succedendo in Europa, arrivano più ebrei nella terra di palestina e si COMPRANO la terra dagli arabi, la pagano, dissalano l’acqua marina, la coltivano. Tra le popolazioni arabe che vivevano in tribù sulla terra di Palestina nasce il malcontento, nascono le azioni di guerriglia contro gli ebrei, Shaikh Izz al-Din al Qassam fanatico religioso che guida i primi atti di guerriglia contro gli ebrei muore nel 1935 in uno scontro con gli inglesi. Nel 1936 nasce l’Alto Comitato Arabo (primo organo unitario in terra di Palestina) con il supporto anche dell’Arabia Saudita, con l’unico obiettivo di eliminare gli ebrei. Da allora qualcuno prova, in momenti diversi, a prospettare due stati che vivano in modo pacifico, ma tra le due popolazioni non c’è mai stato un vero tentativo di accordo e l’unica forma di organizzazione che hanno tentato di darsi gli arabi che vivono in Palestina è stata quella criminale per attentati contro Israele e nel mondo.
Ma certo come no? Gli arabi, gli islamici sono sempre loro i criminali responsabili del Male nel Mondo. Noi occidentali facciamo tutto per bene, dissaliamo, coltiviamo, esportiamo democrazia, da sempre: quanto bravi questi ebrei, tanto simpatici che c’è sempre qualcuno che tenta di cancellarli dalla faccia della Terra. Mi scusi ma lei crede ancora alle favole? La invito a riflettere sul fatto che siamo proprio noi occidentali, sotto la guida USA, i più grandi criminali della Storia, i veri responsabili e artefici di quel che è successo nel Mondo da diversi secoli a questa parte.. E ovviamente non mi riferisco mai ai popoli, ma a chi li manovra. E poi in seconda battuta ai poveretti che imbracciano le armi per loro e infine a chi esercita in qualche modo un’altra forma di complicità (sì anche la nostra, del nostro stile di vita).
Vergognati, mistificare così la Storia è veramente un crimine contro l’umanità.
Ma una cosa giusta l’hai detta: gli ebrei vivono lì da sempre, per secoli in pace con musulmani e cristiani. Si veda ad esempio cosa è stata la pax ottomana, ma periodi di convivenze pacifiche e fruttuose possono essere osservati anche nel Medioevo per larghi tratti, con notabili eccezioni come il periodo dei Regni Crociati.
I sionisti, che non sono TUTTI gli ebrei ma ebrei che seguono una precisa corrente di pensiero politico che vuole a tutti i costi il ritorno alla Terra Promessa degli ebrei, cominciano a sponsorizzare i primi arrivi non dal 1933 ma già a fine ‘800 con ancora la dominazione ottomana, ma soprattutto da inizio ‘900 quando gli inglesi, preso il protettorato sulla Palestina all’indomani della caduta dell’Impero Ottomano, decisero di promuovere questi spostamenti. Poi a causa del nazimo e del fascismo dilagante in Europa, nonché a numerosi altri casi di intolleranza e progrom contro gli ebrei (soprattutto in Europa orientale e Russia), dagli anni ’30 in poi il numero di immigrati aumentò considerevolmente, fino all’arrivo dei sopravvissuti all’Olocausto dopo la Seconda guerra mondiale.
I coloni ebrei che arrivavano avevano il sostentamento di ricchi filantropi, se non direttamente da stati occidentali interessati a finanziare una tale “avventura”. Alla luce di questo, si capisce bene che il motivo per cui poterono far rifiorire il deserto non è grazie al grande ingegno ebraico vs beduino arabo incivile, ma perché arrivarono con soldi, mezzi e conoscenze. Al contrario le popolazioni arabe, seppur pacificate, hanno vissuto secoli di stagnazione culturale e economica a causa delle occupazioni prima turche e poi occidentali, insomma: imperialismo, prima, colonialismo, poi.
Facile parlare di milizie ebraiche senza spiegare il contesto in cui nasce il sentimento anti-ebraico e anti-sionista tra le popolazioni arabe del Medio Oriente. Facile parlare di arabi senza organizzazioni statali, quando da quasi mille anni sono sempre stati occupati da varie potenze straniere. Facile parlare di onesti ebrei che comprano le terre, senza considerare il loro strapotere economico da ricchi borghesi europei.
Tutto questo però non toglie che quelle terre erano da più di 1000 anni abitate prevalentemente da altre popolazioni che si ritrovarono derubati delle proprie terre, sia tramite il semplice esercizio (capitalistico in un certo senso) di potere economico rispetto a una popolazione povera incapace di controbattere su quel piano, e poi con sempre maggiore ferocia e violenza dalla nascita dello Stato di Israele in poi.
Mi domando deve e’ andata a finire la veccchia Organizzazione delle Nazioni Unite.
Reminiscenza britannica… (Anglosassoni, esportatori di democrazia). Shoah dimenticata… In questo piccolo luogo della Terra si concentra il massimo dell’ odio fra persone con una situazione talmente incancrenita da sembrare irrisolvibile. È arrivato il tempo che tutti i rappresentanti degli Stati mondiali , democratici o no, che ancora pensano che la vita umana abbia un senso ed un valore alzino la propria voce per far cessare questa barbarie. È ora di implorare il Grande Spirito che compenetra tutto l’ Universo ed i nostri Cuori affinché ponga fine a questo eccidio. ( Ripenso al “vecchio ” Dio dell’ Antico Testamento che attraverso la Natura scatenava le sue forze contro gli Uomini (Donne) stupidi ed arroganti).
…sono profondamente indignato! Vergogna!
Il problema è: chi ha i soldi del mondo ha il potere e le nazioni devono ubidire all’ alta finanza….che purtroppo è in mano agli ebrei…..
Il trattamento inflitto ai detenuti palestinesi da Israele è indegno di un Paese indicato come l’unica democrazia del. M. O. La pratica dei metodi descritti nell’articolo, anche a danno dei minori, è nota, ma, come altre violazioni dei diritti umani da parte di Israele, avviene nel silenzio – assenso dell’occidente.
Come ha scritto qualcuno sopra, sono due paesi in guerra, non possiamo applicare leggi di pace. Non scordiamoci che i palestinesi sono riusciti ad ammazzare 1400 persone inermi. Un gesto così chiede l’eliminazione fisica di chiunque potrebbe essere sospettato di ripeterlo. Gli israeliani sono in guerra, hanno di fronte un nemico che ha nel suo statuto l’obiettivo di eliminarli, non si applicano le leggi di pace.
Un gesto così (che non nasce a caso, ma che è una reazione sicuramente spropositata ad anni di violenze e soprusi), non richiede affatto una guerra, ma una riflessione, azioni diplomatiche, non violente. Le guerre creano SEMPRE problemi più grandi di quelli che si proponevano di risolvere. E chi le giustifica e le aizza fa il gioco di quei 4 stronzi che traggono un qualche vantaggio dalla guerra. E che non saranno mai i ragazzi israeliani che corrono a combattere per “salvare” o “vendicare” i loro familiari, i loro amici, il loro popolo. La guerra e la violenza sono il Male e chiunque li utilizzi è dalla parte sbagliata. Gli Israeliani che stanno commettendo atrocità soprattutto sui civili, sui bambini (le bombe al fosforo, ne ha sentito parlare?Si informi prego) sono ora criminali schifosi e come tali andrebbero eliminati. A qualunque costo, senza rispettare alcuna legge o convenzione, secondo il suo ragionamento… Vede, se non si ferma la spirale della violenza, questa prende sempre più energia e si allarga, si allarga: le dice nulla il termine “guerra mondiale”? Ci spieghi a cosa son servite, quali vantaggi hanno comportato per la popolazione
le due guerre mondiali del 20° secolo.