A distanza di un anno dalla DANA che mise in ginocchio la Comunità Valenziana, l’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola (AEMET) ha dichiarato l’allerta rossa sulle aree del litorale sud di Valencia per piogge torrenziali. L’allarme avvisa del pericolo di inondazioni e della crescita repentina dei fiumi della zona e invita i cittadini a muoversi con estrema precauzione, facendo ripiombare nella paura una popolazione che con difficoltà [1] sta ancora cercando di riprendersi dopo lo shock sofferto dalla perdita dei propri cari, delle proprie case e delle attività commerciali spazzate via dalla furia della pioggia nell’ottobre del 2024
In alcune aree interessate dall’allerta rossa, le precipitazioni sono risultate particolarmente intense, in special modo nella città di Gandia [2] dove hanno raggiunto i 110 litri per metro quadro, di cui 101 in una sola ora. Le forti piogge hanno provocato interruzioni nella viabilità: vari punti della strada statale N-340 sono stati chiusi al traffico, mentre continuano i problemi nella circolazione ferroviaria tra Barcellona e Valencia. Nel tratto che unisce Gandia e Xeraco è stato sospeso il transito dei treni per almeno due ore a causa degli allagamenti.
Nei centri urbani i vigili del fuoco hanno registrato numerose telefonate per operazioni di svuotamento di cantine, garage e piani terra delle abitazioni, mentre i servizi forestali sono stati richiamati per offrire supporto nelle aree maggiormente colpite. Differentemente dalla catastrofe dell’ottobre del 2024, i servizi d’emergenza della Comunità Valenziana si sono adoperati per diffondere rapidamente l’allerta attraverso i canali d’informazione e i sistemi ES-Alert nell’area interessata dalla zona rossa. Segno che la politica, locale e non solo, ha saputo in qualche modo correggere gli errori che un anno fa avevano scatenato la protesta dei cittadini [3]. Lo stesso governo nazionale, guidato oggi come un anno fa’ dal socialista Pedro Sánchez, ha nel frattempo approvato [4] un piano per la prevenzione e il contrasto dei “disastri climatici”, che contiene precisi protocolli sia sulle opere da fare a livello di prevenzione, sia nella gestione dell’emergenza.
Durante la giornata di lunedì 13 ottobre, in una ventina di municipi delle province di Valencia e Castellón sono state sospese le attività scolastiche a causa dell’allerta, misura che ha interessato più di 110.000 studenti e studentesse. Anche alcune zone dell’area metropolitana del capoluogo valenziano, particolarmente colpite dalla DANA dell’anno scorso, sono state chiuse in seguito alla diramazione dell’avviso meteorologico.
Appare evidente come il timore di rivivere la catastrofe che colpì l’area il 29 ottobre del 2024 stia dettando nuove precauzioni nella gestione di questi eventi. In seguito alla DANA morirono 236 persone e la cittadinanza continua a chiedere ancora oggi giustizia per la negligenza espressa dal governo valenziano in quell’occasione. Tra le accuse più gravi mosse dalla politica istituzionale e dalla società civile nei confronti del presidente della Comunità Autonoma di Valencia, Carlos Mazón, c’è proprio il non aver diramato per tempo un sistema d’allerta che potesse salvare più persone possibile, nonostante gli avvisi ripetuti dell’AEMET.
Una situazione che ha portato evidentemente le autorità valenziane a preferire un eccesso di cautela, diramando allerte che portano alla chiusura di scuole e altre attività – con i logici disagi che questo causa a famiglie e cittadini – piuttosto che a rischiare l’eventualità di sottovalutare le precipitazioni in arrivo rischiando che accadano disastri come quello dello scorso anno.
Durante la mattina di martedì 14 ottobre la situazione sembra essere tornata alla normalità, eccetto nella città di Gandia dove le scuole sono rimaste chiuse durante tutto il giorno. La stessa AEMET rimuove ogni avviso di allerta, fatta eccezione per l’area interna di Castellón, ancora in avviso di livello giallo. Nonostante i disagi sofferti dalla popolazione, non si sono registrati incidenti gravi, né feriti. Si prevede una riduzione graduale dell’instabilità climatica nei prossimi giorni, per poi osservare una nuova corrente atlantica che potrebbe colpire l’area nel fine settimana.
A soffrire maggiormente le piogge della nuova DANA (rinominata «Alice») è stata l’area a sud della Catalogna, in special modo nella provincia di Tarragona, dove negli ultimi giorni si sono registrati 18 feriti, l’interruzione del traffico in sette tratti autostradali e in una linea del treno. Anche qui i cittadini dell’area hanno ricevuto gli avvisi ES-Alert inviati dalla Protezione Civile, che raccomandavano di ridurre ogni spostamento se non strettamente necessario. Nelle quattro comarche Montsià, Baix Ebre, Ribera d’Ebre e Terra Alta, a sud di Tarragona, le lezioni sono state interrotte durante le giornate di lunedì e martedì, oltre che le attività sportive e universitarie. I vigili del fuoco della Comunità autonoma catalana hanno registrato [5] centinaia di chiamate da parte della popolazione per richiedere operazioni di salvataggio e soccorso. Durante la mattina di martedì, il presidente della Catalogna Salvador Illa ha annunciato [6] un primo pacchetto di misure per far fronte alle conseguenze della DANA, composto da 10 milioni di euro per aiutare i municipi, le persone e i settori colpiti e 50 milioni in crediti agevolati.
Anche l’arcipelago Baleare è stato colpito [7] in quest’inizio di settimana dall’impatto delle piogge; le isole di Ibiza, Formentera e Maiorca hanno ricevuto l’allerta arancione da parte dell’AEMET che ha avvisato la popolazione del rischio di inondazione dovuto alle precipitazioni. Per il momento non si registrano danni gravi a persone o infrastrutture.
A solo un anno dalla DANA che sconvolse [8] la Comunità Valenziana e dopo la stagione estiva attanagliata dagli incendi nell’area centro e occidentale del paese, la Spagna torna a fare i conti con fenomeni atmosferici particolarmente critici. Sembra chiaro che la frequenza e l’impatto di questi eventi non fa che aumentare stagione dopo stagione e politica e cittadini non possono fare altro che cercare un equilibrio tra lo scorrere normale della vita quotidiana e le necessarie precauzioni.
Durante la scorsa DANA le inadempienze della classe politica contribuirono ad aggravare le conseguenze di una catastrofe che costò la vita la vita a 236 persone. A distanza di un anno le politiche spagnole sembrano improntate al detto “la prudenza non è mai troppa”. In attesa che, nella penisola iberica come in Italia, la presa di coscienza porti a pianificare finalmente la costruzione di strade, costruzioni e vie di comunicazione nel rispetto della natura e della necessità di lasciare ai fiumi e alle acque lo spazio per defluire senza causare disastri, che sono figli anche della cementificazione senza criterio che ha investito gran parte dell’Europa occidentale negli ultimi decenni.