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Covid, la lettera “shock” dell’EMA sui vaccini è stata riportata decisamente male

In questi giorni su diversi siti e canali di informazione alternativa sta circolando una lettera dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) in cui, stando a ciò che viene scritto, sarebbero contenute rivelazioni ed ammissioni “shock” sui vaccini Covid. Il documento è una risposta ad una richiesta di spiegazioni inviata dall’eurodeputato olandese Marcel de Graaff, il quale ha esposto dubbi riguardo a efficacia, sicurezza e autorizzazioni dei farmaci utilizzati per la prevenzione del Sars-CoV-2, chiedendone poi l’immediato ritiro. In una conferenza stampa che si è tenuta il 21 novembre, un gruppo guidato dall’europarlamentare tedesco di Alternative für Deutschland, Joachim Kuhs, ha discusso il contenuto della lettera, riportando però alcune frasi decontestualizzate e associandole a considerazioni personali che non trovano riscontro con ciò che è stato effettivamente scritto nella risposta dell’Ema, o che lo trovano solo in parte. Tali considerazioni sono state poi riprese senza verifica da diversi canali e il risultato è stato quello di stravolgere il senso della missiva dell’Ente del farmaco europeo. Eppure, dopo averla letta e tradotta per bene, la lettera dell’EMA contiene dettagli interessanti che meritano attenzione.

Le dichiarazioni usate come “notizia”:

In diversi titoli e articoli di siti e giornali (anche esteri [1]) si parla di “rivelazioni scioccanti” ed “esplosive”, di “sieri a mRNA come OGM” e di controindicazioni per under 60. Il Giornale d’Italia per esempio scrive [2], con tanto di virgolettato: «Vaccini Covid, la lettera choc di Ema al Parlamento europeo: “Siero non pensato per prevenire infezioni, nessuno under 60 avrebbe dovuto farlo perché non c’era rischio di morte per Covid”». Tuttavia, si tratta di principalmente di affermazioni espresse all’interno della conferenza stampa [3] e non nella lettera [4] di risposta dell’Ema (che può essere letta qui [5] tradotta integralmente). Ecco le dichiarazioni più importanti che sono poi state utilizzate da diversi articoli come elemento di notizia:

I dettagli della lettera significativi

All’interno della lettera, invece, ci sono altri dettagli e conferme interessanti che, nonostante non risultino comunque “nuovi” o “shock”, non hanno trovato abbastanza spazio all’interno degli articoli che hanno trattato la notizia, e che però sono stati oggetto della conferenza stampa al Parlamento europeo. Per esempio, Marcel de Graaff ha esposto dubbi sulla legittimità del consenso informato, dichiarando che «quindi potevi raccomandare una vaccinazione solo dopo che un medico aveva stabilito che era sensato nel tuo caso». L’eurodeputato poi tratta anche delle miocarditi e pericarditi e Joachim Kuhs riprende i dubbi esposti precedentemente riguardo alla legittimità e all’efficienza del consenso informato. Tali considerazioni trovano riscontro con la lettera dell’Ema, che conferma: «Si nota il rischio di miocardite e pericardite, che l’Ema ha valutato e descritto nelle informazioni sul prodotto». Tuttavia, l’Ema a riguardo omette un dato fondamentale: le miocarditi e pericarditi non erano presenti [10] all’interno dei primi fogli illustrativi dei prodotti, ma sono state aggiunte in seguito alle segnalazioni di effetti avversi [11]. Per quanto riguarda le difficoltà nel trattamento del consenso informato, l’Ema scrive: «Lei nota che i riassunti delle caratteristiche del prodotto per Comirnaty e Spikevax “sono così voluminosi che sono diventati di fatto illeggibili sia per i medici che per i cittadini rendendo impossibile il consenso informato”. Nota un problema simile anche con i foglietti illustrativi. Questi documenti sono infatti cresciuti di dimensioni man mano che sono stati approvati nuovi dosaggi e nuovi vaccini adattati. L’Ema sta attualmente valutando le modalità per migliorare il modo in cui le informazioni vengono presentate negli RCP e nei fogli illustrativi, non solo per i vaccini COVID-19 ma per tutti i medicinali valutati a livello centrale nell’UE». Inoltre, l’attivista Willem Engel parla dell’autorizzazione all’immissione al commercio concessa al booster XBB 1.5 anche in assenza di dati di studi clinici (questione già trattata qui [12] da L’Indipendente). Ciò trova riscontro con la lettera dell’Ema, che scrive: «Si noti che i dati degli studi clinici non sono disponibili per i vaccini adattati mirati alla sottovariante Omicron XBB.1.5». E poi: «I dati provenienti dagli studi clinici non costituivano un requisito scientifico per i vaccini adattati Omicron XBB.1.5 a causa delle informazioni derivate dai vaccini originariamente autorizzati e adattati in precedenza».

In conclusione, le posizioni espresse durante la conferenza stampa e usate come elemento di notizia dalla maggior parte degli articoli che hanno trattato la vicenda non trovano riscontro con ciò che è stato effettivamente scritto dall’Ema. D’altra parte, invece, esistono questioni come effetti avversi, consenso informato e mancanza di dati scientifici per l’approvazione dei vaccini per le nuove varianti che sono state affrontate sia dal gruppo di de Graaff sia dalla lettera e per le quali ci si aspetta maggiori spiegazioni ed approfondimenti sia dalle istituzioni europee, che dall’Agenzia europea per i medicinali.

[di Roberto Demaio]