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Reggio Emilia conferisce la cittadinanza onoraria a Julian Assange

Il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato la delibera con la quale viene conferita la cittadinanza onoraria a Julian Assange. Nelle motivazioni si legge che il giornalista e fondatore di Wikileaks è considerato “un simbolo internazionale del diritto alla libertà di stampa e di espressione”, il cui lavoro ha permesso di far conoscere “all’opinione pubblica internazionale diversi episodi in cui sono stati violati i diritti umani, commessi crimini di guerra e disattesi accordi internazionali”. La votazione ha avuto il seguente esito: 20 favorevoli (PD, Reggio È, M5S, Coalizione Civica ed Europa Verde), 7 contrari (Lega, FI e FdI) e 3 astenuti (+Europa, Alleanza Civica e Ferrari PD). Il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha sottolineato che «la vicenda di Assange riguarda innanzitutto un tema di libertà, un principio che va valorizzato costantemente e occorre tutelarlo, perché l’informazione libera è in diretta correlazione con la qualità della democrazia». Rimane da vedere se anche Roma, dopo che la votazione prevista per il 3 agosto è stata fatta saltare, si aggiungerà alla lista delle città che hanno premiato con la cittadinanza onoraria il giornalista divenuto simbolo della libertà d’informazione.

Nella delibera si fa riferimento [1] all’articolo 19 della Dichiarazione universale dei Diritti umani – la quale prevede che «ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere» – all’articolo 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea – ovvero che «ogni persona ha diritto alla libertà di espressione e tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera» – e infine alla libertà di stampa protetta dall’articolo 21 della Carta UE, il quale prevede che «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili».

Dopo le battaglie vinte dai comuni di Lucera [2]Pescara [3], Reggio Emilia si aggiunge alla lista delle città che hanno deciso di conferire la cittadinanza onoraria ad Assange. Resta da capire invece cosa succederà nella capitale e a Napoli, dove nonostante la votazione [4] del consiglio comunale, il sindaco Gaetano Manfredi ha però finora evitato di dare seguito [5] alla richiesta, disertando incontri con giornalisti, attivisti e finanche con Stella Moris, la moglie di Julian Assange. A Roma invece, la mozione era arrivata in aula lo scorso 18 luglio ed era stata calendarizzata per il 3 agosto, ma con una mossa inaspettata il PD aveva chiesto [6] e ottenuto l’anticipo della chiusura dei lavori al 1° agosto, facendola così slittare a settembre. Per ora non sembra essere ancora stata decisa la data ma una cosa è certa: tutto questo tempo il fondatore di Wikileaks potrebbe non averlo e, in virtù dei 18 capi d’accusa formulabili nei suoi confronti per violazione della Legge sullo spionaggio, rischia fino a 175 anni in carcere di massima sicurezza negli Stati Uniti semplicemente per aver fatto giornalismo d’inchiesta: ottenendo documenti che certificavano gravi violazioni dei diritti umani, delle leggi internazionali sui crimini di guerra, e di spionaggio ai danni degli alleati da parte del governo degli Stati Uniti d’America.

[di Roberto Demaio]