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La guerra in Ucraina è già costata all’Italia 76 miliardi di euro

Le sanzioni [1] alla Russia, le speculazioni sulla borsa del gas e i rincari seguiti alla guerra in Ucraina sono già costati alle casse italiane 76 miliardi di euro solo per contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese. È questo l’ammontare raggiunto dopo la finanziaria da 35 miliardi del governo Meloni, 21 dei quali destinati proprio a mitigare i rincari energetici. Stanziamento che si va a sommare ai 46 miliardi messi in campo dal governo Draghi in tre diversi decreti aiuti e ai 9,1 miliardi stanziati a novembre nel primo decreto aiuti del governo Meloni. Si tratta oltretutto di una stima per difetto, in quanto non considera i costi in termini di perdita della produttività delle imprese, di erosione dell’economia reale e del potere d’acquisto delle famiglie.

Con la diplomazia [2] ormai “posata in un angolo e poi dimenticata” e una tregua tra Ucraina e Russia lontana, si fatica a ritornare a quella normalità tanto invocata dopo le ondate di coronavirus. Un’emergenza di fronte alla quale l’Italia si è impegnata a limitare la propria sovranità sottoscrivendo un accordo con l’Unione Europea: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 209 miliardi di euro, spalmati nel corso di sei anni, in cambio di 528 vincoli [3] da rispettare, pena il congelamento dei fondi. Di recente, il governo Meloni ha annunciato il raggiungimento dei 55 vincoli preventivati per il 2022, clausola fondamentale per sbloccare [4] la terza rata da 21 miliardi di euro. La stessa cifra è stata destinata dall’esecutivo alla mitigazione del caro energia nell’ultima manovra finanziaria e rappresenta quasi un quarto delle risorse italiane spese per mitigare l’impatto economico della guerra in Ucraina.

[di Salvatore Toscano]