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Alcune armi “segrete” inviate dall’Italia a Kiev sono già state sequestrate dai russi

A marzo l’Italia ha spedito [1] diverse armi a Kiev, secretando e non sottoponendo all’esame dei parlamentari la lista che ne conteneva i dettagli. La decisione, come affermato dal sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, riposava sulla volontà di non fornire alcun vantaggio all’avversario russo da cui, paradossalmente, i cittadini italiani sono venuti a conoscenza di una parte delle armi inviate nelle scorse settimane. Precisamente, le forze filorusse del Donbass hanno pubblicato una serie di immagini di armamenti che i soldati ucraini hanno abbandonato sul campo, tra cui munizioni leggere e colpi di mortaio che non lasciano dubbi sulla provenienza, visto le avvertenze scritte in italiano. [2]

“Attenzione. Con il mortaio da 120mm la carica massima consentita è la quarta”, recita un’etichetta immortalata in uno degli scatti comparsi in rete. Si tratta di un’arma capace di colpire fino a 5 chilometri di distanza, danneggiando un’area con un raggio di circa 100-150 metri, quindi lontana dall’idea di “arma difensiva” che ha accompagnato il dibattito politico nelle ultime settimane. «Come M5S siamo assolutamente contrari a un’escalation militare perché significherebbe ulteriori sofferenze e carneficine. Quindi siamo contrari ad armamenti sempre più letali. Non è questione della tipologia dell’armamento ma dell’indirizzo politico: se è quello di difendersi o di contrattaccare. Per intenderci carri armati non ne vogliamo inviare», ha dichiarato nelle scorse ore Giuseppe Conte.

Al materiale militare trovato in Donbass, si aggiungono le casse di munizioni (e granate) italiane rinvenute negli uffici ucraini dell’OSCE, usati per qualche settimana come base dalle forze di Kiev in seguito all’abbandono dell’edificio da parte dei funzionari. Si tratta di armamenti spediti dall’Italia per supportare l’Ucraina finiti invece nelle mani russe, avverando una delle preoccupazioni avanzate da esperti e cittadini nelle scorse settimane circa l’invio di materiale bellico al paese. «Apprendiamo da notizie di stampa che nella sede dell’OSCE a Mariupol sarebbero state trovate diverse casse di munizioni e granate italiane, spedite dall’aeroporto militare di Pratica», ha dichiarato la senatrice del gruppo Misto, Bianca Laura Granato, annunciando un’interrogazione parlamentare. Le notizie dei ritrovamenti, e delle conseguenti prese di posizione politiche, arrivano a qualche giorno dalla pubblicazione [3] del secondo decreto interministeriale sul Giornale ufficiale del ministero della Difesa riguardante la nuova “cessione alle autorità governative dell’Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari“, che avverrà [4] attraverso una lista secretata, come con i primi aiuti del Governo Draghi a Kiev.

[Di Salvatore Toscano]