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Pace o aria condizionata? Draghi ha scelto: Palazzo Chigi compra 57 condizionatori nuovi

«Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre». Con queste drammatiche parole, pronunciate all’inizio di aprile [1] per rimarcare l’adesione alle posizioni di Bruxelles riguardo la guerra in Ucraina, il presidente del Consiglio Mario Draghi faceva appello al senso di responsabilità e solidarietà degli italiani. «Se l’Ue ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace» aveva dichiarato il premier. Ad appena un paio di settimane di distanza da queste sentite affermazioni, il Governo opta per un rinnovamento dei propri impianti e ordina 57 condizionatori per gli uffici in via della Stamperia n.8, a Roma. Qui ha sede il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie nel quale lavora il ministro Mariastella Gelmini.

Tra il drammatico aut-aut di Draghi e l’acquisto degli apparecchi per la sede di via della Stamperia (il cui prezzo [2] è di poco superiore ai 39 mila euro) non vi è certo un collegamento diretto. Tuttavia non può non saltare agli occhi l’ironia delle tempistiche. La manutenzione degli impianti dovrebbe di fatto consentire un risparmio energetico rispetto al passato. Solamente pochi giorni fa il Governo ha varato [3] l'”operazione termostato”, che si pone l’obiettivo di risparmiare 4 miliardi di metri cubi di gas nel solo 2022 per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Tuttavia, visto l’inesorabile e progressivo aumento delle temperature, il condizionatore si profila come un apparecchio al quale sarà difficile rinunciare del tutto. Anche all’interno delle sedi governative.

[di Valeria Casolaro]