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Torino: la polizia carica la manifestazione contro il nuovo centro commerciale

Nella giornata di sabato 15 gennaio il comitato EsseNon, nato per opporsi alla costruzione di un supermercato Esselunga in un’area verde e di ritrovo culturale di Torino, ha organizzato una passeggiata informativa per i quartieri di San Paolo e Cenisia. Il corteo è stato immediatamente raggiunto dalla Digos, che non ha esitato a intervenire in modo violento cercando di disperdere i manifestanti e impedire loro di proseguire. La tensione è salita quando le forze di polizia sono arrivate a chiudere tutte le vie di fuga, creando una situazione di alto pericolo per i presenti. L’intervento delle Forze dell’Ordine è stato giustificato sostenendo che le norme vigenti in zona gialla non autorizzano cortei e manifestazioni, scusante secondo i manifestanti utilizzata ad arte e che non giustifica la militarizzazione del quartiere e l’uso indiscriminato della forza da parte degli agenti.

Cariche e manganellate: questa la risposta della polizia di Torino a una passeggiata pacifica, organizzata dal comitato EsseNon per sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche dovute alla decisione di costruire un nuovo supermercato Esselunga. Il centro commerciale sorgerà infatti nella zona del quartiere San Paolo dove ora si trova il Giardino Artiglieri da Montagna, una delle pochissime aree verdi esistenti nei dintorni. Il progetto prevede inoltre l’eliminazione del centro culturale Comala, importante punto di aggregazione cittadina nel quale ha sede un’ampia aula studio frequentata ogni giorno da decine di studenti, per far spazio a una colata di cemento che permetta l’accesso dei camion al nuovo supermercato.

Il corteo del comitato EsseNon [1], composto da circa 200 persone, principalmente studenti e cittadini, ha cercato di raggiungere il prato del Giardino, ma la polizia è immediatamente intervenuta con i manganelli per bloccare la marcia. Il corteo ha deviato così il proprio percorso passando dal cortile interno dell’associazione culturale Comala, adiacente al Giardino, ma la polizia ha nuovamente sbarrato la strada non esitando ad usare i manganelli.

In quest’occasione i poliziotti si sono schierati da entrambe i lati del corridoio, chiudendo tutte le vie di fuga e ponendo in una posizione di serio pericolo sia coloro che partecipavano al corteo sia i numerosi studenti che si trovavano nell’aula studio del Comala. Le immagini diffuse da coloro che erano presenti e dallo stesso centro culturale mostrano bene la dinamica della situazione. “Se qualcuno di noi creasse un imbottigliamento del genere si beccherebbe una denuncia penale, non un tweet di solidarietà da qualche esponente del Consiglio Comunale” si legge sulla pagina Facebook del Comala.

Sono stati numerosi gli scontri successivi tanto che i residenti degli edifici circostanti, che hanno assistito increduli ai fatti, hanno offerto ai manifestanti acqua, ghiaccio e disinfettante per medicare le contusioni. La situazione è poi ritornata lentamente alla normalità, ma intanto è dovuta intervenire un’ambulanza in soccorso dei feriti.

Nel Consiglio Comunale [2] tenutosi il 17 gennaio numerose forze politiche presenti (Lega, Fratelli d’Italia, PD, M5S) hanno espresso sostegno alle Forze dell’Ordine insieme al sindaco Lo Russo. L’eccesso della forza, sostiene qualcuno, non c’è stato perché la manifestazione non era autorizzata: in pratica se la popolazione manifesta dissenso senza avvertire le Forze dell’Ordine, allora via libera a manganellate e cariche. Una visione dell’utilizzo della polizia come strumento per mantenere il controllo sul territorio tramite la militarizzazione e la giustificazione dell’uso della forza sempre e comunque che non può che lasciare basiti. Lo stesso Lo Russo ha ricordato poi l’importanza di rispettare le norme di sicurezza imposte dalla pandemia, una giustificazione utilizzata ad arte sempre più spesso per delegittimare le proteste (come è accaduto nel caso dei lavoratori cosentini [3]). Sulla vicenda interviene anche il leader della Lega Salvini, che su Facebook [4] definisce i manifestanti “perditempo” e “gentaglia”.

Sono stati diversi gli episodi recenti nei quali le Forze dell’Ordine sono state chiamate a intervenire nonostante i comportamenti non aggressivi dei manifestanti (come nel caso della militarizzazione del Politecnico di Torino [5], durata ore, in occasione della protesta contro gli accordi con Frontex). Giuseppe Catizone (Lega Nord) in sede di Consiglio Comunale, dichiarando il proprio sostegno alle Forze dell’Ordine ha ricordato che i violenti vanno sempre condannati: viene da chiedersi se mai questo principio sarà applicato a chi si fa scudo della divisa.

[di Valeria Casolaro]