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La strage degli oppioidi sta falcidiando i nativi americani

Negli Stati Uniti il Fentanyl e gli oppioidi rappresentano una piaga sociale enorme che uccide un sacco di gente, specie fra la gigantesca mole di senzatetto e tra gli strati sociali più poveri della società. Tra queste fasce di popolazione povera che deve affrontare l’epidemia di morti per overdose troviamo anche le tribù dei popoli indigeni. I nativo-americani sono l’etnia più povera ed emarginata della società statunitense, portatori del maggior degrado sociale degli Stati Uniti per evidenti ragioni storiche che hanno a che fare con la colonizzazione, la segregazione e il genocidio. Così come l’alcool, le droghe sono una componente negativa importante all’interno delle comunità indigene e, tra di esse, il Fentanyl è spaventosamente mortale: il tasso di morti per overdose da Fentanyl e oppioidi tra i nativo-americani è fino a cinque volte più alto della media nazionale.

Sebbene le statistiche varino su base statale, i dati del Centers for Disease Control and Prevention 2021-2022 sulle morti da overdose di oppioidi negli Stati Uniti fanno emergere quanto il tasso di overdose sia molto più alto tra i nativo-americani, con picchi di cinque volte superiori rispetto alla media nazionale. Una delle tribù più colpite da questo fenomeno è la Nazione Lummi, nello Stato di Washington.

Alla metà di febbraio, il Senato dello Stato di Washington ha approvato all’unanimità un disegno di legge [1] che dovrebbe fornire un totale di quasi 8 milioni di dollari ogni anno per le 29 tribù riconosciute a livello federale presenti all’interno dello Stato. I fondi verrebbero prelevati da un accordo [2] da più di mezzo miliardo di dollari che lo Stato di Washington ha concluso con i principali distributori di oppioidi.

La Nazione Lummi ha già fatto sapere che i finanziamenti previsti non sono sufficienti per coprire le spese di cui necessitano [3]. Servirebbero infatti 12 milioni di dollari per finanziare completamente una struttura di disintossicazione medica sicura con 16 posti letto, così come servirebbe un centro riabilitativo per affrontare il percorso successivo ad una dipendenza che causa molti danni. Nel settembre scorso, la Nazione Lummi ha dichiarato lo stato di emergenza per il Fentanyl e gli oppioidi, aggiungendo cani antidroga e posti di blocco e revocando la misura della cauzione nei casi legati alla droga. Come per tutte le tribù, il problema aggiuntivo che la Nazione Lummi deve affrontare è quello legato alla giurisdizione su certi casi. Nel caso di reati legati alla droga, la polizia tribale non ha competenza giurisdizionale per perseguire trafficanti e spacciatori che non sono membri della tribù, cosa che spetta allo Stato e alle agenzie federali.

La tribù ha comunque già aperto una propria struttura con sette posti letto per aiutare i membri che devono affrontare la disintossicazione attraverso l’uso di farmaci antagonisti agli oppioidi, ma anche utilizzando stanze apposite ove si impeigano erbe sacre e si praticano riti tradizionali. Nei suoi primi cinque mesi, la struttura ha trattato già 63 persone, la maggior parte delle quali sono ancora oggi in regime farmacologico, come spiegato da Jesse Davis, direttore medico del programma di trattamento degli oppioidi Lummi Healing Spirit.

La tribù ha esortato il governatore di Washington Jay Inslee e il Presidente Joe Biden a dichiarare lo stato di emergenza nazionale per rispondere alla crisi degli oppioidi in maniera strutturale e unitaria, vista la piaga sociale che uccide, legalmente [4] e illegalmente [5], ormai più di 100.000 persone all’anno in tutti gli Stati Uniti, in una sorta di guerra sociale che vede i ceti più poveri come i più esposti a tale fenomeno.

[di Michele Manfrin]