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Sostanze tossiche nei cosmetici, non si fermano i sequestri: i nuovi marchi coinvolti

Continua ad allungarsi con ben 38 nuovi prodotti la lista di articoli ritirati dal commercio perché contenenti il Lilial: composto chimico aromatico il cui impiego è vietato dalla Commissione europea da marzo 2022 in quanto classificato come tossico per la riproduzione. La sostanza, indicata in etichetta con la sigla BMHCA o con la scritta “Buthylfenil Methylpropional”, secondo il Comitato per la Valutazione dei Rischi dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche può provocare sensibilizzazione cutanea, nuocere alla salute del feto ed è considerata cancerogena. Tuttavia, nonostante le segnalazioni partite [1] già da mesi, il Lilial è ancora contenuto in molti cosmetici commercializzati sul mercato e per questo la Guardia di Finanza ha effettuato in questi giorni nuovi ritiri in tutta Italia. I 38 nuovi prodotti inseriti si aggiungono agli altri 158 segnalati al Rapex (il sistema di allerta rapido europeo) e già sequestrati [2] dal 14 luglio ad oggi, che rendono [3] così il Lilial protagonista di uno dei più grandi ritiri di cosmetici tossici degli ultimi anni. Ecco la lista:

Questo è, invece, l’elenco degli altri 158 prodotti ritirati e segnalati al Rapex dal 14 luglio ad oggi:

Il Lilial era già stato inserito [4] in un elenco di 26 sostanze allergizzanti potenzialmente cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione con il regolamento 2021/1902. Nonostante il tempo concesso alle aziende per eliminare dai magazzini gli articoli che lo contengono, molti sono ancora in commercio. Cosmetica Italia, l’associazione di categoria di Confindustria che rappresenta i produttori di settore, ha riferito che “i produttori non sono responsabili né obbligati a ritirare dal commercio i prodotti immessi prima che scattasse il divieto” e che “sono quindi i distributori che devono preoccuparsi di togliere dal commercio e stoccare in un deposito ad hoc i prodotti contenenti la sostanza tossica per avviarli poi alla distruzione”. La sensazione, quindi, è che il continuo allungarsi della lista di prodotti tossici ritirati sia frutto di uno scarico di responsabilità tra produttori e distributori in cui a rimetterci sono i consumatori.

[di Roberto Demaio]