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Contro la crisi più reddito e stato sociale: la Germania fa l’opposto dell’Italia

Mentre centinaia di migliaia di italiani stanno ricevendo dall’INPS l’sms che annuncia la cessazione del Reddito di cittadinanza e i cittadini di molte città stanno scendendo in piazza per protestare contro la sua abrogazione, il governo tedesco, per fronteggiare l’inflazione galoppante, ha deciso di potenziare la misura, puntando le sue carte sul welfare. In questo modo, dal 2024, i beneficiari del sussidio in Germania riceveranno aiuti più cospicui.

A spaventare Berlino sono, in particolare, i dati del Pil, calato nel 2023 dello 0,4%. Per questo motivo, l’Esecutivo Scholz ha articolato un piano di 10 punti, battezzato come “la nuova offensiva del governo federale”, che trova nello stato sociale la sua bussola principale. La misura principale sarà l’aumento, dal prossimo primo gennaio, del 12% dell’assegno mensile del Reddito di cittadinanza, che viene percepito da più di 5 milioni di persone, di cui 1,7 milioni sono disoccupati.

Nonostante fossero già state innalzate nel 2023 per le varie categorie dei percettori, le quote base del Reddito verranno [1] ulteriormente incrementate: per quanto riguarda i single, si passerà dagli attuali 502 a 563 euro; ai ragazzi dai 15 ai 18 anni arriveranno almeno 471 euro al mese, mentre fino ad ora il minimo si attestava a 420 euro; ai bambini dai 6 ai 14 anni 390 invece degli attuali 348; a chi ha meno di sei anni 357 invece che 318. «In questo tempo di crisi e sconvolgimenti i cittadini devono poter fare affidamento sullo stato sociale», ha detto ministro del Lavoro tedesco, il socialdemocratico Hubertus Heil, affermando che la decisione di «ripresa del welfare» sia propria dell’intera coalizione e non solo dell’Spd.

Il Reddito di cittadinanza tedesco – chiamato Burgergeld – ha fatto ufficialmente la sua comparsa lo scorso gennaio come potenziamento del programma di politiche sociali e del lavoro, che in Germania era in vigore dal 2005. A differenza del sistema precedente, la nuova misura ha la finalità di favorire la ricerca di un’occupazione a lungo termine; chi guadagna tra i 520 e i 1.000 euro, inoltre, è esentato dalle imposte per il 30% (prima lo era solo per il 20%). L’obiettivo primario della misura è quello di adeguare rapidamente i livelli standard della prestazione all’evoluzione dei prezzi, tenendo conto dei livelli dei salari e dell’inflazione.

Al contempo, il governo tedesco ha annunciato altre misure, tra cui l’innalzamento del salario minimo del personale sanitario dagli attuali 13 euro a più di 16 euro all’ora. Contemporaneamente, i vertici dell’Spd hanno dichiarato che stanno lavorando all’individuazione del tetto agli affitti, valido su tutto il territorio nazionale. Se da un lato 7 miliardi andranno al Made in Germany (concessione ai liberali dopo il via libera all’aumento del Reddito), i Verdi hanno ottenuto l’ok alle richieste sul fronte ambientale: il ministro dell’Economia Robert Habeck, vice-cancelliere, ha incassato il premio del 15% agli investimenti per la protezione del clima e l’efficienza.

In Italia, invece, le cose vanno esattamente al contrario. L’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha scelto [2] di porre fine all’erogazione del Reddito: proprio in questo periodo, la maggior parte delle famiglie che ne beneficiava sta ricevendo la comunicazione ufficiale dello stop. In molte città, soprattutto quelle del Sud, stanno per questo fioccando le manifestazioni di protesta. Due giorni fa, a Napoli, si sono verificati [3] scontri tra i dimostranti, che hanno cercato di bloccare l’accesso ad un tratto autostradale, e le forze dell’ordine, che hanno risposto con blocchi e manganellate. Nuove marce e sit-in sono in programma nelle prossime settimane.

[di Stefano Baudino]