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Se paghi salti la fila al pronto soccorso: la sanità neoliberista arriva a Bergamo

Il Policlinico San Marco, in provincia di Bergamo, facente capo al Gruppo San Donato, ha attivato il servizio di pronto soccorso a pagamento: si tratta della possibilità di sottoporsi a visite mediche e ad eventuali esami diagnostici senza bisogno di prenotazione. Lo stesso, inoltre, permette di saltare la coda ai pronto soccorsi per tutti quei casi non urgenti a cui sarebbero assegnati i codici bianchi o verdi pagando una cifra di 149 euro. Si tratta, dunque, di un ulteriore passo verso la privatizzazione della sanità come conseguenza del suo graduale e incessante processo di definanziamento pubblico, inaugurato a partire dall’epoca della “spending review” di Mario Monti e destinato a ingrassare le tasche dei privati, rendendo – di fatto – un servizio efficiente e disponibile solo per le fasce più abbienti della popolazione. Non si tratta comunque del primo caso di questo tipo: servizi simili, infatti, sono già stati attivati a Milano e a Brescia.

Il Gruppo San Donato, sul suo sito Internet [1], resta sul vago e parla di «Ambulatorio ad accesso diretto». Ha specificato, inoltre, che si tratta di un «servizio sperimentale» che sarà attivo cinque giorni su sette, dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18. Per prestazioni sanitarie che non hanno carattere d’urgenza, il paziente presso l’ambulatorio potrà ricevere assistenza da diversi specialisti, quali ortopedico, chirurgo polispecialistico, odontoiatra e urologo. Oltre ai 149 euro per la visita, si aggiungono i costi relativi ad eventuali esami diagnostici di 1° e 2° livello e strumentali stabiliti dallo specialista a seguito del controllo. Il servizio mira a colmare le ormai sempre più evidenti lacune del sistema sanitario pubblico afflitto dalla mancanza di personale sanitario, di strumentazione e spazi adeguati all’assistenza di tutti i pazienti. Una spinta ideale all’incremento del business privato nel settore sanitario.

Per denunciare questa situazione di squilibrio tra pubblico e privato a favore del secondo, è intervenuto il segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil Giorgio Locatelli: «È la sanità per ricchi figlia del depotenziamento della sanità pubblica territoriale», ha affermato, aggiungendo anche che «Al San Marco volano bassi perché si rendono conto della spregiudicatezza dell’operazione. Alla base c’è il sistema perverso di regole impostato da oltre 25 anni dalla Regione, in cui pubblico e privato giocano su tavoli separati a vantaggio del secondo, che si accredita per quello che reputa conveniente e poi si butta sugli spazi rimasti liberi». A criticare l’iniziativa c’è anche la onlus Medicina democratica che sta raccogliendo firme per un referendum [2] sulla sanità pubblica: «Questo servizio è la dimostrazione di come la sanità privata si infili nelle pieghe dell’inefficienza pubblica, creando disparità di trattamento e agevolazioni per chi può permettersele economicamente, e di fatto pazienti di serie A e di serie B», ha dichiarato il referente Erik Molteni.

Quello dei pronto soccorsi a pagamento rappresenta uno dei risultati più evidenti del processo di smantellamento [3] del Sistema sanitario nazionale e si può considerare l’anticipazione della sanità del futuro nel suo complesso se non ci sarà un’inversione di tendenza in quest’ambito. Si tratta della vittoria del neoliberismo e del business sullo stato sociale e sulla cura e i servizi ai cittadini.